Politica Rubriche

“Ecco perchè lascio”

(Dina Ruffa - foto Libertino)

Caro Sindaco, egregi colleghi consiglieri comunali, carissimi concittadini tropeani sentivo forte, già da molto tempo, l’esigenza di fare chiarezza sulla mia posizione politica all’interno del consiglio comunale, do­ve sono stata eletta ai primi posti con coalizione che ha vinto le ultime elezioni amministrative. Ritengo che il mandato di cui i cittadini tropeani mi hanno conferito meritasse di essere onorato in altro modo, perchè è un investimento che i citta­dini stessi hanno fatto sulla mia persona.
A più riprese, anche in un passato non remoto, ho sollecitato una maggiore determinazione, da parte della giunta esecutiva e dell’intero consiglio comunale, nella direzione che tanto auspicavo, quando ho deciso di partecipare al progetto poli­tico amministrativo della lista “Libertà e Partecipazione” si era dato. Ma il tanto decantato “nuovo corso” della politica tropeana non è mai iniziato anzi, credo che per molti aspetti, ci siano stati in questi primi due anni, forti regressioni rispetto al passato politico, anche il più recente. Nessun stimolo innovativo è venuto, nessun nuovo metodo di lavoro è stato praticato, poco o niente è stato prodotto per la crescita della nostra città, che doveva vivere una nuova stagione nella direzione au­spicata dal programma elettorale presentato ai cittadini, sintetizzato nella Tropea più ricca, più libera, più colta. Avevo fortemente creduto, sorretta da una sensibilità di genere mai compresa e condivisa da nessuno all’interno del consiglio comunale, che nella città di Tropea potessero essere praticate politiche per il rilancio amministrativo, culturale e sociale, attraverso metodi di lavoro condivisi, che aiutassero la città a recuperare per prima cosa la sua dignità e che la aiutassero sostanzialmente a decollare in tutti i settori. Pensavo fossero possibili altri approcci con i cittadini, tesi a sensibilizzare quel senso civico sopito da anni di governo della città, in cui il criterio generale praticato ed il metodo adottato si è dimostrato spesso quello della regola fine a se stessa, se non a volte imposta con l’autorità.
Auspicavo, in sintesi, quella partecipazione democratica alla vita pubblica di tutti i cittadini, come elemento indispensabile per la crescita di una comunità, propagandata durante tutta la campagna elettorale, che non solo non è stata stimolata, ma, con reiterati atteggiamenti di chiusura praticati da molti di voi, non è stata colta nella sua essenza di fondo che si basa sull’antico e mai smentito concetto me una città, una polis, cresce e si sviluppa seriamente nel benessere e nella democrazia, solo se a questa crescita partecipano tutti i cittadini a cominciare dai membri del consesso civico, Sindaco e consiglieri per primi. Prendo atto con enorme amarezza, che non solo la sottoscritta non ha mai avuto la vostra stima politica, ma che, ad un certo punto la mia volontà di ricoprire un ruolo più incisivo nella vita amministrativa, con una delega di maggiore responsabilità chiesta a più riprese al sindaco stesso, sollecitata varie volte anche attraverso passaggi istituzionali d’alto profilo, è stata a dir poco fraintesa, come una richiesta di posizione di potere e non come disponibilità a tutto campo per la città, come elemento di ricchezza nella diversità che il genere femminile porta in se, per stimolare, se non addirittura sbloccare una giunta paralizzata ed immobile nella sua azione politico-amministrativa.
Avete creduto, sindaco in testa, che Dina Ruffa, non potesse essere una risorsa qualificata per amministrare la cosa pubblica, sottovalutandone di fatto, la forza sostanziale e le potenzialità che ritengo in ogni caso di avere non fosse altro che per una convinta autostima che non è mai venuta meno. Ho subito con gran dolore i reiterati tentativi di delegittimazione umana e politica, praticati contro la mia persona, anche quando, nona stante tutto, sono riuscita con testardaggine a mettere in piedi qualcosa di culturalmente interessante e di forte valenza civile in questi due anni d’amministrazione. Anche la delazione più subdola è stata messa in campo in maniera cinica e spregiudicata, quando la sola delegittimazione non bastava.
Non sono per niente convinta che per il futuro possa esserci possibilità di cambiamento concreto nell’agire e nell’operare politico di questa amministrazione. Non penso e non credo, inoltre, che nella situazione in cui versa Tropea, per un rilancio serio dell’azione amministrativa possa essere efficace il solito giochino del rimescolamento delle carte, perchè è il mazzo stesso ad essere consumato e quindi non rimescolabile.
Ritengo, invece, che l’assenza assoluta di programmazione ed il navigare a vista, che dall’inizio ha contraddistinto questa amministrazione, siano state e siano le vere cause di un lento e progressivo disgregamento non solo dell’azione amministrativa, ma dal declino che la città sta attraversando. Infine, non posso accettare che su di me, in quanto donna e persona, e sulla mia storia politica pos­sano gravare per il futuro pesanti bagagli politici o, peggio, giudizi negativi legate a scelte amministrative errate o assenti del tutto, cui la sottoscritta non ha avuto e non ritiene di avere alcuna responsabilità. Non sono disponibile a rimanere ancora inerte, di fronte a tanta insensibilità politica, a sostenere una giunta esecutiva in cui non credo più da molti mesi.
Pertanto, da questo momento, mi dichiaro fuori dalla maggioranza costituendo il mio gruppo che avrà il nome di “Gruppo Consiliare Autonomo delle Differenze”. Ritengo ancora possibile, in quella sede, valorizzare per primo una differenza di genere della quale i miei elettori hanno sicuramente colto la peculiarità quando hanno deciso di votarmi così numerosi. Le mie battaglie saranno ancora quelle delle donne, dei giovani, della cultura e dei più deboli. Il mio inetto rimane ancora “Tropea più bella, più libera, più colta”.
Ovviamente non sarò di intralcio all’azione politica amministrativa, qualora le proposte che verranno saranno in linea con il mio modo di pensare la politica, con la mia sensibilità culturale e con la mia storia personale.
Sarò invece una ferma e tenace oppositrice qualora le posizioni e le scelte, che l’amministrazione andrà a fare, assumeranno caratteristiche contrarie a questi principi. Auguro a tutti voi buon lavoro e a tutta la città buona fortuna.

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