Rubriche

La bisaccia del pellegrino 4-2014

Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano

Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimanapellegrino1

 

 

26 gennaio – 1 febbraio 2014

1. Vangelo della domenica 26 gennaio = “Una luce è sorta nelle tenebre”.
2. Aspetti della vita =  La 61.ma Giornata mondiale dei malati di lebbra. ”
3. Le Opere di S. Alfonso = – “Io ti renderò luce delle nazioni”.
4. Vivere la settimana con la liturgia =  27 gennaio – 1 febbraio 2014.
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1. Vangelo della domenica –  (Mt 4,12-23).
“Una luce è sorta nelle tenebre”.
Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:

«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,  sulla via del mare, oltre il Giordano,  Galilea delle genti!  Il popolo che abitava nelle tenebre  vide una grande luce,  per quelli che abitavano in regione e ombra di morte  una luce è sorta».

Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

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L’evangelista Matteo, riprendendo un’immagine del libro di Isaia, ci dice quello che è Gesù per noi: la luce. Nella nostra vita, vediamo spesso tenebre, resistenze, difficoltà, compiti non risolti che si accumulano davanti a noi come un’enorme montagna, problemi con i figli, o gli amici, con la solitudine, il lavoro non gradito…
È tra tutte queste esperienze penose che ci raggiunge la buona parola: non vedete solo le tenebre, guardate anche la luce con cui Dio rischiara la vostra vita. Egli ha mandato Gesù per condividere con voi le vostre pene. Voi potete contare su di lui che è al vostro fianco, luce nell’oscurità.
Non siamo noi che diamo alla nostra vita il suo senso ultimo. È lui. Non è né il nostro lavoro, né il nostro sapere, né il nostro successo.
È lui la luce che ci distribuisce. Perché il valore della nostra vita non si basa su quello che facciamo, né sulla considerazione o l’influenza che acquistiamo. Essa prende tutto il suo valore perché Dio ci guarda, si volta verso di noi, senza condizioni, e qualsiasi sia il nostro merito.
La sua luce penetra nelle nostre tenebre più profonde, anche là dove ci sentiamo radicalmente rimessi in causa, essa penetra nel nostro errore. Possiamo fidarci proprio quando sentiamo i limiti della nostra vita, quando questa ci pesa e il suo senso sembra sfuggirci. Il popolo immenso nelle tenebre ha visto una luce luminosa; una luce è apparsa a coloro che erano nel buio regno della morte!  
(da Chiesa.it).

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Una luce si è levata nella Galilea delle genti – Da sempre il cuore dell’uomo è alla ricerca di Dio. Il suo desiderio è mosso dall’urgenza di trovare difesa contro i nemici e sicurezza nelle avversità della vita.
La Parola di questa domenica ci rivela molto di più. È Gesù che va alla ricerca dell’uomo. Se Giovanni Battista chiamava a sé le folle, il Figlio di Dio, andando verso la Galilea, va loro incontro. Per il Cristo, annunciare il Vangelo nella Galilea delle genti significava offrire all’umanità la salvezza di Dio, manifestata nella sua persona e nei discepoli chiamati da lui stesso.
L’instaurazione del Regno di Dio realizza la promessa fatta secoli prima dal profeta Isaia, e cioè che il Signore avrebbe ridato fiducia a una terra umiliata e confusa. Gesù ha cercato gli uomini fino a dare la vita.
Per questo, san Paolo ricorda alle prime comunità cristiane che i battezzati sono stati amati e chiamati dal Signore. Attraverso la comunione tra i pastori, Cristo conduce la sua Chiesa. Perde senso vivere nella discordia e nella gelosia, poiché tutti i cristiani nascono ai piedi della croce.
(Fr Gianfranco Tinello, OFM Cap. in La Domenica).

 Una preghiera per restare vigili
Donaci, Signore, la tua grazia, perché possiamo impegnarci ogni giorno nella conversione del nostro cuore ed essere fedeli nel cammino che ci hai indicato con l’esempio della tua vita e con la tua parola, per cooperare alla santificazione di noi stessi e aiutare tanti nostri fratelli a uscire dalle tenebre del peccato, sostenerli nel cammino di conversione e guidarli con la nostra condotta di vita, sulla via della santità.
(d. Mariano Grosso osb.)

 2. Aspetti della vita
La 61ma Giornata mondiale dei malati di lebbra.
La Giornata dei malati di lebbra è dedicata alle 219.000 persone che oggi risultano vittime di questa malattia ed a quelle che, pur guarite, subiscono ancora il terribile stigma sociale legato alla lebbra.
Ispirata dall’opera di Raoul Follereau, l’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau ) promuove la cura e la riabilitazione sociale delle persone colpite dalla lebbra e dei loro familiari, restituendo ad esse salute e dignità e tutelando i loro diritti umani: Oltre la lebbra, per i diritti degli ultimi.
Raoul Follereau nel 1936 viene inviato dal suo giornale in Africa dove incontra per la prima volta gli hanseniani, i malati di lebbra. Scopre, attraverso di loro, il mondo della povertà e del pregiudizio sociale nei confronti della lebbra che condanna i malati alla solitudine e all’emarginazione. Da quel momento dedica la sua vita alla lotta contro la lebbra e contro tutte “le lebbre”.
Compie 32 volte il giro del mondo, lavorando instancabilmente per migliorare la qualità della vita delle persone colpite dalla malattia.
Raoul Follereau ci insegna che “amare è vivere”, che “amare non è donare ma condividere”, che amare è agire; alimenta la forza e la passione del nostro amore politico nonviolento, della nostra lotta, anche personale, contro le “lebbre” dell’indifferenza e dell’egoismo.

