Fede e dintorni

La creatività dei missionari oggi

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

La creatività dei missionari oggi.

– I missionari oggi in molte parti del mondo sono davvero impegnati con la gente a portare il peso del coronavirus.
– Con l’aiuto di una motocicletta la suora agostiniana Elisa Petra aiuta le partorienti del villaggio indonesiano di Tanjung. – In India padre Vinnod Kanattu percorre decine di chilometri al giorno per incontrare i parrocchiani
– Una motocicletta che… dona la vita; in sella a una bici per portare la buona novella.
– Leggere le loro storie ci porta il sorriso, perché al di là della creatività si legge il profondo amore che rende i missionari di oggi solidali con l’umanità, specie quella ferita ed in periferia.
– La moto che diventa un vero e proprio veicolo di fede e presenza cristiana per riscaldare chi ha bisogno di calore umano. – E le visite familiari e riunioni mensili, distribuite dal sacerdote sul territorio, diventano il modo di tenere unita la comunità e la comunione nella parrocchia. – E in questo periodo di pandemia le persone si sentono vicine e pensate. La gente si sente confortata e come al sicuro poiché sente di appartiene alla comunità.

La suora agostiniana che aiuta le partorienti.
♦ Una mamma indonesiana dell’isolato villaggio di Tanjung, nel Kalimantan occidentale, le fa arrivare una richiesta d’aiuto per un parto difficile. Suor Elisa Petra, agostiniana, che attualmente presta la sua opera di ostetrica nella diocesi di Ketapang, non se lo fa ripetere due volte. Monta sulla sua moto e via, di corsa, per far nascere il suo ennesimo “figlioccio”.
♦ Una storia sorprendente ma cresciuta su un fertile spirito caritativo quella della “suora in motocicletta” come è stata più volte definita. Una storia che parte da lontano, dalla città giavanese di Muntilan, dove Novi Narmasari (il suo nome prima di prendere i voti) è nata.
♦ Qui, in quella che è da molti considerata la “Nazareth di Giava”, l’educatore gesuita padre van Lith nel 1904 battezzò 171 abitanti di vari villaggi del circondario aprendo la strada alla missione cattolica della regione.
♦ Un substrato di fede che piano piano ha avvolto anche l’animo della religiosa che decise di entrare a far parte delle agostiniane attive nella diocesi di Ketapang, a quasi mille chilometri da casa, e di diventare ostetrica dopo un episodio, come ella stessa racconta
«La mia coscienza è stata improvvisamente alimentata dalla passione di servire la Chiesa e gli altri grazie alla foto di un calendario cattolico che raffigurava una suora saldamente in piedi con altre consorelle in una piccola barca di legno mentre stavano dirigendosi verso la clinica di un villaggio che spesso può essere raggiunto solo con questo mezzo».
«L’immagine mi ha improvvisamente indicato che un giorno avrei potuto anche io essere in grado di creare “altre storie” della mia avventura di fede con Dio e dato che voglio anche elaborare il mio cammino spirituale, questo tipo di servizio nelle aree remote della provincia del Kalimantan occidentale potrebbe essere la scelta giusta per il mio percorso nel dedicarmi gli altri».

E così, da quasi otto anni, suor Elisa Petra assiste le partorienti del remoto villaggio indonesiano, forte, oltre che di una profonda carità, anche dell’esperienza maturata nel Mutiara Bp-Bkia – Medical center for maternal and child health, vicino Tanjung, centro sanitario cui è stata destinata dalla sua congregazione dopo tre anni di studi. «È una missione spirituale poiché mi occupo della vita umana sia della madre che del suo bambino. Pur con tutti i miei limiti e le mie conoscenze personali, ho sempre il desiderio di mantenere la fiamma spirituale accesa nel mio cuore come suora agostiniana e fare ciò che è meglio per Dio e per il bene degli altri».

In sella a una bici per portare la Buona Novella.
In India padre Vinnod Kanattu percorre decine di chilometri al giorno per incontrare i parrocchiani.

♦ «In un tempo in cui le persone anziane sono dimenticate, nel mio piccolo cerco di portare conforto e consolazione a chi ha tanto bisogno di attenzione»: sono le parole di padre Vinod Kanattu, parroco della chiesa di sant’Anna a Rajokt, nel Gujarat, in India, sacerdote della congregazione dei Carmelitani di Maria Immacolata (Cmi), conosciuto da tutti come il “prete ciclista” per la tanta strada che sulle due ruote percorre per raggiungere i suoi parrocchiani.
♦ Gli ammalati sono infatti tra i principali destinatari della sua cura pastorale.
Egli racconta: «Nella mia parrocchia visito ogni persona nel giorno del suo compleanno: ho cominciato nel 2010 e da allora non ne ho saltata neppure una». Nei giorni scorsi, per esempio, è stato il compleanno di Carmeline Dias, una vedova di 87 anni. «Ogni anno le porto la torta, un biglietto di auguri e il pasto con cui festeggiamo insieme.
♦ Dal momento che molti figli non si prendono più cura dei propri genitori anziani penso che anche un piccolo gesto di attenzione sia molto significativo. Nella parrocchia di Sant’Anna abbiamo 65 famiglie appartenenti alla classe media o inferiore.
♦ Gesù ha camminato e ha proclamato la buona novella. – Andando in bicicletta, posso parlare con le persone lungo la strada. È gente molto comune. Gesù predicava agli oppressi e agli emarginati. Siamo seguaci di quel Gesù».

Padre Vinod, non ha perso l’occasione di stare “vicino” ai suoi parrocchiani nemmeno a Natale e a Pasqua nonostante la pandemia. Per una quindicina di giorni è andato a trovare al Christ Hospital di Rajokt, mantenendo la debita distanza, diverse persone affette da coronavirus.
Lo scorso 11 febbraio, in occasione della Giornata mondiale del malato, si è svolta nella parrocchia di padre Kanattu una solenne celebrazione eucaristica con una speciale preghiera e benedizione per tutti gli ammalati.
Come ogni anno è stata anche l’occasione per onorare gli operatori sanitari e quanti si prendono cura degli ammalati.
Il sacerdote è apprezzato anche dai suoi confratelli. Molti sostengono che padre Vinod abbia infuso «una nuova vitalità» nella parrocchia di Sant’Anna, ha cambiato lo stile del lavoro parrocchiale. È intessuto nella totalità della loro vita sociale.
I contatti con la gente rimangono la chiave del suo successo. È un pastore che conosce le sue pecore. Visite familiari, riunioni mensili per la cena e ministero agli studenti, sono alcuni dei modi creativi in cui padre Vinod ha costruito la comunità e la comunione nella parrocchia… La gente si sente confortata e al sicuro poiché appartiene alla comunità».
(fonte: cf L’Osservatore Romano, 7 aprile 2021).

Leggere le storie dei missionari ci porta il sorriso, perché al di là della creatività dei mezzi che usano e delle situazioni che affrontano, si legge il profondo amore che li rende apostoli solidali con l’umanità, specie quella ferita ed in periferia. In questo periodo di pandemia le persone si sentono vicine e pensate. La gente si sente confortata e al sicuro, poiché sente di appartiene alla comunità.

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