Attualità

Il morbo di Alzheimer

Associazione “Il sorriso di Maria”

La demenza cronica progressiva registra un sempre maggior numero di ammalati a livello mondiale

Alois Alzheimer
Alois Alzheimer

La malattia o morbo di Alzheimer è una patologia (demenza cronica progressiva)che purtroppo registra un sempre maggior numero di ammalati a livello mondiale. Basti pensare che, nell’anno 2006 vi erano quasi ventisette milioni di ammalati in tutto il mondo, nel 2050 si stima che una persona su 85 sarà colpita dalla malattia. Le cause che danno origine alla malattia non sono ancora note, anche se nel cervello delle persone colpite si evidenzia la presenza di “placche amilodi e ammassi neuro fibrillari”.
La diagnosi della malattia spesso avviene tardivamente perché i sintomi, il più comune fra i quali è quello di non ricordare eventi da poco osservati oppure incapacità ad acquisire nuovi ricordi, associati a confusione, difficoltà nel linguaggio, perdita della memoria, sbalzi di umore, sono spesso ricondotti a manifestazioni dipendenti dall’avanzare dell’età. Attualmente la medicina è in grado di attenuare i sintomi e dare temporaneo sollievo al paziente, ma non è in grado di arrestare il progredire della malattia, né tantomeno di indurre la guarigione.
Oggi, avere in casa un malato di Alzheimer, per il coniuge, per i figli, o per le persone più vicine, significa affrontare un impegno gravoso dal punto di vista delle risorse umane ed economiche; anche per quanto riguarda la cura e l’assistenza della persona malata ed il venir meno dei rapporti sociali ed affettivi che lo stesso deve affrontare. Il primo caso di persona affetta da morbo di Alzheimer, venne documentato in Germania nel 1901, da allora la malattia, ma anche la medicina, sono progredite. Oggi, mentre si continuano ad accertare le cause, si punta molto sulle forme di prevenzione, ma anche di gestione della patologia. Lo stile di vita viene considerato un elemento importante per arginare il diffondersi della malattia: stimolazione mentale, esercizio fisico e corretta alimentazione. In Italia soffrono di questa malattia quasi mezzo milione di persone, per lo più donne, forse per la maggiore durata della loro vita. Colpisce per lo più dopo i 65 anni di età ed aumenta progressivamente fino a colpire in maniera significativa gli 85 enni.
La nostra regione vanta un primato mondiale sull’argomento dovuto all’impegno ed alla professionalità della dott.ssa Amalia Cecilia Bruni neurologo e direttore del Centro regionale di neuro genetica presso l’Asp di Lamezia Terme, grazie alla quale,dopo una serie di studi e di ricerche, è stato individuato il gene responsabile (la presenilina1) ed isolata una proteina delle cellule del cervello, chiamata “Nicastrina”, perché studiata in quelle zone del lametino. Gli studi e la sua attività dal punto di vista medico e scientifico, sono poi proseguiti nel resto del mondo, facendole acquisire numerosi riconoscimenti. Presso l’Asp di Catanzaro opera un Gruppo operativo permanente per le demenze, per definire un modello assistenziale che consenta di migliorare la qualità della vita del paziente malato di Alzheimer. In questo settore la nostra sanità vanta quindi delle eccellenze che ci fanno ben sperare in un corretto approccio alla malattia.
Nel nostro distretto sanitario possiamo contare circa sessanta casi di malati accertati e, dal nuovo anno, grazie all’impegno di un gruppo di volontari (psicologi, medici, paramedici, assistenti sociali e parenti di ammalati di Alzheimer) inizierà ad operare l’associazione “Il sorriso di Maria”- Onlus, un ente privato senza fini di lucro, con il compito di accoglienza durante il giorno dei malati di Alzheimer che vivono nella nostra zona. L’associazione, presieduta da Vittoria Laria avrà sede in Spilinga e funzionerà quale sostegno alle famiglie, centro di ascolto, laboratorio di riabilitazione cognitiva, divulgazione scientifica, gruppo di auto mutuo aiuto, oltre a portare avanti l’iniziativa dell’Alzheimer Caffè, un luogo di incontro informale rivolto a chi direttamente o indirettamente ha a che fare con la malattia.

Saverio Ciccarelli

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Comunicato Stampa
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