Fede e dintorni Rubriche

La bisaccia del pellegrino 12-2012

Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano

Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana

 

Marzo 2012, terza settimana: 18-24 marzo

1. Vangelo della domenica 18 marzo –  « Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito»
2. Aspetti della vita  – XX Giornata dei missionari martiri.
3. Un incontro con S. Alfonso – Rinunzia all’incarico episcopale e scrupoli.
4. Vivere la settimana con la liturgia =  19-24 marzo 2012.
5. Curiosità calabresi del passato  =  L’Annunziata tra sacro e profano in Calabria.

1. Vangelo della domenica –  (Gv 3,14-21)
« Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito»

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

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Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito
Avendo incontrato Gesù di notte, dialogando sulle Scritture, Nicodemo aveva trovato in lui la luce, quella vera, quella che illumina ogni uomo! Eppure fa fatica a compiere il salto della fede che potrebbe salvarlo, trovando la forza di testimoniarlo alla luce del sole, cosciente di essere nella verità (Vangelo).
E nella medesima condizione siamo spesso anche noi, desiderosi di salvezza, ma incapaci di accoglierla così come Dio la prepara. In Cristo egli ci ha mostrato la «straordinaria ricchezza della sua grazia» (II Lettura), manifestata mediante la croce.
Il Figlio unigenito, innalzato in croce, è causa di salvezza per tutti coloro che credono in lui; qui sta il caso della fede: credere in Dio significa credere nella croce di Cristo, uno scandalo per la logica umana. «Attraverso il legno della croce», così sant’Ireneo, «l’opera del Verbo di Dio è divenuta manifesta a tutti: egli ha aperto le braccia sulla croce per radunare tutti gli uomini. Due braccia tese, perché ci sono due popoli dispersi su tutta la terra. Una sola testa al centro, perché c’è un solo Dio al di sopra di tutti, in mezzo a tutti e in tutti» ( Tiberio Cantaboni in “La Domenica”).

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Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
Tutto il Nuovo Testamento si interessa alla dottrina centrale della redenzione. Il ritorno di ogni uomo e di ogni cosa alla santità, presso il Padre, si compie attraverso la vita, la morte e la risurrezione di Cristo.
Il Vangelo di Giovanni pone l’accento in particolare sull’incarnazione. Gesù è stato mandato dal Padre. È venuto in un mondo decaduto e ha portato luce e vita nuova. Attraverso la sua passione e la sua risurrezione, egli restituisce ogni cosa al Padre e rivela la piena realtà della sua identità di Verbo fatto carne. Per mezzo di lui tutto è riportato alla luce.
Tutta la nostra vita nella Chiesa è il compimento della nostra risposta a Cristo. L’insegnamento del Nuovo Testamento – e ne vediamo un esempio nella lettura di oggi – è assai preciso. La redenzione è stata realizzata tramite Gesù Cristo, ma per noi deve essere ancora realizzata. Noi possiamo infatti rifiutare la luce e scegliere le tenebre.
Nel battesimo Cristo ci avvolge: noi siamo, per così dire, “incorporati” in lui ed entriamo così in unione con tutti i battezzati nel Corpo di Cristo. Eppure la nostra risposta di uomini, resa possibile dalla grazia di Dio, necessita del nostro consenso personale. Quando c’è anche tale accordo, ciò che facciamo è fatto in Cristo e ne porta chiaramente il segno. Diventiamo allora suoi testimoni nel mondo. (La Chiesa.it). 