3. Le Opere di S. Alfonso
Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza  fino all’estremità della terra». (Is 49,6)
Considera come l’Eterno Padre disse a Gesù bambino nell’istante della sua concezione queste parole: Figlio, io t’ho dato al mondo per luce e vita delle genti, acciocché procuri loro la salute ch’io stimo tanto come se fosse la salute mia. Bisogna dunque che tutto t’impieghi in beneficio degli uomini. Bisogna però che nascendo tu patisca un’estrema povertà, acciocché l’uomo diventi ricco. Bisogna che sii venduto come schiavo per acquistare all’uomo la libertà; e che come schiavo sii flagellato e crocifisso, per soddisfare alla mia giustizia la pena dall’uomo dovuta; bisogna che dia il sangue e la vita per liberare l’uomo dalla morte eterna. In somma sappi che non sei più tuo, ma sei dell’uomo.
Cosi, Figlio mio diletto, l’uomo si arrenderà ad amarmi e ad esser mio, vedendo ch’io gli dono tutto te, mio Unigenito, e che non mi resta più che dargli.
A questa proposta Gesù bambino non si attrista, ma se ne compiace, l’accetta con amore ed esulta. E dal primo momento della sua Incarnazione egli si dona tutto all’uomo ed abbraccia con piacere tutti i dolori e le ignominie che deve soffrire in terra per amore dell’uomo.
Pondera qui che il divin Padre mandando il Figlio ad esser nostro Redentore e paciere tra esso e gli uomini, si è obbligato in certo modo a perdonarci ed amarci per ragion del patto di ricevere noi nella sua grazia, posto che ‘l Figlio soddisfaccia per noi la sua divina giustizia. All’incontro il divin Verbo, avendo accettata la commissione del Padre, il quale, mandandolo a redimerci, a noi lo donava, egli anche si è obbligato ad amarci, non già per nostro merito, ma per eseguire la pietosa volontà del Padre.
(Meditazioni per li giorni della novena di Natale – Meditazione 1).
Leggi tutto.

4. Vivere la settimana con la liturgia
III settimana del Tempo Ordinario
(27 gennaio – 1 febbraio) Liturgia delle Ore: III settimana 

27 gennaio lunedì – Colore liturgico verde.

  • La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui. Al regno unito da Davide si contrappone, nel Vangelo, quello diviso di Satana. È il regno eterno voluto da Dio il regno unito a cui tendere.
  • 2Sam 5,1-7.10; Sal 88/89,20-22.25-26; Mc 3,22-30.
  • Sant’Angela Merici; San Vitaliano; San Giuliano da Sora.

28 gennaio martedì – Colore liturgico bianco.

  • Grande in mezzo a noi è il re della gloria. Accogliere la Parola del Signore è ciò che fa ogni essere umano vero familiare di Dio.
  • 2Sam 6,12b-15.17-19; Sal 23,7-10; Mc 3,31-35.
  • San Tommaso d’Aquino, sacerdote e dottore della Chiesa-  Beata Olga Olimpia Bidà.

29 gennaio mercoledì – Colore liturgico verde.

  • La bontà del Signore dura in eterno. Dio non pensa secondo i nostri schemi mentali, per questo né Davide riuscirà nell’intento di costruire un tempio al Signore, né il seminatore può sapere in anticipo quanto raccoglierà.
  • 2Sam 7,4-17; Sal 88,4-5.27-30; Mc 4,1-20.
  • Santi Papìa e Mauro; San Sulpicio Severo; Sant’Afraate.

30 gennaio giovedì – Colore liturgico verde.

  • Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre. Il regno di Dio che Gesù ha annunciato con l’uso di parabole deve essere annunciato e testimoniato da chi l’ha accolto.
  • 2Sam 7,18-19.24-29; Sal 131,1-5.11-14; Mc 4,21-25.
  • Santa Martina; Santa Giacinta Marescotti; Beato Sebastiano Valfrè.

31 gennaio venerdì – Colore liturgico bianco.

  • Perdonaci, Signore: abbiamo peccato. Anche chi è scelto da Dio per incarichi importanti come il re Davide può cadere nel peccato, ma il Signore ha sempre misericordia. Siamo nell’anno di preparazione al bicentenario della nascita e del battesimo di san Giovanni Bosco (1815-1888), che si terrà il 16 agosto 2015. Scopriamo il suo carisma: l’attenzione ai giovani, al loro futuro.
  • 2Sam 11,1-4a.5-10a.13-17; Sal 50,3-7.10-11; Mc 4,26-34.
  • San Giovanni Bosco, educatore. San Gimignano; Santa Marcella.

1 febbraio sabato – Colore liturgico verde.

  • Crea in me, o Dio, un cuore puro. In ogni tempo ci si è posta la domanda chi sia veramente Cristo, domanda a cui solo con la fede si può riuscire a dare una qualche risposta.
  • 2Sam 12,1-7a.10-17; Sal 50,12-17; Mc 4,35-41.
  • San Severo; San Raimondo; Beata Anna Michelotti.

 

La giornata Mondiale per i lebbrosi: malati di lebbra e apostoli della carità per il pieno recupero della dignità umana e dei propri diritti.
La giornata Mondiale per i lebbrosi: malati di lebbra e apostoli della carità per il pieno recupero della dignità umana e dei propri diritti.

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