Fede e dintorni

La storia di Giuseppe e del pastore scorbutico

Dio ci vuole incontrare tutti e la grotta di Betlemme è il luogo privilegiato del nostro incontro con Lui, dell’incontro di Dio con l’uomo.
– Qui l’uomo è invitato silenziosamente a lasciare cadere la cattiveria e l’indifferenza che gli riempie il cuore.
– Quel bambino adagiato sulla paglia è il Figlio dell’Altissimo, che non ha esitato di abbassarsi al punto da incontrare l’uomo; anzi a diventare egli stesso uomo. Ma ora è l’uomo che deve desiderare e impegnarsi ad essere e vivere come figlio di Dio.

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 Stille Nacht, heilige Nacht

“Stille Nacht, Heilige Nacht!” – Questo canto, tradotto e adattato in quasi tutte le lingue del mondo, fa subito respirare la magica atmosfera dell’intimità del Natale. La sua origine fu una improvvisazione nella notte di Natale con il piccolo coro della parrocchia e gli autori
furono il parroco padre Mohr e l’amico Franz Gruber maestro elementare che suonava la chitarra. Un umile origine, ma quanta gioia ha portato e continua continua a portare questo dolcissimo canto!

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Come dono di Natale un ambulatorio per senzatetto e pellegrini

Bastano i piccoli segni di elemosina? No, ci vogliono opere. E per fare le opere ci vuole fantasia e soprattutto sinergia di forze indirizzate all’unico obiettivo: aiutare realmente il bisogno dei poveri. – Papa Francesco ha pensato ad un nuovo ambulatorio per senzatetto e pellegrini e questo Natale Papa Francesco dona ai senzatetto un ambulatorio medico-sanitario sotto il colonnato di San Pietro:  “Ambulatorio-Madre di Misericordia”.

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La donna che ci porta il Natale

L’uomo, per nascere, ha bisogno di una donna che lo partorisca. Anche per il Messia sarà così. E questa donna sarà Maria, scelta da Dio e invitata con lo speciale annuncio dell’Angelo. Maria condivide con Elisabetta la gioia della salvezza. Due donne si incontrano e condividono la gioia della vita nascente. Anche noi siamo chiamati a vivere la gioia che Dio ci dà e a donarla all’umanità che incontriamo con i i piccoli o grandi gesti di una santità concreta quotidiana.

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Gli altri anziani

Gli “altri” anziani, quelli lontano da noi, che sono in altri paesi. con altre culture e con altre religioni. Come vivono? Hanno gli stessi problemi dei “nostri” anziani? E quelli che vivono in regime “tribale”? Ci sono storie belle e meno belle, anzi dolorose. Ma noi non possiamo giudicare nessuno; già proprio noi che confiniamo i nostri a anziani in case di riposo, da dove a volte arrivano testimonianze terribili. – Solo l’amore sincero può dare sostanza umana ai gesti della solidarietà verso i nostri fratelli anziani, a tutte le latitudini della terra: essi possono continuare così ad essere fonte di saggezza.

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L’ultima cliente ad un supermercato

Fare il bene è un dovere! – Dice un proverbio: «Una cosa buona va sempre fatta, anche a costo di farla male». Ma se sul piano personale riusciamo a individuare cosa ci impedisce di fare bene il bene che facciamo, allora guadagniamo tutto: il bene e la gioia! – La liturgia prega così: “Donaci occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli”. – E allora: Donaci occhi nuovi, Signore!

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Celebrazione No stop per aiutare migranti

La chiesa protestante Bethel della cittadina di Katwijk, nei pressi de L’Aja, dove sta avvenendo la clamorosa vicenda. Da cinquanta giorni consecutivamente, giorno e notte senza interruzioni, si sta tenendo una celebrazione religiosa per proteggere una famiglia di migranti cristiani armeni dall’espulsione dal paese. I cinque cristiani frequentano la chiesa e una delle figlie svolge volontariato in una associazione legata alla chiesa. Quello che sta succedendo è il segnale di un problema più grande: la posizione dei bambini richiedenti asilo che sono cresciuti nei Paesi Bassi e che tuttavia sono espulsi. Tutti si augurano un lieto fine.

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L’asino e il bue del presepe

L’asino e il bue della stalla di Betlemme rappresentano quelle virtù particolari quali l’umiltà, la mansuetudine, la pazienza che ci rendono più umani e ci dispongono a vivere meglio il Natale. Anche un cane, simbolo della fedeltà, sembra trovarsi a suo agio nel presepe, al posto del Bambino Gesù. Nel presepe invece non troveranno posto i furbi, i violenti, i vanitosi. S. Alfonso, cantore del Natale, pregava cantando: “Vorrei stare accanto a Ninno bello, come ci sta il bue e l’asinello!”.

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Quando lo sport incontra i poveri

Iniziative belle – Oggi, 18 dicembre nel centro sportivo della Guardia di finanza a Castelporziano, gli atleti delle Fiamme Gialle preparano e servono il pranzo ad un certo numero di poveri invitati dall’Elemosineria apostolica, il braccio della carità del Papa, invitati tra i tanti poveri che già vengono assistiti da associazioni di solidarietà e di beneficenza. E questo anche per l’82.mo compleanno di Papa Francesco celebrato ieri.

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Non c’è posto nella locanda

Bello il Natale, che va rivivere ai piccoli e ai grandi le emozioni più belle e vere del cuore umano. Anche le recite teatrali, che ripropongono momenti della notte santa e non di rado sconfinano in sorprese incredibili, come quella proposta. I bambini si aprono all’incanto del Natale, gli adulti si nascondono. – Signore, togli la maschera della nostra indifferenza e donaci un cuore che ti aspetti.

