Attualità

Il Capo della Protezione civile Carlo Tansi a Parghelia (Prima parte)

L’evento organizzato dall’Amministrazione comunale in memoria delle vittime del terremoto del 1905

Tansi: «Se gli uomini pulissero tutti i fiumi, lasciassero gli alvei così come li ha costruiti la natura, se gli uomini costruissero le case a norma di legge la Protezione civile non esisterebbe»

Il Capo della Protezione civile regionale Carlo Tansi a Parghelia – foto Marmorato

Nel corso del suo intervento all’incontro organizzato dall’Amministrazione comunale di Parghelia in memoria delle vittime del terremoto dell’ settembre 1905, il Capo della Protezione civile, Carlo Tansi, si è voluto soffermare su alcune tematiche, ha sfatato alcuni falsi miti e risposto ai quesiti posti alla sua attenzione da un pubblico molto interessato agli argomenti trattati. Ecco i temi affrontati:

Che cos’è la Protezione Civile?

«La Protezione civile è come il Pronto Soccorso, interviene all’ultimo momento quando non si è fatta la prevenzione. Noi siamo intervenuti a Nicotera due volte negli ultimi due mesi. Nel mese di giugno c’è stata un’alluvione. Guarda caso c’era un fiume, il San Giovanni, che negli anni ’50 era bello largo, poi il fiume è stato coperto dalle case e poi siamo dovuti intervenire noi. Quindi non è colpa della natura ma dell’uomo. Il fiume costruisce l’alveo in mille, duemila anni, ed è suo quello spazio. Se gli uomini pulissero tutti i fiumi, lasciassero gli alvei così come li ha costruiti la natura, se gli uomini costruissero le case a norma di legge la Protezione civile non esisterebbe perché non ci sarebbero esondazioni, gli effetti dei terremoti sarebbero ridotti perché non farebbero danni. E invece la Protezione civile interviene spesso, soprattutto in Calabria».

Il terremoto in Calabria

«Il terremoto di Amatrice ce lo ricordiamo? Il 24 agosto del 2017 trecento morti. Nel terremoto dell’Aquila nel 2009 ci furono 900 morti. Questi terremoti ci hanno terrorizzato. Però questi due terremoti, rispetto ai terremoti che hanno colpito la Calabria non sono niente. Il terremoto con intensità minore che ha colpito la Calabria è sempre superiore come numero di morti a quello di Amatrice e dell’Aquila. Il terremoto del 1905, che ha portato morte e distruzione, ne ha fatti “solo” 557. In Calabria abbiamo avuto altri terremoti: quello di Lamezia Terme del marzo del 1628 ha fatto 10.000 morti; quello del 1783 con 35.000 morti; il maremoto- terremoto del 1908 che ha ucciso 120.000 persone. Il terremoto non è un castigo divino, è un fatto naturale. Il terremoto si crea perché si producono delle spaccature profonde nella Terra, che si chiamano faglie, e quando queste spaccature si muovono, scorrono e l’attrito che si genera crea un movimento della Terra sotto forma di onde sismiche».


La Calabria e i calabresi

«In Calabria abbiamo delle faglie che partono dallo Stretto di Messina e arrivano fino al Pollino. In passato queste faglie si sono mosse e hanno originato dei terremoti. Io so esattamente dove sono queste faglie e devo evitare di costruirci vicino. Io come scienza – facevo anch’io parte del CNR – però non so quando si muoveranno queste faglie. Si sono mosse in passato e si muoveranno in futuro, però non so quando ciò accadrà. Cosa si fa in Calabria quando si parla di terremoti? Si fanno gli scongiuri. Questo faceva, nel 1500, chi partecipava ad un convegno sulla malaria. A quel tempo la malaria ammazzava un sacco di gente e all’epoca facevano gli scongiuri. Chi fa gli scongiuri sulla malaria ora? Nessuno. Perché la malaria è stata sconfitta. Ed oggi nel 2018 si sta sconfiggendo pure il terremoto, naturalmente in altre parti del mondo. Il terremoto non uccide, il terremoto non ammazza. Se noi tutti quanti insieme ci sedessimo nel deserto del Sahara e arrivasse un’ onda sismica di magnitudo 15, 20 non morirebbe nessuno perché nel deserto non ci sono case. Sono le case che uccidono quando non sono costruite bene».

Continua…

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Redazione
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