Fede e dintorni

Mohamed Mashali, amico dell’umanità

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Mohamed Mashali, amico dell’umanità.

– Ci sono nazioni che vanno fiere dei suoi eroi, vi sono categorie di persone che hanno i loro esponenti di spicco da presentare…
– Ma ci sono persone, uomini e donne, che varcano i confini della nazionalità, della razza, del genere, della cultura, della professione e si presentano semplicemente come amici dell’umanità, specialmente dell’umanità ferita. Tra questi potremmo inserire i nostri santi, i “giusti” tra le nazioni, i medici “senza frontiere”.
– E’ bello venire a conoscenza di queste persone e imparare umilmente il segreto della loro umanità. – La morte ha consegnato alla memoria di tutti il medico egiziano dei poveri, Mohamed Mashali. Negli anni è diventato famoso perché visitava gli abitanti dei sobborghi più poveri, chiedendo una cifra simbolica di pochi spiccioli (l’equivalente di 30-60 centesimi) solo a chi poteva affrontare la spesa. Spesso pagava di tasca sua le medicine e i vaccini ai pazienti più poveri, musulmani come lui o cristiani. – E’ morto a 76 anni, dopo un’intera esistenza dedicata agli altri. Un medico, un uomo senza nulla, che ha dato tutto.

Si è spento in Egitto il “medico dei poveri”.
♦ Grande cordoglio nel mondo musulmano e non solo per la scomparsa a 76 anni di Mohamed Mashali, uomo di grande generosità che per mezzo secolo nella sua clinica di Tanta ha curato centinaia di migliaia di persone senza mezzi, chiedendo parcelle irrisorie o addirittura offrendo egli stesso un sostegno a chi viveva in miseria
♦ Lavorava dalle 9 alle 19, le dieci ore della speranza. Quella che non hai, se sei malato e devi scegliere come spendere i tuoi pochi soldi, per un medico o per mangiare.
♦ A Tanta, città del Delta del Nilo, c’era invece, in quelle dieci ore e più, la speranza di curarsi senza morire di fame. E non si contano le persone con pochi mezzi o senza che devono la vita al dispensatore di questa speranza, il dottor Mohamed Mashali, per tutti il “medico dei poveri”, che dalla diffusione della notizia della morte avvenuta il 28 luglio, non cessa di venire celebrato per il suo straordinario, perdurante altruismo, portato alla ribalta dal silenzio di una vita più che discreta grazie al tam tam dei social.

Se non puoi, è gratis.
♦ In oltre 50 anni di professione – iniziata con la laurea nel 1967 e più ancora con l’apertura della clinica privata nel ’75 – alla sua porta hanno bussato folle di indigenti. Musulmani, cristiani, non faceva differenza.
Anche negli ultimi tempi, anziano, visitava dai 30 ai 50 pazienti al giorno chiedendo per la prestazione 5-10 sterline egiziane, l’equivalente di 30-60 centesimi di dollaro. E se qualcuno non poteva pagare, la visita era gratuita. Come gratis erano i vaccini o le medicine che distribuiva a chi non poteva permetterseli.
“Ci sono dottori che incroci per strada e non ti riconoscono né ti salutano. Ma non il dottore Mashali: egli ti saluta e ti dà sempre qualche consiglio medico, se necessario”, ha detto un suo paziente.

Cosa cambia una vita.
♦ Una nobiltà d’animo assolutamente schiva, un tratto comune a molti testimoni del bene. Che nasceva da un buon insegnamento.
In una delle rare interviste concesse, Mohamed Mashali ha raccontato di aver scelto questa strada perché colpito dai sacrifici compiuti dalla sua famiglia per farlo diventare medico. E molti dei tweet che ingrossano in rete con tributi di riconoscenza per questa figura ricordano un episodio spartiacque, quando dovendo curare un bambino diabetico il medico scopre che la mamma non ha potuto comprare l’insulina perché altrimenti non avrebbe potuto sfamare gli altri figli.

Creatore di speranza.
Si moltiplicano anche i riferimenti ad altri episodi dai quali emerge la costante di un uomo e di un medico incurante della fama, che pure il suo comportamento aveva generato, o degli agi che in diversi hanno cercato di procurargli, perfino degli aiuti in denaro se ritenuti non necessari o accettati in minima parte, magari solo uno stetoscopio.
Il vicepresidente e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, nonché emiro di Dubai, lo sceicco Mohammed Bin Rashid Al Maktoum, ha scritto su Twitter che il dottor Mashali “era un creatore di un diverso tipo di speranza”.
Quella, aggiungiamo noi, su cui si può contare ogni giorno dalle 9 alle 19 e che assieme al corpo risana l’anima.

(fonte: vaticannews, 29 luglio 2020).

In Egitto era conosciuto come il “dottore dei poveri” e ora nella città di Tanta, nel Delta del Nilo, c’è una strada con il suo nome.  – Nel mondo musulmano e non solo c’è grande cordoglio per la scomparsa a 76 anni di Mohamed Mashali: per mezzo secolo nella sua clinica ha offerto visite a prezzi popolari o addirittura gratis a centinaia di migliaia di persone senza mezzi. Mashali, informa il sito ahramonline.org, è morto di “collasso cardiocircolatorio”. Laureato all’Università del Cairo nel 1967, Mashali ha lavorato in molti centri medici rurali e nel 1975 ha aperto una sua clinica a Tanta, diventata la clinica della speranza. – Per quasi mezzo secolo è andato avanti a lavorare dieci ore al giorno, senza macchina né telefono cellulare, in stato di semi-povertà, spostandosi a piedi tra la casa e la clinica. Un amico dell’umanità.

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