Fede e dintorni

Giovedì Santo 2021

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Giovedì Santo 2021.

– Oggi è Giovedì Santo con i limiti imposti dalla pandemia che stiamo vivendo. Lo possiamo vivere in presenza,nelle chiese, rispettando le restrizioni date; oppure in famiglia, seguendo una delle tante trasmissioni in TV o dirette streaming. Non è la stessa cosa, ma beati noi se – come si dice – sapremo fare di necessità virtù.
– Con la Messa della Cena del Signore di questo giorno santo inizia il triduo pasquale che si concluderà con la grande veglia del Sabato Santo.
– La liturgia di oggi dà spazio all’istituzione dell’Eucaristia e, dopo il Vangelo, al gesto della lavanda dei piedi, come aveva fatto Gesù agli apostoli. Un rito che anche quest’anno – per le restrizioni emanate – non verrà fatto, ma che da sempre colpisce la sensibilità umana purché non si fermi al gesto rituale, ma accolga il suo significato: il segno di Gesù che amò i suoi discepoli sino alla fine. E noi siamo chiamati a renderlo presente a tutte le generazioni: «Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi».
– Un pensiero di gratitudine va ai nostri fratelli e sorelle che stanno servendo l’umanità ferita dal virus a rischio anche della propria vita.

Indicazioni ecclesiali per quest’anno.
La CEI (Chiesa italiana) – Nella Messa vespertina della “Cena del Signore” sia omessa la lavanda dei piedi. Al termine della celebrazione, il Santissimo Sacramento potrà essere portato, come previsto dal rito, nel luogo della reposizione in una cappella della chiesa dove ci si potrà fermare in adorazione, nel rispetto delle norme per la pandemia, dell’eventuale coprifuoco ed evitando lo spostamento tra chiese al di là della propria parrocchia.

Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea – Si omette la lavanda dei piedi. Al termine della Messa, col SS.mo sull ‘altare della celebrazione, potrà seguire mezzora di adorazione, per poi conservare nel Tabernacolo le Sacre Specie senza processione e senza addobbi particolari. Finita la Messa e l’ adorazione si provveda a chiudere la chiesa senza prevedere la tradizionale itineranza tra le chiese. Questo per evitare assembramenti e possibili contagi. Circa l’orario della celebrazione, ognuno si regoli come meglio crede, tenendo conto anche dei limiti del coprifuoco.

Ricordare il mistero di oggi.
Dal Vangelo di Giovanni (in Gv 13, 1-15, è il brano intero).
«Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto».

La celebrazione del Giovedì santo ci fa rivivere il gesto d’accoglienza e di amore di Gesù che lava i piedi ai discepoli. Il Maestro è colui che serve e dona la vita per i suoi amici e per il mondo intero. Così anche i discepoli imparano da lui cosa significhino amore e servizio

Preghiera
O Dio, nel giorno in cui il tuo unico Figlio ha affidato alla tua Chiesa il gesto del suo amore e ci ha dato il sacramento nuovo dell’alleanza eterna: fa’ che, ascoltando la sua Parola, riceviamo pienezza di carità e di vita. Per Cristo nostro Signore. Amen.

La preghiera dei genitori in questo giorno.
Signore Gesù Cristo,
che hai lavato i piedi ai tuoi discepoli,
per insegnarci l’esperienza bella del servizio,
e ci hai chiesto di fare come te,
svelandoci il segreto per essere felici,
fa’ che non ci stanchiamo di prenderci cura di chi è con noi,
nel servizio gioioso di questi figli
che ci hai consegnato fidandoti oltre ogni nostro merito e aspettativa.
Fa’ che i nostri figli crescano lieti e forti,disponibili verso gli altri,
e sentano la tua presenza luminosa anche nei momenti di prova.

Preghiera di tutti in questo giorno.
Signore Gesù, noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie,
perché nella notte in cui sei stato tradito e abbandonato dai tuoi discepoli
non ti sei tirato indietro,
ma, al contrario, hai detto il tuo sì incondizionato al Padre
e ci hai donato la tua vita accettando di morire in croce per noi.
Ascolta la nostra preghiera perché,
nonostante le nostre infedeltà,
il tuo dono d’amore si rinnovi in questi giorni anche per noi.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

Il grande mistero di oggi.
♦ Accogliere il volto del Maestro e Signore che depone le sue vesti e lava i piedi ai suoi discepoli è il passo necessario che il cristiano deve compiere per “aver parte con lui”, come dice Gesù a Pietro: «Se non ti laverò, non avrai parte con me» (Gv 13,8) e per poter celebrare in verità la Pasqua, entrando nel suo mistero: «Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi» (Gv 13,15).
Lavare i piedi agli altri” è il segno del del servizio, del mettersi a disposizione, come hanno fatto presso i malati di coronavirus i tanti medici generosi morti servendo; come hanno fatto gli infermieri che vi hanno lasciato le vita e i tanti altri rimasti contagiati; come hanno fatto e continuano a fare i tanti operatori sanitari e dell’ordine mettendo a rischio continuo la propria vita.
Non è un segnale nuovo (siamo cristiani da oltre 2000 anni), ma è nuova è la consapevolezza di proporlo ad una società egoista e prepotente abituata a “fare le scarpe agli altri”, a sfruttarli, a divorarli.

La vicinanza a coloro che soffrono.
Preghiamo per tutti coloro che soffrono a causa delle gravi vicende che stano segnando oggi la storia dell’umanità: perché guardando a Gesù, Servo che porta le nostre sofferenze, conoscano la compassione e la vicinanza di Dio e sappiano fare del loro dolore una via di amore. Signore, ascolta la nostra preghiera!
Signore Gesù, abbi pietà dei sofferenti colpiti dal virus, conforta gli agonizzanti, dona speranza a coloro che sono disperati. Amen.

Nella Messa della Cena del Signore del giovedì santo si dà spazio all’istituzione dell’Eucaristia e, dopo il Vangelo, si compie il gesto della lavanda dei piedi, come aveva fatto Gesù agli apostoli. Un rito che anche quest’anno – per le restrizioni ecclesiali emanate – non verrà fatto, ma che da sempre colpisce la sensibilità umana, purché non si fermi al gesto rituale, ma accolga il suo significato: il segno di Gesù che amò i suoi discepoli sino alla fine. E noi siamo chiamati a renderlo presente a tutte le generazioni: «Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi». – E molti tra i nostri fratelli e sorelle stanno servendo l’umanità ferita a rischio anche della propria vita.

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