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La gioia può abitare i nostri deserti

Questa terza domenica dell’Avvento si chiama “Domenica Gaudete” (Dominica Gaudete, in latino) e il motivo è tratto dalla Lettera ai Filippesi: “Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino (Fil 4,4.5) e rafforzato dal versetto del salmo responsoriale “Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele (Isaia, 12). – Colui che attendiamo nel Natale può colmare tutti i nostri vuoti e far rifiorire ogni deserto umano. Il Bambino di Betlemme è il nostro Salvatore.

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La “Guida Michelin dei poveri”

Forse non tutti sanno che c’è anche una sorta di “Guida Michelin dei poveri” (così la chiamano ormai tutti) che indica dove mangiare, vestirsi e dormire: è compilata a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio e da 29 anni è diventata la “Guida Michelin dei poveri”. Il bene bisogna farlo, ne siamo tutti convinti, ma bisogna farlo bene, e ciò può sorprendere qualcuno. Ed ecco allora la «Guida Michelin» dei senzatetto che non vuole essere una civettuola imitazione, ma intende offrire all’attenzione dei bisognosi (e anche dei pigri) il servizio del bene.

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L’abbraccio del perdono

Il parroco di San Liborio, Napoli, durante i funerali di Antonio Ferrara (detto Petruccio), nell’omelia ha rivelato che il figlio del rapinatore, un ragazzo che fa un cammino di fede, scioccato e addolorato per quanto accaduto ha chiesto di incontrare Pietro, il figlio della vittima, per chiedergli perdono. Pietro ha accolto la richiesta e in sagrestia i due giovani, piangendo, si sono abbracciati. Un abbraccio che dice più di mille parole e non doveva rimanere chiuso nel segreto della sagrestia di San Liborio. È l’abbraccio di Natale.

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C’è sempre spazio alla solidarietà

Dal 2010 alla Auser di Borgomanero, un’associazione di volontari per la terza età, 26 medici specialisti visitano gratuitamente pensionati, rifugiati e poveri. Nei locali dell’associazione Auser, a Borgomanero, in provincia di Novara, è in funzione da diversi anni un ambulatorio di volontari professionisti, composto da 26 specialisti. Sono tutti ex primari in pensione, cardiologi, dermatologi, radiolgi, urologi, nefrologi, che soltanto nel 2017 hanno visitato migliaia di persone senza chiedere nulla in cambio. – Un bellissimo esempio da imitare. Ma ci saranno volontari in futuro?

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La lezione dell’elemosina

“Nonno Dobri”, come era chiamato in Bulgaria, morto all’età di 103 anni, nel monastero di San Giorgio a Kremikovtsi, ha dedicato l’ultima parte della sua vita a raccogliere elemosine per il restauro di chiese e monasteri in tutto il paese. Precedentemente aveva elemosinato per aiutare gli orfanatrofi. Santa Teresa di Calcutta raccomandava di aiutare sempre il povero che si ha davanti. Due persone che hanno aiutato l’umanità a riscoprire la bontà.

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Due perle preziose per la mamma

Alla mamma che accompagnava la figlia alla discoteca di Corinaldo, in provincia di Ancona, e l’ha salvata facendole scudo col suo corpo va il commosso e sincero riconoscimento. Ormai il fatto è noto a tutti: nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 sei persone sono morte e altre 59 sono rimaste ferite in quella discoteca, mentre aspettavano l’inizio del concerto del rapper Sfera Ebbasta. Le vittime sono 5 ragazzi minorenni, tra i 14 e i 16 anni e una madre che accompagnava la figlia.- Ma ai ragazzi bisogna suggerire che è ora di finirla con pretese capricciose ed egoistiche che causano ansia e sofferenze ai genitori e che sappiano offrire alla mamma la perla più preziosa per lei: l’amore riconoscente e rispettoso.

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Pentimento come ritorno a casa

Ritornare a casa dopo aver sbagliato e trovare chi ti perdona fa rinascere alla vita. La parabola del figliol prodigo (Luca 15,11-32) mostra non solo il figlio che ha sbagliato e ritorna a casa chiedendo di restarvi come servo, ma mostra soprattutto il Padre che fa festa per aver ritrovato il figlio perduto. Quante volte l’uomo, per il fascino misterioso del male, si trova a sperimentare strade sbagliate per poi scoprire il vero dono della vita vissuta nella pace e nelle buone relazioni con gli altri. Il perdono ci rende simili a Dio e apre il cuore alla vera festa.

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Presepio e simboli natalizi oggi

L’albero e il presepe ci aiutano a contemplare il mistero della nascita di Gesù. Sono “simboli affascinanti del Natale. Possano portare nelle famiglie e nei luoghi di ritrovo un riflesso della luce e della tenerezza di Dio, per aiutare tutti a vivere la festa della nascita di Gesù. Contemplando il Dio Bambino che sprigiona luce nell’umiltà del presepe, possiamo diventare anche noi testimoni di umiltà, tenerezza e bontà” papa Francesco).

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Beati i monaci di Tibhirine, Algeria

I monaci di Tibhirine sono stati martiri per amore: «con» e non «contro», i martiri del dialogo. La loro quotidianità era fatta di preghiere, di pasti frugali, di lavoro nell’orto. Pacifici i loro contatti con la popolazione locale, interamente musulmana. I monaci erano rispettati e anche amati per le cure mediche praticate da uno di loro attraverso un piccolo ma efficiente ambulatorio. Poi tutto è sembrato fine dinanzi al fanatismo jihadista che li massacra crudelmente. I monaci si si erano chiesti se restare o partire: scelsero di restare «con» e non «contro». Da veri uomini di Dio.