Fede e dintorni

Le mani sporche di vangelo

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Le mani sporche di vangelo.

– Ringraziare chi ha le mani sporche di vangelo. Monsignor Battaglia, arcivescovo di Napoli, nella lettera intitolata “Voi, come fiumi carsici” ringrazia i parroci, i giovani presbiteri, i religiosi, le religiose, i laici, e tutti coloro che percorrono ogni giorno «a testa alta e senza paura il sentiero della giustizia, della denuncia, della solidarietà, senza grandi proclami, ma con azioni piccole e quotidiane che, goccia dopo goccia, scavano nuovi spazi e possibilità di rinascita tra i detriti lasciati qua e là dalle mafie».
– L’Arcivescovo paragona tutte queste persone ai fiumi carsici: acqua che scorre sotto la roccia calcarea sciogliendola e creando canali per raccogliere e incanalare altra acqua, quella piovana, per arrivare là dove c’è necessità di ravvivare la natura.
– Tutto avviene sotto la superficie, ma i benefici poi si notano a vista. – Fare il proprio dovere, fare il bene anche in un contesto ostile, anche se non arriva il consenso, è una vocazione a cui nessuno dovrebbe sottrarsi.  I frutti verranno e saranno abbondanti.

Dire grazie a chi ha le mani sporche di vangelo.
♦ L’arcivescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia, in carica dal 12 dicembre 2020, ha scritto una lettera riconoscente a tutti coloro che si impegnano quotidianamente nel bene, nella giustizia sociale, nella solidarietà… e magari senza neanche apparire nelle informazioni della stampa e del web.
«Sento semplicemente il dovere di restituire merito e onore a quei preti e religiosi che in silenzio vivono il proprio ministero incarnando il vangelo del “sì sì, no no” (Matteo, 5, 37).
Quel vangelo che non ti fa scendere a patti con nessuno, che ti fa essere di parte perché hai scelto di schierarti con i più deboli rivendicando per loro quei sacrosanti diritti che i mafiosi e i potenti trasformano invece in favori da chiedere in elemosina.
Quel vangelo che ti invita a sporcarti le mani perché se sogni un mondo giusto e una società libera dalle mafie quelle mani non puoi tenerle in tasca». – È uno dei passaggi più intensi della lettera che l’arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia, ha scritto “agli uomini e alle donne con le mani sporche di vangelo” per ringraziarli del loro quotidiano impegno, nascosto e silenzioso, spesso ignorato dai riflettori delle telecamere.
È il racconto di una Chiesa che coraggiosamente «la camorra la guarda in faccia, dritta negli occhi e senza piegare la schiena».
È la storia di preti che in certi territori, dove l’unica legge sembra essere quella della sopraffazione e della violenza, «hanno fatto delle loro parrocchie avamposti credibili e autorevoli in difesa della dignità umana».
Preti che «dinanzi alla cappa omertosa della sovranità mafiosa non arretrano neanche di un centimetro e propongono in alternativa la logica “eversiva” di spazi comuni da recuperare alla bellezza dello stare insieme, perché la tendenza all’isolamento alimentata dalla paura della camorra si vince solo con il gusto della condivisione e del fare comunità».

“Voi, come fiumi carsici”.
Nella sua lettera “Voi, come fiumi carsici” monsignor Battaglia ringrazia i parroci, i giovani presbiteri, i religiosi, le religiose, i laici, tutti coloro che percorrono ogni giorno «a testa alta e senza paura il sentiero della giustizia, della denuncia, della solidarietà, senza grandi proclami ma con azioni piccole e quotidiane che, goccia dopo goccia, scavano nuovi spazi e possibilità di rinascita tra i detriti lasciati qua e là dalle mafie». Impegno spirituale ma anche, e soprattutto, impegno civile.
«È la storia di religiosi e religiose che non si limitano ad aspettare il ritorno del figliol prodigo ma gli stanno dietro, seguono i suoi passi, non gli danno tregua nel ricordargli lo sperpero che sta facendo della sua vita, e spesso trasformano la cella carceraria della pena in un crocevia di tormento e di speranza».
Uomini e donne di vangelo «costretti anche a ingoiare spesso i bocconi amari dell’incomprensione e dell’insulto» da parte degli stessi che vorrebbero aiutare. Storie silenziose e anonime che tuttavia «non attenuano per nulla la chiassosa responsabilità per i silenzi di non pochi uomini di Chiesa» dinanzi all’arroganza e alla prepotenza della camorra.
«Siete come fiumi carsici, quei fiumi cioè che scavano più di altri e quando poi escono allo scoperto più di altri trasformano il volto di un territorio».

♦♦ L’arcivescovo di Napoli conclude con umiltà la sua lettera, chiedendo non solo preghiere, ma anche a «trasmettermi la vostra parresia se anche io talvolta dovessi girarmi dall’altra parte» e a «sostenere i passi di quei nostri confratelli che non poche volte continuano a preferire la neutralità alla profezia e il silenzio rassicurante allo scomodo grido di libertà che viene dal Vangelo».
(fonte: cf. L’Osservatore Romano, 28 gennaio 2022).

Grazie a chi ha le mani sporche di vangelo. Monsignor Battaglia, arcivescovo di Napoli, nella lettera intitolata “Voi, come fiumi carsici” ringrazia i parroci, i giovani presbiteri, i religiosi, le religiose, i laici, e tutti coloro che percorrono ogni giorno «a testa alta e senza paura il sentiero della giustizia, della denuncia, della solidarietà, senza grandi proclami, ma con azioni piccole e quotidiane che, goccia dopo goccia, scavano nuovi spazi e possibilità di rinascita tra i detriti lasciati qua e là dalle mafie». – L’Arcivescovo paragona tutte queste persone ai fiumi carsici: tutto avviene sotto la superficie, ma i benefici poi si notano a vista. I frutti verranno e saranno abbondanti.

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