Cultura e Società

La bisaccia del pellegrino

Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano

Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana

 

Novembre 2011, seconda settimana: 6-12 novembre

1. Vangelo della domenica 6 novembre – XXXII Domenica T.O. – Anno A – «Ecco lo sposo! Andategli incontro!».
2. Aspetti della vita  –  Evangelizzatori a confronto.
3. Un incontro con S. Alfonso – “Fra Benvenuto”, il bestemmiatore.
4. Vivere la settimana con la liturgia =  7-12 novembre 2011.
5. Curiosità calabresi del passato  =  Due belle preghiere

1. Vangelo della domenica –  ( Mt  25,1-13)
“Ecco lo sposo! Andategli incontro! “.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

Ai tempi di Gesù la sposa aspettava nella casa dei genitori l’arrivo dello sposo. Dopo il tramonto del sole, lo sposo arrivava con un corteo nuziale per portarla nella sua casa. Alcune damigelle seguivano la sposa. Diverse ragioni potevano causare il ritardo dello sposo come, per esempio, lunghi discorsi con i genitori della sposa sui doni e sulla dote. Il tirare in lungo le trattative era di buon auspicio.
Ma non è lo stesso per le spose di cui si parla nel Vangelo di oggi. Qui si tratta infatti del ritorno di Cristo e tutto è riassunto nelle ultime parole: “Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”, cioè: “Siate pronte per l’arrivo di Cristo”.
Così la parabola delle vergini poteva cominciare con questa frase: “Per il regno dei cieli accadrà come per le dieci vergini che uscirono, con le loro lampade, incontro allo sposo”. Agli occhi di Gesù, è saggio chi veglia, cioè chi pensa sempre, nel suo animo, al giorno del ritorno del Signore e all’ora della propria morte, chi vive ogni giorno nell’amicizia di Dio, nella grazia santificante, e chi si rialza subito se, per debolezza, cade. Allora “Vegliate”, perché nessuno, all’infuori di Dio, conosce il giorno e l’ora.  (La Chiesa.it). 

Qual’è il dramma vero per le dieci vergini della parabola evangelica propostaci oggi? Il fatto che si sono addormentate o che, all’arrivo dello sposo, alcune non avevano quanto era necessario per riconoscerlo lucidamente?
Certamente il problema vero è il secondo: l’arrivo del Signore coglierà tutti di sorpresa, ma se nel tempo dell’attesa il cristiano si prepara all’incontro, alimentando la lampada della fede con l’olio della preghiera e dell’ascolto della Parola di Dio, diviene “discepolo della Sapienza”, sempre assetato di Dio e della sua verità.
Come è accaduto alle vergini sagge che hanno saputo conservare dell’olio per i momenti tenebrosi, anche per ciascuno di noi si impone di vigilare nello spirito, perché l’armatura della fede possa proteggerci di fronte alla tentazione di assopirci in una vita mediocre e continuamente oppressa dal peccato. Come afferma sant’Agostino: «Tutta la durata del tempo è come una notte, nel corso della quale la Chiesa veglia, con gli occhi della fede rivolti alle Sacre Scritture come a fiaccole che risplendono nel buio, fino alla venuta del Signore». – (Tiberio Cantaboni in “La Domenica”). 

 2. Aspetti della vita
Evangelizzatori a confronto: urge una Nuova Evangelizzazione.
Parte da Roma la nuova evangelizzazione. Lo scorso 15-16 ottobre si sono radunati a Roma 33 rappresentanti delle Conferenze Episcopali, 400 rappresentanti di 115 realtà ecclesiali impegnate nell’evangelizzazione, 10.000 giovani pronti a svolgere la missione. Colpiscono questi i numeri delle prima ondata di evangelizzatori che hanno risposto all’appello del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
Mons. Rino Fisichella, Presidente del dicastero vaticano, ha spiegato come la secolarizzazione e il relativo indebolimento della fede abbiano confuso gli uomini generando una vera e propria crisi antropologica e che un tale fenomeno ha toccato anche parti rilevanti del clero e della Chiesa cattolica. La marginalizzazione di Dio ha portato disorientamento nell’identità personale e introdotto indifferenza, ignoranza rispetto ai contenuti essenziali della dottrina. Molti, sbagliando, hanno pensato che l’annuncio esplicito non fosse più necessario e la sola testimonianza della vita fosse la via della nuova evangelizzazione”
Di qui la necessità di una Nuova Evangelizzazione fuori ma anche dentro la Chiesa: “è tempo di spalancare le porte e ritornare ad annunciare la Resurrezione di Cristo di cui siamo testimoni e la testimonianza comporta l’annuncio esplicito del perché si sceglie di vivere alla sequela di Cristo”.
Poi, a turno, sono intervenuti i responsabili dei grandi movimenti di evangelizzazione.