 2. Aspetti della vita  – 24 marzo – XX Giornata dei missionari martiri

Il tema è “Amando fino alla fine”.
Il 24 marzo – giorno dell’assassino di monsignor Oscar Arnulfo Romero, in Salvador, nel 1980 – la Chiesa Italiana celebra la giornata di preghiera e digiuno facendo memoria dei missionari martiri e di quanti ogni anno sono stati uccisi solo perché incatenati a Cristo. La ferialità della loro fede fa di questi testimoni delle persone a noi vicine, modelli accessibili, facilmente imitabili.
Amando fino alla fine è il tema della Ventesima Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari e delle missionarie martiri che ricorre il 24 marzo in occasione dell’assassinio di Mons. Romero. Alex Zappalà Responsabile di Missio Giovani presenta alcune piste di rilfessione per l’animazione della Giornata

Shahbatz Bhatti – «Un autentico “martire” della fede cristiana»
Un anno fa nel mese di marzo, e precisamente il 2, moriva martire il Ministro Shahbatz Bhatti. Era nato il 9 settembre del 1968, in una famiglia cristiana originaria del villaggio di Kushpur. Dopo aver completato gli studi intraprende la carriera politica nel Pakistan People’s Party, lavorando a fianco di Benazir Bhutto fino all’assassinio della leader pakistana. Difensore dei deboli e degli emarginati, presidente dell’Apma (Alleanza delle minoranze di tutto il Pakistan), Ministro pakistano per la difesa delle minoranze religiose, del suo lavoro diceva: «Voglio solo un posto ai piedi di Gesù… Tale desiderio è così forte in me che mi considererei privilegiato qualora Gesù volesse accettare il sacrifico della mia vita».
I Talebani pakistani lo hanno ucciso il 2 marzo 2011, perché cercava di modificare la legge sulla blasfemia. Il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, nell’omelia pronunciata durante la messa di suffragio ha detto: «Shahbatz ha fatto sì che Gesù incrociasse il suo sguardo e aprisse il suo cuore… ha avuto il coraggio di servire i suoi fratelli cristiani e non cristiani, di offrire i suoi servizi alla Chiesa, a rischio della propria vita. Dobbiamo rendere grazie a Dio per aver messo sulla nostra strada quest’autentico “martire”, cioè “testimone” della fede cristiana».
(Filippo Rappa, ssp)

Una preghiera per restare vigili
O Signore fa’ che non ci lasciamo avvolgere dal grigiore e dal torpore quotidiano che addormenta le coscienze e impedisce di vivere pienamente con te. Tu sei la luce vera che è venuta nel mondo per illuminarci, aiutaci a trovare il coraggio di scegliere sempre il chiarore della tua guida e a non scendere nel buio dei nostri compromessi (n.g.).

3. Un incontro con S. Alfonso
Rinunzia all’incarico episcopale e scrupoli
La reiterata rinunzia fatta S. Alfonso fu infine accettata da  Pio VI, il quale, studiate le ragioni addotte, si determinò con rincrescimento ad ammettere la rinunzia.  Il  9 maggio 1775 mediante il Card. Bernardino Giraud (1721-1782) gli notificò: “Ha ricevuto Nostro Signore [il Papa] la lettera che V. S. Ill.ma ha fatto pervenire per mezzo dell’Em.mo Castelli colla rinunzia del vescovato, ed ha la Santità Sua sentito con vera amarezza di cuore lo stato infelice di sua salute. Persuaso com’è il Santo Padre dei di lei meriti e pastoral vigilanza soffre di mala voglia il suo ritiro dal governo di cotesta chiesa: ma convinto altresì dei motivi giusti e reali, che ha di farlo, non vuol mettere in angustia il di lei spirito, ond’è che accetta la sua rinunzia, quale per altro dovrà poi farsi nelle solite legali forme”.
Il Santo trepidando di scostarsi un puntino dai disegni divini, il 14 del medesimo mese (maggio) pregava il p. Villani che si trovava a Capua: “Datemi animo che io fo la volontà di Dio con lasciare la diocesi, acciocché io la lasci con tutta la mia pace“.
Avendone accettato il peso con umile sottomissione non voleva esimersene che con identico spirito, rammentando come aveva insegnato che obbedire significa salire al cielo sulle spalle altrui. L’ansietà non scaturiva da incapacità di decidersi: egli possedeva in alto grado la passione dell’obbedienza, per cui aveva paura di seguire le proprie vedute.
Nell’adempimento generoso dell’altrui parere, costi che costi, scorgeva la garanzia della rettitudine nell’operare. Davanti al crocicchio non intendeva scegliere il sentiero più comodo ma si chiedeva qual era precisamente quello tracciato da Dio, disposto a percorrerlo a prezzo di qualunque sacrificio. Aveva agito con questo criterio soprannaturale sin dalla giovinezza e mai si era pentito. Nella Vera Sposa di G. Cristo (Napoli 1760, c. VII) scrisse:, “Chi si fa maestro di sé stesso, seguendo ciò che gli dice l’amor proprio, si mette all’ubbidienza di un pazzo”.

