Fede e dintorni

La vecchiaia: un privilegio

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

La vecchiaia: un privilegio.

– “La vecchiaia non è una malattia ma un privilegio” così ha detto Papa Francesco. Parole che sanno di gioia e speranza: la vecchiaia non è «una malattia», perché «la vita è un dono, e quando è lunga è un privilegio, per sé stessi e per gli altri».
– Queste parole il Papa le ha dette ai partecipanti al Congresso internazionale sul tema «La ricchezza degli anni», svoltosi dal 29 al 31 gennaio all’Augustinianum di Roma su iniziativa del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita.
– E sul piano della fede gli anziani, soprattutto i nonni, «sono l’anello indispensabile per educare alla fede i piccoli e i giovani». – Allora vale la pena includerli nei nostri orizzonti pastorali e a considerarli, in maniera non episodica, ma come una delle componenti vitali delle nostre comunità».

Dal 29 al 31 gennaio 2020 all’Augustinianum di Roma si è svolto il primo Congresso internazionale di pastorale degli anziani “La ricchezza degli anni”, inteso soprattutto come risposta del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita alla sollecitudine di Papa Francesco verso gli anziani, dei quali spesso il Papa sottolineato il ruolo nella trasmissione della fede, nel dialogo con i giovani e nel custodire le radici dei popoli.
♦ L’incontro ha trattato su come affrontare la cultura dello scarto degli anziani, sul loro ruolo nella famiglia e sulla loro vocazione peculiare nella Chiesa. E alla fine il Santo Padre ha ricevuto i partecipanti in Udienza Speciale.

♦ Ricevendo i partecipanti in udienza nella giornata conclusiva dei lavori, Papa Francesco ha rimarcato che l’anzianità è un «tesoro prezioso che prende forma nel cammino della vita di ogni uomo e donna, qualunque siano le sue origini, la sua provenienza, le sue condizioni economiche o sociali». Per questo si può parlare a ragione di «ricchezza delle persone», intendendo così la realtà di uomini e donne che hanno «alle spalle tanti anni di vita, di esperienza e di storia».

♦ Il Pontefice non ha mancato di stigmatizzare «il disorientamento sociale e, per molti versi, l’indifferenza e il rifiuto che le nostre società manifestano nei confronti degli anziani».
Una situazione che, secondo il Papa, sollecita «non solo la Chiesa, ma tutti, a una seria riflessione per imparare a cogliere e ad apprezzare il valore della vecchiaia».
Infatti, «mentre, da un lato, gli Stati devono affrontare la nuova situazione demografica sul piano economico, dall’altro, la società civile ha bisogno di valori e significati per la terza e la quarta età».

Anziani: non solo passato, ma presente e futuro. Papa Francesco ha proseguito: «Quando pensiamo agli anziani e parliamo di loro, tanto più nella dimensione pastorale, dobbiamo imparare a modificare un po’ i tempi dei verbi. Non c’è solo il passato, come se, per gli anziani, esistessero solo una vita alle spalle e un archivio ammuffito». Bisogna guardarli, invece, con occhi nuovi, perché essi «sono il presente e il domani della Chiesa».

Ed ecco l’invito esplicito l’invito di Papa Francesco: «Vi chiedo di non risparmiarvi nell’annunciare il Vangelo ai nonni e agli anziani. Andate loro incontro con il sorriso sul volto e il Vangelo tra le mani. Uscite per le strade delle vostre parrocchie e andate a cercare gli anziani», per guarirli dalla solitudine «con la carità, la vicinanza e il conforto spirituale».
I nonni, infatti, «sono l’anello indispensabile per educare alla fede i piccoli e i giovani»; perciò «dobbiamo abituarci a includerli nei nostri orizzonti pastorali e a considerarli, in maniera non episodica, come una delle componenti vitali delle nostre comunità».
(fonte: cf l’Osservatore Romano, 31 gennaio 2020).

Un anziano in action: la sua felice trovata.
♦ Un anziano, essendosi convinto che tutti possono essere missionari della Parola, ogni giorno con un piccolo vangelo in tasca, abbastanza usato e con brani numerati e contrassegnati, andava ai giardini pubblici. Sedeva su una panchina. I suoi occhiali alquanto scuri e un bastoncino bianco rivelavano subito un uomo anziano con difficoltà visive.
♦ Quando vedeva passare qualcuno vicino a sé, bussava a terra col suo bastoncino, richiamava l’attenzione e chiedeva all’occasionale passante se per cortesia gli potesse leggere un brano dal libretto. ♦ La maggior parte dei passanti si fermava all’invito e con cortesia gli leggeva il brano indicato.
♦Un caldo ringraziamento dell’anziano metteva fine al breve incontro.
A sera l’anziano faceva i conti: oggi io ho ascoltato 35 brani di vangelo e ho dato l’occasione a 35 tra uomini e donne di leggere un breve passaggio del vangelo. – Grazie, Signore.
♥  Un vero missionario della Parola!

“La vecchiaia non è una malattia ma un privilegio” così ha detto Papa Francesco. Parole che sanno di gioia e speranza: la vecchiaia non è «una malattia», perché «la vita è un dono, e quando è lunga è un privilegio, per sé stessi e per gli altri». Sul piano della fede gli anziani, soprattutto i nonni, «sono l’anello indispensabile per educare alla fede i piccoli e i giovani». Allora vale la pena includerli negli nostri orizzonti pastorali delle nostre comunità.

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