  • Kiko Argüello, fondatore e rappresentante del Cammino neocatecumenale, ha riferito di come le famiglie stiano svolgendo un immenso ruolo di nuova evangelizzazione. Ha raccontato che in luoghi in cui la fede sembra scomparire lui inviava catechisti e presbiteri, e questi venivano respinti. Poi ha inviato le famiglie e queste hanno compiuto il miracolo: non solo non sono state respinte ma riescono nell’opera di conversione e trasmissione della fede con risultati incredibili.
  • Julian Carrón, di Comunione e liberazione, ha spiegato come la fede plasmi e arricchisca la cultura. Se non c’è fede non si sviluppa la cultura, ha precisato, e la fede è vera e incide nella storia di un popolo solo quando riesce a diventare cultura.
  • Sul fenomeno dell’immigrazione, Adriano Roccucci, della Comunità di Sant’Egidio, ha rilevato come il nostro Paese stia invecchiando e la più alta percentuale di popolazione giovane non sia italiana. Per questo motivo, bisogna fornire una risposta nella carità, “che è il primo dei messaggi evangelici”.
  • Don Gigi Perini, parroco della chiesa di Sant’Eustorgio a Milano e ideatore delle “cellule dell’evangelizzazione”, ha invece ricordato le parole del beato John Henry Newman: “È necessario che quel gigante addormentato che è la parrocchia si risvegli! Una parrocchia dinamica, carica dell’amore di Dio, che affascina i suoi fedeli e li spinge all’evangelizzazione è possibile”.
  • Franco Miano, dell’Azione cattolica italiana, ha rivolto un appello all’unità di tutte le realtà associative
    Monsignor Donald Wuerl, Vescovo di Washington (Stati Uniti), ha chiesto di “evangelizzare gli evangelizzatori, poiché questi “non possono essere tali se non hanno una fede profonda”.
  • Salvatore Martinez, del Rinnovamento nello Spirito, ha suggerito di “formare in Cristo uomini nuovi, in grado di fare nuova anche la politica” per “liberare il nostro tempo dalla moltiplicazione delle strutture di peccato”. (da un servizio di Antonio Gaspari su Zenit.org)

3. Un incontro con S. Alfonso
“Fra Benvenuto”, il bestemmiatore
La bestemmia, che serpeggiava insidiosa tra gli operai come una epidemia, faceva rabbrividire S. Alfonso più che ogni altra colpa. Nel suo zelo per la divina gloria e l’osservanza del secondo punto del decalogo avrebbe posto a certe bocche intartarite un lucchetto o una museruola. Diceva che il bestemmiatore non differisce che nella pena da un dannato. Tuonava dal pulpito con la veemenza di S. Bernardino; chiamava nell’episcopio gl’inveterati e li ammoniva paternamente per svellere quel vizio più diabolico che umano. Con la sua sensibilità e responsabilità morale combatteva irresistibilmente ogni truculenta escandescenza per redimere le anime da quell’indubbio indice di civiltà arretrata.
Vi era un trainiere che per soprannome tutti chiamavano Fra Benvenuto, essendo stato nelle giovane età novizio cappuccino. Espulso dal convento pel carattere strampalato divenne nella maturità un bestemmiatore scatenato. Il vescovo non riusciva ad acchiappare quel tanghero, che anche invitato si teneva a debita distanza, prevedendone i fulmini. “Io in episcopio?… Neanche morto”.
Il Santo imbastì un piano per farvelo cadere come un merlo. Incaricò Alessio di comunicare una imbasciata a Fra Benvenuto così concepita: Sua Eccellenza brama sapere i prezzi correnti del grano dal momento che vi recate spesso ai mercati. Con la prospettiva di qualche ricompensa lucrosa non ci pensò due volte a varcare la soglia che tanto odiava.
Monsignore appena lo vide esclamò: “Io non cerco prezzi di grano, ma cerco voi; sento che non vi è Santo che non lasciate”. Dopo questo esordio ex abrupto lo minacciò che se non cambiava il suo linguaggio grossolano e sudicio, l’avrebbe mandato al tavolaccio della prigione. “Mi spiego, in galera, come stabiliscono le prammatiche regie”.
L’energumeno si morse la lingua atterrito: andare a finire nella buia torre di Montesarchio o di Montefusco non era un passatempo delizioso!
Rientrò in se stesso e a furia di digrignare i denti nella rabbia o di prendersela con il diavolo cornuto riuscì a compiere la pulizia linguistica.
In seguito imbattendosi in Alessio, Fra Benvenuto con un furbo risolino domandava se Monsignore lo desiderasse nuovamente per i prezzi del grano.
Perseverò nel bene e morì rassegnato con la preghiera sulle labbra. (Oreste Gregorio in Monsignore si diverte, p. 83-84).

