Cultura e Società Politica

Parla il Dr. Tino Mazzitelli

“I commissari che si sono alternati nel tempo hanno ingigantito i danni”

“In Calabria siamo governati da persone sintonizzate su una frequenza che si colloca a una distanza siderale dalla realtà”

Dr. Tino Mazzitelli (Ex Direttore Sanitario P.O. Tropea) (Presidente Associazione “Sanità Bene Sociale”) – foto Libertino

Siamo senza parole e, soprattutto, ci rendiamo conto che in Calabria siamo governati da persone sintonizzate su una frequenza che si colloca a una distanza siderale dalla realtà. Che è quella dei giorni durissimi della seconda ondata della pandemia da Coronavirus 19. Solo una classe di governo regionale che vive su Marte attraverso la sua più alta espressione, il presidente f.f. della Regione Calabria. on. Nino Spirlì, elevato a tale ruolo per grazia ricevuta, può sproloquiare in maniera indecente sulla situazione sanitaria calabrese, oggi alla ribalta nazionale in ragione del fatto che sta attraversando un periodo assai travagliato dovuto, tra l’altro, alla totale incompetenza e inidoneità dei commissari ad acta succedutisi nel tempo e nominati non per titoli ma per appartenenza politica. Dopo essere assurto agli onori della cronaca per le sue “amene riflessioni” sulla comunità gay calabrese di cui, per sua stessa ammissione, fa parte integrante, il presidente f.f. Spirlì con i suoi tempi e con le sue convulsioni espressive, alcuni giorni fa, ha inanellato un’altra stupefacente “gaffe” imperniata, questa volta, sulla nomina politica del nuovo commissario regionale alla sanità, dopo la defenestrazione per manifesta incapacità del generale Cotticelli.
Una rozza dichiarazione, la sua, intrisa di xenofobia e fortemente ideologica sul “dequalificato”, probabile nuovo commissario regionale alla sanità, Gino Strada, fondatore di Emergency e personaggio di grande levatura morale e professionale, nella quale è difficile separare l’infondatezza specifica e la volgarità dell’analisi, che ha suscitato un coro unanime di proteste, di reazioni che vanno dall’incredulità per tanta improntitudine, allo sconcerto, allo stupore, all’indignazione. La sanità calabrese sta attraversando una crisi notevolissima com’è estremamente agevole constatare; che in una situazione siffatta il presidente f.f. regionale cui è stato affidato, forse con eccessiva disinvoltura, tale importante ruolo, invece di dedicare tutto il suo impegno per contrastare concretamente tale crisi, si diletti in facilistiche ricerche di colpevoli, suscita profondi sensi di sgomento e di amarezzsa.
Ai calabresi verrebbe facile ricordare che il presidente f.f. non ha un pedigree culturale e politico né raffinato né decente per imputare esclusivamente al governo nazionale la degenerazione della sanità in Calabria. Come sarebbe opporre dito medio a dito medio dire sciocchezze al solo scopo di supportare la tesi che lo sfascio della sanità sia attribuibile in massima parte al suo commissariamento. Il pericolo è che sulla base di tali pretestuosi assunti non si riesce a vedere più i limiti, le carenze, le insufficienze, le contraddizioni nelle quali si dibatte la sanità nell’intero Sud. Vedere tutto ciò è indispensabile, tra l’latro, per pretendere dalle istituzioni interventi adeguati. Noi stessi meridionali dobbiamo operare, per quanto concerne i nostri ruoli, per attenuare i nostri stessi mali fino alla loro tendenziale eliminazione.
Occorre allora ritornare al rigore dell’analisi, direi alla spietatezza dell’analisi. Operazione necessaria e urgente, ma anche estremamente difficile fin quando avremo attacchi rozzi e infondati, quali quelli dell’on. Spirlì, non per nostra colpa presidente f.f. della Regione Calabria Predicando bene e razzolando male l’on. Spirlì è arrivato al vertice della piramide non certo per i suoi trascorsi di grande politologo o per meriti particolari, ma per essere stato folgorato sulla via della Piana Reggina dalle piroette salviniane, fortemente ansioso di dimostrare che anche in Calabria era possibile realizzare i propositi di radicale rinnovamento morale e politico proclamati dal grande capo del Carroccio.
La gente, anche quella che lo ha votato, oggi si trova davanti il prototipo imbarazzante del tartufismo politico che impera nel consiglio regionale. Un leader impetuoso contro i vizi altrui, sempre assolutorio nei confronti dei suoi, all’apparenza un uomo rigido, integerrimo, incorruttibile e perciò implacabile contro le umane debolezze, in realtà un Savonarola all’incontrario, un moralista immorale e predicatorio sempre pronto a puntare il dito contro Roma ladrona ed il suo governo di incapaci.
Esiste una stupidità lieve dovuta all’effettiva scarsa intelligenza d’una persona e allora che farci… pazienza, non è rovinosa per nessuno. Invece fa paura la stupidità aggressiva che si esprime con violenza verbale e con l’idiozia nella convinzione di essere nel giusto. Sappia l’on. Spirlì che il disastro della sanità calabrese è in massima parte attribuibile ad una politica regionale miope e assente, usata come pascolo elettorale, basata sugli interessi dei singoli e spesso in connubio con le lobby politico affaristiche. Una sanità da terzo mondo in anni di malaffare lucrati sulla pelle dei calabresi. Un intreccio distorto di illegalità che non risparmia nessuno di quelli che hanno le mani in pasta. Fanno ridere pertanto quanti, oggi, ivi compreso l’on. Spirlì, saliti sull’altare dei puri e degli esperti tuonano contro il commissariamento della sanità calabrese reclamando il diritto-dovere di essere loro stessi a decidere e a guidare la sanità. Sono riottosi al solo pensiero di dover interloquire e di interfacciarsi con esperti e professionisti venuti da fuori Regione.
Ma perché, allora, non si chiedono come mai da più di un decennio la Calabria è commissariata? Perché la gestione politica della sanità aveva fallito creando un sistema imperniato sul “do ut des” tra amici ed amici degli amici che a lungo andare ha portato ad un disavanzo spaventoso. E’ vero, i commissari che si sono alternati nel tempo hanno ingigantito i danni, ma ciò non assolve quei politici, allora indifferenti, che oggi reclamano lo scheletro della sanità. Quanti di costoro hanno in tasca la giusta soluzione, le ricette giuste per far uscire la sanità dalle sacche dell’immobilismo? Dove sono stati in tutto questo tempo?
In assenza di riscontri diventa allora un grande atto di responsabilità da parte di chi ci rappresenta, perché lo abbiamo votato, rendersi conto che i toni aspri della polemica si smorzino prima che la situazione, non solo quella sanitaria, diventi ingovernabile e sfoci nella completa anarchia.

(Ex Direttore Sanitario P.O. Tropea) (Presidente Associazione “Sanità Bene Sociale”)
Dr. Tino Mazzitelli

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Comunicato Stampa
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