Trapelata in diocesi la notizia della rinunzia, l’afflizione fu grande in tutti i ceti, in maniera più sentita tra i poveri, che trovavano in Monsignore un padre sempre disposto ad ascoltarli e a provvederli nei loro bisogni.
Benché ottuagenario e deformato dall’artrosi era amato e venerato per lo zelo pastorale inarrivabile. L’arcidiacono Rainone informatone commentò la notizia con accoramento: “Questo è castigo di Dio, perché non si è saputo conoscere”.
(cf. Oreste Gregorio, Monsignore si diverte, p. 147 – libro edito nel 1962 per ricordare il Secondo Centenario della consacrazione episcopale di S. Alfonso M. De Liguori.)

4. Vivere la settimana con la liturgia = IV Settimana di Quaresima
(19-24 marzo) Liturgia delle Ore: IV Settimana con parti proprie. 

19  marzo  (lunedì) – Colore liturgico bianco. – Solennità di San Giuseppe.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi = In eterno durerà la tua discendenza. – Giuseppe, uomo giusto e timorato di Dio ha il suo posto particolare nella storia della salvezza. Grazie a lui, Gesù si inserisce nella grande stirpe di Abramo, di Isacco, di Giacobbe.
  • Letture bibliche alla Messa di oggi  = 2Sam 7,4-5a.12-14a.16; Salmo 88,2-5.27.29; Romani 4,13.16-18.22; Matteo 1,16.18-21.24a.
  • Santi di oggi  =  San Giuseppe, Sposo della B. V. Maria. 

20  marzo  (martedì) – Colore liturgico viola.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Dio è per noi rifugio e forza. – Gesù è padrone anche del sabato e manifesta l’avvento del Regno in ogni momento senza vincoli di spazio, né di tempo.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = Ezechiele 47,1-9.12; Salmo 45,2-3.5-6.8-9; Giovanni 5,1-16.
  • – Santi di oggi  =  Sant’Archippo; San Cutberto; B. Ambrogio Sansedoni.

21  marzo  (mercoledì) – Colore liturgico viola.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  – Misericordioso e pietoso è il Signore. – L’intrinseca comunione tra Padre e Figlio si rivela agli uomini ponendo loro una scelta: credere o rifiutare di accogliere Cristo unico Salvatore.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = Isaia 49,8-15; Salmo 144,8-9.13-14.17-18; Giovanni 5,17-30.
  • – Santi di oggi  =  San Lupicino; San Nicola da Flue; Santa Benedetta C. Frassinello.

22  marzo  (giovedì)  –  Colore liturgico viola.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi =  Ricordati di noi, Signore, per amore del tuo popolo. – Occorre rileggere l’Antico Testamento alla luce di Cristo, che rende testimonianza al Padre attraverso le sue parole e le sue opere.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = Esodo 32,7-14; Salmo 105, 19-23; Giovanni 5,31-47.
  • – Santi di oggi  =  Santa Lea; San Benvenuto Scotivoli.

23  marzo  (venerdì) – Colore liturgico viola.

  • – Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato.-  «Io e il Padre siamo una cosa sola»: questa verità interpella tutti noi. Se siamo di Cristo saremo inseriti nel circuito d’amore della Trinità.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =   Sapienza 2,1a.12-22; Salmo 33,17-21.23; Giovanni 7,1-2.10.25-30.
  • – Santi di oggi  =  San Turibio di Mogrovejo; San Gualterio; Sant’Ottone.

24  marzo  (sabato) – Colore liturgico viola.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Signore, mio Dio, in te ho trovato rifugio. – Gesù è segno di contraddizione tra gli uomini. La sua predicazione desta consenso o rifiuto. È il momento per scegliere se fidarsi di Lui o rimanere nel nulla.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = Geremia 11,18-20; Salmo 7, 2-3.9-10.11-12; Giovanni 7,40-53.
  • – Santi di oggi  = Santa Caterina di Svezia; B. Giovanni dal Bastone.

5. Curiosità calabresi del passato
L’Annunziata tra sacro e profano in Calabria
In Calabria il culto della Madonna Annunziata si afferma certamente in epoca bizantina, anche se occorre risalire di qualche secolo prima di trovare tracce concrete e testimonianze di tale presenza.
Ma a parte le testimonianze strutturali ed associate, è interessante vedere la risonanza esercitata nell’anima e nella fede popolare, da cui si può ricavare come l’evento ricordato venisse spesso legato e considerato all’interno della situazione personale del devoto, che si sentiva così spinto a gesti religiosi di varia levatura.

Il fatto che Maria, a seguito dell’annuncio dell’Arcangelo Gabriele, diventi madre, ha spinto le ragazze a confidare nel suo patrocinio per trovare marito. Anzi la data della festa si trasforma in un vero appuntamento, quasi un ultimatum, perché la Madonna risponda alla richiesta. Significativa è questa preghiera recitata dalle ragazze di Amendolara: Madonna mia Annunziata – st’annu schitta (signorina) e l’annu venturu maritata.

Lascia perplessi, invece, l’usanza secondo cui alla donna incinta il giorno dell’Annunziata era vietato toccare ortaggi perché portava male.
Interessante è ancora questa preghiera longobucchese con cui si invoca l’Annunziata perché mediante sogni faccia conoscere al devoto la verità di un fatto:
Madonna e ra Nunziata
vèname `nsuonnu e rìciame a veritata.
Madonna e ra Nunziata,
ti ciercu grazia e nun mi sia negata;
ti fazzu questa orazione: vèname `nsuonnu
e rùname consulazione. O Rivina Pruvirenza,
cu tia sula tiegnu cumpirenza.
(Madonna dell’Annunziata, vienimi in sogno e rivelami la verità. Madonna dell’Annunziata, ti cerco una grazia e non mi sia negata; ti faccio questa orazione: vienimi in sogno e dammi consolazione. O divina Provvidenza, con te sola ho confidenza).

Ma la data del 25 marzo ha anche rilevanze metereologiche legate all’agricoltura. I tepori primaverili, infatti, hanno già avviato i processi di fioritura, per cui la natura appare in pieno risveglio.
Ricchezza di acume espressivo si nota, a riguardo, nel seguente detto popolare: A la Nunziata `ntra `na fronda di ficu capi ‘na sarda salata (All’Annunziata in una fronda di fico può starci una sarda salata), cioè gli alberi sono ormai rivestiti di foglie ed in alcuni casi cominciano ad intravedersi i primi frutti: A la Nunziata `a spica è nata (Per l’Annunziata la spiga di grano è nata).
Anche la festa dell’Annunziata, come si vede, rispecchia profondamente una cultura popolare sacralizzata, per cui non desta meraviglia che sacro e profano procedano in perfetta sincronia e commistione di significati ed esperienze.

(Luigi Renzo in Calabria di ieri e di oggi, Ferrari Editore 2007, pp.201-202).

 

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