4. Vivere la settimana con la liturgia =  (7-12 novembre)  XXXIISettimana del Tempo Ordinario Liturgia delle Ore: IV Settimana
 

7  novembre (lunedì) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Guidami, Signore, per una via d’eternità. – Ci vuole fede. A sopportare e perdonare il fratello fragile e incostante che ti mette continuamente alla prova. A stare attenti a non scandalizzare coloro che sono ancora all’inizio o deboli nel cammino cristiano. È tutta questione di fede.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =   Sapienza 1,1-7; Salmo 138,1-10; Luca 17,1-6.
  • – Santi di oggi  =  San Prosdocimo; San Baldo; San Fiorenzo 

8  novembre (martedì) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Benedirò il Signore in ogni tempo. – Uno schiavo, spesso per paura, esegue gli ordini del padrone senza discutere. E noi pretenderemmo qualcosa in cambio, dopo aver fatto la volontà di Colui che ci ha donato tutto per amore?
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =   Sapienza 2,23 – 3,9; Salmo 33,2-3.16-19; Luca 17,7-10.
  • – Santi di oggi  =  San Goffredo; Beato Giovanni Duns Scoto. 

9 novembre (giovedì) – Colore liturgico bianco.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =   Un fiume rallegra la città di Dio. – Celebriamo la festa della nostra chiesa-madre, sede della cattedra di Pietro. Per ricordarci che il vero tempio di Dio è il corpo ecclesiale.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Ezechiele 47,1-2.8-9.12:  Salmo 45,2-3.5-6.8-10; Giovanni 2,13-22.
  • – Santi di oggi  =   Dedicazione della Basilica Lateranense. Beato Luigi Beltrame Quattrocchi. 

10 novembre (mercoledì) – Colore liturgico bianco.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  La tua parola, Signore, è stabile per sempre. – Con la venuta del Signore il regno di Dio è già in mezzo a noi. La Chiesa è «il regno di Cristo già presente in mistero… e di questo regno costituisce in terra il germe e l’inizio» (Lumen Gentium 3.5).
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Sapienza 7,22 – 8,1; Salmo 118,89-91.130.135.175; Luca 17,20-25.
  • – Santi di oggi  =  San Leone Magno, papa e dottore della Chiesa. Sant’Oreste; Sant’Andrea Avellino. 

11 novembre (venerdì) – Colore liturgico bianco.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  I cieli narrano la gloria di Dio. – La rapidità degli ultimi tempi rivelerà a cosa è legato davvero il cuore dell’uomo: questo sarà il criterio del giudizio.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Sapienza 13,1-9; Salmo 18,2-5; Luca 17,26-37.
  • – Santi di oggi  =  San Martino di Tours, vescovo. San Teodoro Studita; Santa Marina di Omura. 

12 novembre (sabato) – Colore liturgico rosso.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Ricordate le meraviglie che il Signore ha compiuto. – La stanchezza: ecco la vera nemica della fede, della preghiera, della perseveranza. Ci intorpidisce, succhia le nostre energie. Scuotiamocela di dosso: il Signore ci attende.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Sapienza 18,14-16; 19,6-9; Salmo 104,2-3.4-5; Luca 18,1-8.
  • – Santi di oggi  = San Giosafat, vescovo e martire. San Macario; San Diego.

 5. Curiosità calabresi del passato
Due belle preghiere

1. Desiderio dell’ acqua viva
Gesù mio, ti vorria sempri ‘nta la mira,
Pemmu risguardu ‘ssa divina piaga.
L’arma mi nescìa e lu cori mi spira,
Dicendu: acqua di la tua funtana! (Radicena)
Dammi, Gesù mio, di ‘ss’acqua viva,
Di china chi desti a la Zambaritana. (S. Costantino Briatico)
(n. 2986.) 

2. A Gesù nel tabernacolo
Custodia, chi si’ carciaru d’amuri,
Joch’ intra’ teni ricchizzi e trisori,
Joch’ intra ne’ è mio Patri Redenturi,
Pe’ cibo e pe’ sustanza di cu’ voli ;
Ma si vòi pignu, caru mio Signuri,
Spacca ‘stu pettu e pìati ‘stu cori,
E piàtìllu e non lu dari a tanti,
Dancìllu a Gesù Cristu sulamenti.
Cà Idu sulu è fidili e veru amanti
Duna la ‘terna grolia veramenti.
Guardàtilu ca pari ca non nd’ama,
Ma scindi di lu Celu ogni matina
E poi si conza a ‘na piccola arrama,
Pernmu nd’ammustra la bontà divina. (n.2987).
(S. Costantino di Briatico)
Raffaele Lombardi Satriani

In “Canti popolari calabresi” Volume IV
Napoli, Eugenio De Simone editore, 1933

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