Fede e dintorni

Il coraggio di chiedere perdono

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Il coraggio di chiedere perdono.

– Il mondo sta seguendo con commozione e tante emozioni il pellegrinaggio “penitenziale di Papa Francesco in Canada.
– Dalla cattedra di quella sedia a rotelle, il Papa non finisce di sorprenderci: prega sulle tombe dei nativi e denuncia il sostegno di “molti cristiani alla mentalità colonizzatrice che ha oppresso questi popoli”: “Chiedo perdono per il male fatto agli indigeni da tanti cristiani, la Chiesa è stata complice degli abusi”.
– Ed alle parole il Papa aggiunge gesti significativi. Bacia lo striscione rosso con su scritti i nomi dei bimbi vittime delle scuole residenziali. E poi un intenso momento di preghiera silenziosa nel cimitero attiguo alla chiesa dedicata. “Un errore devastante, incompatibile con il Vangelo di Gesù Cristo…
– La Chiesa si inginocchia dinanzi a Dio e implora il perdono per i peccati dei suoi figli”. – E ora, avanti nel cammino di riconciliazione: contribuire al cammino di riconciliazione e di guarigione già intrapreso. – Il Papa si muove in sedia a rotelle; ha voluto fortemente che questo “pellegrinaggio penitenziale” si facesse, nonostante il ginocchio malandato. E anche noi vi partecipiamo commossi.

Canada – il pellegrinaggio penitenziale.
♦ Papa Francesco ha pronunciato il primo discorso del “pellegrinaggio penitenziale” che lo ha portato nel grande Paese Nordamericano. Qui, “profondamente addolorato”, ha rinnovato la richiesta di “perdono” per i modi in cui, “purtroppo, molti cristiani hanno sostenuto la mentalità colonizzatrice delle potenze che hanno oppresso i popoli indigeni”.
♦ Qui ha chiesto perdono, in particolare, “per i modi in cui molti membri della Chiesa e delle comunità religiose hanno cooperato, anche attraverso l’indifferenza, a quei progetti di distruzione culturale e assimilazione forzata dei governi dell’epoca, culminati nel sistema delle scuole residenziali”.

♦ Alle parole il Papa ha aggiunto gesti significativi. Ha baciato lo striscione rosso con su scritti i nomi dei bimbi vittime delle scuole residenziali. E poi un intenso momento di preghiera silenziosa nel cimitero attiguo alla chiesa dedicata.
Il Papa ha usato parole forti. Inequivocabili. Ha chiesto perdono ai rappresentanti dei popoli indigeni per “le sofferenze” patite nelle cosiddette “scuole residenziali”, istituite dal governo e gestite delle Chiese cristiane per “rieducare” secondo i canoni occidentali i giovani nativi strappandoli dalle famiglie.
Un sistema nato a fine Ottocento e mantenuto fino alla seconda metà del secolo scorso. Un sistema “devastante per la gente di queste terre”.

♦ Papa Francesco ha riconosciuto “la carità cristiana” presente in quegli istituti e “non pochi casi esemplari di dedizione per i bambini”, ma ha sottolineato che “le conseguenze complessive delle politiche legate alle scuole residenziali sono state catastrofiche”.
Un “errore devastante”, “incompatibile con il Vangelo di Gesù Cristo”.

♦ Il Papa ha evocato la bolla di Giovanni Paolo II per l’indizione del Grande Giubileo del 2000 che impegnava la Chiesa in una “purificazione della memoria”. Lo ha fatto per rimarcare che “di fronte a questo male che indigna, la Chiesa si inginocchia dinanzi a Dio e implora il perdono per i peccati dei suoi figli”.
“Vorrei ribadirlo con vergogna e chiarezza – ha aggiunto -: chiedo umilmente perdono per il male commesso da tanti cristiani contro le popolazioni indigene”.
Papa Francesco infine ha riaffermato l’intenzione della Chiesa a “condurre una seria ricerca della verità sul passato e aiutare i sopravvissuti delle scuole residenziali a intraprendere percorsi di guarigione dai traumi subiti”.

Alle parole il Papa ha aggiunto un gesto significativo. Un intenso momento di preghiera silenziosa nel cimitero attiguo alla chiesa dedicata alla Madonna dei Sette dolori. Il silenzio è stato rotto solo da un canto tradizionale accompagnato dal suono di tamburo. Un momento particolarmente intenso. Con un suo perché. Le scuole residenziali hanno ospitato circa 150mila bimbi.
Una delle questioni più sentite riguarda i tanti di loro, almeno tremila, morti e sepolti in fosse comune (spesso, va detto, i corpi non venivano restituiti alle famiglie su indicazione delle autorità civili per evitare spese eccessive).

♥  In questo pellegrinaggio il Papa si muove in sedia a rotelle. Ha voluto fortemente che questo “pellegrinaggio penitenziale” si facesse, nonostante il ginocchio malandato. Ma con un programma più leggero del solito. Un appuntamento la mattina ed uno il pomeriggio. Non eccessivamente lunghi. Durerà ancora per tutta la settimana.

Il mondo sta seguendo con commozione e tante emozioni il pellegrinaggio “penitenziale di Papa Francesco in Canada.
– Dalla cattedra di quella sedia a rotelle, il Papa non finisce di sorprenderci: prega sulle tombe dei nativi e denuncia il sostegno di “molti cristiani alla mentalità colonizzatrice che ha oppresso questi popoli”: “Chiedo perdono per il male fatto agli indigeni da tanti cristiani, la Chiesa è stata complice degli abusi”.

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