Attualità

Incontro in Prefettura per “Nursing Up”

Oggetto dell’incontro problematiche inerenti il funzionamento del reparto di Rianimazione

Il confronto a seguito di una denuncia pubblica avanzata dallo stesso sindacato degli infermieri

Serafino Pantano - Coordinatore Provinciale Nursing Up
Serafino Pantano - Coordinatore Provinciale Nursing Up

In riferimento alla denuncia pubblica avanzata dal sindacato “Nursing Up”circa le problematiche inerenti il reparto di rianimazione dell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, la stessa compagine ha fornito chiarimenti di un incontro avvenuto in Prefettura nei giorni scorsi.
“A seguito della formale richiesta inoltrata al Prefetto di Vibo Valentia e pubblicata a mezzo stampa nei giorni scorsi, in data 23 maggio u.s. l’organizzazione sindacale Nursing Up è stata convocata in Prefettura per discutere circa la problematica riguardante l’elevato rischio clinico presente nell’U.O. di Anestesia e Rianimazione del P.O. di Vibo Valentia, causato dalla grave carenza di personale infermieristico e di supporto assistenziale”.
La stessa nota riferisce che all’incontro hanno preso parte, per il Nursing Up, il Coordinatore Provinciale Serafino Pantano, gli RSU Nivia Federico e Stefano Moscato, ed il dirigente sindacale Gregorio Polistina, mentre in rappresentanza dell’ASP di Vibo Valentia erano presenti il presidente della commissione straordinaria dr. Indolfi ed il direttore sanitario aziendale dr. Tarabbo. Il confronto è iniziato con l’esposizione da parte del coordinatore provinciale Pantano della problematica, peraltro già ampliamente descritta nella lettera inviata al Prefetto, al Presidente della Regione Calabria ed alla stessa Commissione Straordinaria dell’ASP.
Ricordiamo che nella missiva veniva posto in evidenza il fatto che la carenza di personale infermieristico esporrebbe i degenti del reparto di rianimazione dell’ospedale vibonese ad un elevato rischio clinico, cosa che aumenterebbe enormemente ogniqualvolta si verificano delle emergenze rianimatorie in altre unità operative dell’ospedale in quanto l’intervento dell’equipe di rianimazione, anestesista ed infermiere, in base all’attuale organizzazione del lavoro, dovrebbero allontanarsi dal proprio reparto per far fronte a tali emergenze lasciando spesso, all’interno del reparto di rianimazione, un solo infermiere ad assistere 6 pazienti critici e ad affrontare le eventuali emergenze interne che dovessero verificarsi, eventi certamente non rari in ambiente di terapia intensiva. I rappresentanti sindacali presenti hanno inoltre sottolineato che nell’ultimo anno tale situazione è stata più volte segnalata ai vertici aziendali anche da parte dei lavoratori della stessa unità operativa di rianimazione ma “ancora oggi” la loro voce è rimasta inascoltata.
La nota del sindacato prosegue riferendo anche degli interventi dei rappresentanti dell’ASP i quali dopo aver ascoltato quanto esposto dai rappresentanti del Sindacato, avrebbero sottolineato le difficoltà incontrate nella gestione del personale, a causa prima di tutto dei rigidi paletti previsti dal piano di rientro, ma anche dall’elevato numero di infermieri in possesso di limitazioni certificate dal medico competente. “Fino a questo momento -avrebbe dichiarato il direttore sanitario aziendale- si è sempre cercato di mantenere operativi tutti i reparti ed i servizi limitando i tagli e le chiusure, erogando però dei L.E.A. (livelli essenziali di assistenza) di “basso profilo.
A questo punto però – avrebbe aggiunto Tarabbo- si renderà necessario un drastico cambio di rotta che produrrà inevitabili tagli. L’Azienda, infatti, è orientata a privilegiare i settori dell’Emergenza-Urgenza e delle Terapie Intensive, cioè: Pronto Soccorso, SUEM 118, Rianimazione ed UTIC. A tali servizi saranno garantiti organici completi per l’erogazione di L.E.A. di alto profilo”. Il Nursing Up si è subito detto contrario a tale drastica decisione, in quanto convinto che per risolvere la problematica del reparto di rianimazione basterebbe una migliore gestione delle risorse umane disponibili, senza arrivare alla chiusura di reparti e servizi, aggiungendo che, qualora dovesse esserci, la riorganizzazione del personale dovrà avvenire nel rispetto di quanto previsto dalle norme vigenti (Codice Civile, Statuto dei Lavoratori, Contratto Nazionale di Lavoro, accordi regionali, ecc.).
Su questo il Nursing Up vigilerà e si opporrà ad ogni abuso o prevaricazione che dovesse ancora ripetersi nei confronti dei lavoratori. Nursing Up a questo proposito ricorda che nel recente passato, in seguito ai trasferimenti “selvaggi” messi in atto dall’azienda, lo stesso è intervenuto non solo per contestare il metodo adottato, ma anche per suggerire soluzioni più democratiche, concertate, e condivise quali, ad esempio, l’avviso interno a domanda ed “in quell’occasione il dr. Tarabbo diede rassicurazioni al sindacato che, però, poco tempo dopo furono smentite da altri ordini di servizio, anch’essi molto discutibili sul piano della legittimità”. L’incontro si è concluso con l’invito, da parte del delegato del Prefetto, di rinviare nelle sedi opportune la discussione relativa alla razionalizzazione delle risorse umane, vista, secondo il suo parere, la disponibilità al dialogo dimostrata da parte dei rappresentanti dell’Asp.
“Il Nursing Up rimanendo in attesa che l’azienda assuma, in tempi brevi, le decisioni opportune coglie l’occasione per fare un appello anche alle forze politiche del territorio affinché si interessino di un problema che riguarda non solo la tutela dei diritti dei lavoratori ma anche, e soprattutto, la salute pubblica”.

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Caterina Sorbilli
Docente nelle scuole del I ciclo, collaboratrice storica di Tropeaedintorni.it, è giornalista pubblicista iscritta all'albo professionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria nell'elenco pubblicisti.