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Nino e il suo cammino per Santiago

La scelta è legata alla malattia che ha colpito sua madre

L’esperienza di un tropeano che ha raggiunto a piedi Compostela

Tempo fa, dalle pagine del sito web www.tropeaedintorni.it, abbiamo raccontato passo passo la storia del nostro collaboratore Enzo Taccone sul cammino verso Santiago de Compostela, dedicando anche un’ampia intervista e la copertina del nostro mensile. Oggi siamo felici di poter proporre a voi lettori il punto di vista di un giovane concittadino che, a distanza di poco tempo, si è trovato a percorrere gli stessi sentieri di Enzo, ma con motivazioni e provando emozioni tutte diverse. A Nino La Torre abbiamo posto qualche domanda e lui, con molta simpatia, ci ha rilasciato una bella intervista.

Sappiamo che sei appassionato di corsa e di passeggiate all’aria aperta, così ci chiedevamo se hai iniziato a fantasticare sul “cammino” verso Santiago de Compostela per via di un percorso così impegnativo o se ci sono state altre motivazioni che ti hanno fatto decidere di intraprendere una simile impresa?
Come ben tu sai sono appassionato di lunghe passeggiate all aria aperta, ma la motivazione di questo mio cammino è stata per un motivo religioso e personale.

Puoi condividerlo con noi?
Certo. Siccome mia mamma è stata operata di tumore al seno – e dopo due bruttissime pancreatiti acute che grazie a Dio è riuscita a superare – mi sono detto: “Nino, ora è arrivato il momento di intraprendere il cammino verso Compostela”.

Così ti sei preparato a questo importante momento. Puoi raccontarci come è iniziato tutto?
Il fatidico giorno in cui ho fissato la data per la partenza è stato il 14 settembre. Dopo il viaggio da Lamezia a Bergamo e da qui a Lourdes, dove mi sono fermato la notte del 15 per visitare la grotta. In seguito sono partito per Saint Jean Pied du Port. Il 16 ha quindi avuto inizio il mio cammino verso Santiago.

Cosa ti aspettavi, prima di partire, da questa esperienza?
Beh, prima di partire – ad essere sincero – non mi sentivo bene, e a circa due settimane dal cammino avevo sempre la sensazione che il mio corpo stesse passando un brutto momento. Anche il mio umore era altalenante e passavo dal desiderio incontrollabile di partire a sentirmi pieno di paure. Questo stato di irrequietezza mi frenava un po’. Sapevo di dover partire e una voce interiore mi chiamava e mi spingeva a farlo… Quella voce io volevo ascoltarla!
Il giorno della partenza non ero felice, ma cercavo di essere tranquillo e sereno. Così mi sono chiesto: “È forse questo il primo passo verso un importante cambiamento?”. Così, dentro di me, prima di mettermi in cammino, ho pregato, chiedendo alla Madonna di Lourdes il suo aiuto, la sua protezione, e di infondermi il coraggio di cui avevo bisogno in quel momento.

Il momento più bello?
Beh, il momento più bello è stato il mio ingresso a Santiago: mentre camminavo mi tremavano le gambe e le braccia per l’emozione. Appena ho messo piede nella piazza Obradoiro, alla vista della Cattedrale, mi sono sdraiato a terra e sono scoppiato a piangere. Quasi non ci credevo di essere giunto alla mia meta finale. È stata un’emozione che secondo me deve essere provata dal vivo per essere compresa appieno.

Il momento più difficile che hai vissuto sul tuo Cammino?

Il momento più difficile è stato il tratto che va da Villafranca do Bierzo a O’Cebreiro. Camminavo da cinque giorni con una ragazza irlandese sotto la pioggia e il vento. Quella mattina ci siamo messi in cammino presto, attorno alle 5 e mezza eravamo già in strada… Oltre alla pioggia e al vento abbiamo beccato anche la nebbia, che ci ha impedito di vedere al di là del nostro naso… Per farla breve – e senza contare che tutto questo è successo dopo una notte in una camerata di 120 persone, di cui secondo me 119 russavano (ma questo lasciamolo perdere) -, dopo tanta pioggia i piedi hanno iniziato a far davvero molto male, tanto che ad ogni passo ho iniziato a sentire la pelle lacerarsi. Ma, in fondo, ho continuato a ripetere a me stesso: “No pain no gain!”.

Non c’è progresso senza dolore… e poi, cosa è successo?

Finalmente siamo arrivati alla prima tappa e la nebbia è calata, lasciando spazio ad una pioggia veramente odiosa, sembrava di stare sotto un nebulizzatore… Con questa umidità attorno eravamo completamente bagnati dalla testa ai piedi e anche un po’ nervosi. Dopo la seconda colazione ho cominciato ad avvertire un principio di tendinite alla caviglia sinistra e ho deciso di doparmi con dell’aulin e con il voltaren. Diciamo che in questo modo ho tamponato un po’ il dolore, ma la cosa che mi ha fatto rimanere deluso è che dopo 15 km ho perso la mia amica Evelin, la quale – in preda ad una crisi di nervi – ha deciso di rallentare il passo e di andare a 2,2 km/h, seguendo i segnali del suo corpo.

Hai documentato su facebook quotidianamente il cammino e molti concittadini e amici ti hanno seguito in silenzio, altri ti hanno incoraggiato con messaggi in privato, altri ancora ti hanno supportato con vere e proprie discussioni pubbliche sulla tua pagina… Praticamente hai portato Tropea a Santiago! Come hai percepito e vissuto questa situazione?
Beh, la scelta di documentare il mio cammino su facenook è nata così all improvviso. Volevo portare i miei amici, i miei familiari e il mio paese, Tropea, con me nel cammino. Io ringrazio tutti gli amici che mi hanno sostenuto passo dopo passo, perché è grazie al loro sostegno morale che sono arrivato a Santiago de Compostela. Ringrazio davvero tutti, ma in particolar modo voglio ringraziare tantissimo Angelo Laria e tutto il suo staff del Bar Veneto e il mio fratello pellegrino Enzo Taccone, che mi seguivano in ogni istante.

Te la sentiresti di dare un consiglio a chi vuol mettersi in cammino?

Io credo che ognuno di noi dovrebbe fare una esperienza del genere, adatta soprattutto a chi, in un determinato momento della sua vita, vuole misurarsi con se stesso, e poi a chi non è troppo abituato a frequentare alberghi a 5 stelle, ma vuole chiedersi se è davvero felice nella sua vita, e ancora a chi desidera avere un’occasione per confrontarsi con il prossimo, ma anche a coloro i quali vogliono sposare la filosofia di viaggiare con lentezza e vogliono arricchirsi di una conoscenza che un aereo non ti potrà mai trasmettere…

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Francesco Barritta
Docente ordinario di Lingua e letteratura italiana e Storia presso il Nautico di Pizzo (VV), è giornalista iscritto all'albo professionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria, elenco pubblicisti. Ha diretto varie testate giornalistiche, tra cui Tropeaedintorni.it