Fede e dintorni

Finalmente Santo l’apostolo degli emigranti

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Finalmente Santo l’apostolo degli emigranti.

– Sarà proclamato Santo il beato Giovanni Battista Scalabrini, l’apostolo dei migranti. Via libera, senza riconoscimento del miracolo, alla canonizzazione del vescovo di Piacenza fondatore degli Scalabriniani.
– Papa Francesco ha convocato un concistoro per la canonizzazione del beato fondatore dei Missionari e delle Missionarie di san Carlo, con la dispensa dal secondo miracolo.
– Un’ondata di consensi per portare al grado più alto degli altari il vescovo già considerato “praticamente” il patrono dei migranti.
– Il concistoro si è detto d’accordo per la canonizzazione di Giovanni Battista Scalabrini, il vescovo di Piacenza che sul finire dell’Ottocento fondò le Congregazioni dei Missionari e delle Missionarie di San Carlo con la specifica missione di servire i migranti.
– Per la canonizzazione ci sarà una cerimonia formale, con la dispensa dalla prassi del riconoscimento del secondo miracolo, come avvenne per Papa Giovanni XXIII.

Sarà santo mons. Scalabrini, apostolo degli emigranti.
♦ Diventa santo l’apostolo degli emigranti; e del catechismo. Il Papa ha infatti dato il via libera alla canonizzazione del beato Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza e fondatore della Congregazioni dei Missionari e delle Suore Missionarie di San Carlo per gli emigranti.
♦ Il sì del Pontefice arriva con una formula particolare: senza il riconoscimento di un miracolo. Una dispensa dalla prassi già adottata per papa Giovanni XXIII.
♦  Recita il bollettino della Sala Stampa Vaticana: «Il Sommo Pontefice ha approvato i voti favorevoli della sessione ordinaria dei padri cardinali e vescovi per la canonizzazione del beato Giovanni Battista Scalabrini».
♦ E «ha deciso che il Concistoro considera anche la canonizzazione del beato Artemide Zatti». Quest’ultimo era un coadiutore salesiano nato il 12 ottobre 1880 a Boretto, in provincia di Reggio Emilia ma trasferitosi giovanissimo in Argentina. Qui portò avanti il suo apostolato soprattutto al servizio dei malati poveri. Morì il 15 marzo 1951. –
♦ E in questo decreto c’è anche la prossima beatificazione di una laica spagnola, morta a 22 anni: la venerabile Maria de la Concepción Barrecheguren y García nata il 27 novembre 1905 a Granada (Spagna) dove morì il 13 maggio 1927. Segnata dalla malattia fin dall’infanzia, tanto da perdere la vita giovanissima, era molto devota a santa Teresa di Lisieux. Suo papà, anche servo di Dio, dopo la morte della moglie divenne sacerdote redentorista: P. Francisco Barrecheguren (1881-1957).

Un Vescovo sensibile all’emigrazione e al Catechismo.
♦ Scalabrini, nato a Fino Mornasco, in provincia di Como, l’8 luglio 1839 e lo stesso giorno battezzato, era terzo di otto figli. Ordinato sacerdote il 30 maggio 1863, da subito insegnò nel Seminario minore di cui fu rettore dal 1868 al 1870, quando venne nominato parroco di San Bartolomeo a Como.
♦ L’elezione a vescovo di Piacenza, da parte di Pio IX è datata 13 dicembre 1875. Seguirono la consacrazione episcopale il 30 gennaio 1876 e l’ingresso in diocesi il 13 febbraio successivo.
Durante il suo episcopato, Scalabrini scrisse 72 lettere pastorali, convocò tre Sinodi e visitò bene cinque volte le 365 parrocchie della diocesi.
  La sua attenzione per le migrazioni, allora dirette soprattutto verso le Americhe, nacque dall’attenzione alla realtà, dall’immersione nei problemi del tempo.
  Lo scrive egli stesso: «In Milano, parecchi anni or sono, fui spettatore di una scena che mi lasciò nell’animo un’impressione di tristezza profonda. Di passaggio alla stazione vidi la vasta sala, i portici laterali e la piazza adiacente invasi da tre o quattro centinaia di individui poveramente vestiti, divisi in gruppi diversi. Sulle loro facce abbronzate dal sole, solcate dalle rughe precoci che suole imprimervi la privazione, traspariva il tumulto degli affetti che agitavano in quel momento il loro cuore.
Erano vecchi curvati dall’età e dalle fatiche, uomini nel fiore della virilità, donne che si traevano dietro o portavano in collo i loro bambini, fanciulli e giovanette tutti affratellati da un solo pensiero, tutti indirizzati ad una meta comune. Erano emigranti».

Nacque così una speciale forma di apostolato verso chi era costretto a lasciare il proprio Paese alla ricerca di condizioni di vita migliori.
Il risultato più concreto fu la fondazione, nel 1887, dei Missionari di san Carlo Borromeo, conosciuti come scalabriniani, per la cura degli emigrati italiani.
Di lì a qualche anno, nel 1895, fondò il ramo femminile della Congregazione e nel 1900 accolse in diocesi e approvò le costituzioni delle Suore Apostole del Sacro Cuore di Gesù fondate dalla forlivese Clelia Merloni incaricandole di affiancare i missionari Scalabriniani nell’assistenza ai migranti.

  Altro tema forte del servizio al Vangelo di Scalabrini fu l’attenzione alla dottrina.
«Papa Pio IX lo definì l’apostolo del catechismo per l’impegno con cui promosse in tutte le parrocchie l’insegnamento metodico della dottrina della Chiesa sia ai fanciulli che agli adulti».
Tra le altre cose, si deve a Scalabrini a pubblicazione de “Il Catechista cattolico”, prima rivista italiana sul tema.
Morì a Piacenza il 1° giugno 1905. Giovanni Paolo II lo proclamò beato il 9 novembre 1997.

(fonte: cf. Avvenire.it, sabato 21 maggio 2022).

Finalmente Santo l’apostolo degli emigranti: il beato Giovanni Battista Scalabrini, l’apostolo dei migranti. Via libera, senza riconoscimento del miracolo, alla canonizzazione del fondatore degli Scalabriniani. Sul finire dell’Ottocento fondò le Congregazioni dei Missionari e delle Missionarie di San Carlo con la specifica missione di servire i migranti. Le sue parole: “Erano vecchi curvati dall’età e dalle fatiche, erano uomini nel fiore della virilità, erano donne che si traevano dietro o portavano in collo i loro bambini, erano fanciulli e giovanette, tutti affratellati da un solo pensiero, tutti indirizzati ad una meta comune. Erano emigranti”.

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