Francesco BarrittaCommenti disabilitati su Per ricordare chi non c’è più
Per ricordare chi non c’è più
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Una messa organizzata dal personale di Oncologia
Iniziativa giunta al terzo anno. Occasione per stare insieme
La cappella Papa Giovanni Paolo IIDomani mattina si terrà una messa molto particolare. È quella organizzata dal personale del reparto di Oncologia dell’ospedale di Tropea in suffragio dei pazienti che ci hanno lasciato durante lo scorso anno. La messa sarà officiata alle ore 11.30 nella cappella “Papa Giovanni Paolo II”, ubicata al quinto piano del presidio ospedaliero della cittadina tirrenica. A celebrare questa particolare funzione sarà padre Camillo, già cappellano volontario dell’ospedale di Tropea per molti anni, che nel mese di agosto è stato trasferito in provincia di Reggio Calabria. Molta gente ricorda con affetto padre Camillo, per questo motivo la presenza del frate francescano renderà ancora più speciale la funzione religiosa di domani soprattutto per i pazienti del reparto di Oncologia, diretto con professionalità e spirito di abnegazione dalla dottoressa Maria Grazia Arena. È grazie anche al lei se Oncologia di Tropea può essere considerato oggi uno dei fiori all’occhiello dell’intera sanità vibonese.
Ad organizzare questo momento di preghiera sono stati tutti coloro che operano attorno al reparto, dal personale medico e paramedico ai tanti volontari dell’associazione “Insieme per…”, che, assieme all’assistente sociale Michela Ragno, si occupano di tenere alto l’umore dei pazienti e di dare supporto psicologico anche ai familiari.
È già il terzo anno che viene organizzata questa messa, che per gli ammalati sottoposti a cure chemioterapiche e per i loro cari rappresenta anche un modo per rafforzare il proprio sentimento di fede e di speranza.
La notizia di questa iniziativa è stata accolta positivamente da tutte le famiglie dei malati di Oncologia e dai congiunti di chi, oggi, non è più con noi, perché il forte legame che si crea tra i familiari dei pazienti e coloro che operano nel reparto, spesso, diventa assai intenso.
Docente ordinario di Lingua e letteratura italiana e Storia presso il Nautico di Pizzo (VV), è giornalista iscritto all'albo professionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria, elenco pubblicisti. Ha diretto varie testate giornalistiche, tra cui Tropeaedintorni.it
Gesù è venuto a servire e dare la vita. Egli mostra qual è il cammino del discepolo: chi lo vuole seguire deve mettersi all’ultimo posto. Allora sì, sarà primo, ma nell’amore. – Sì, davanti a Dio il più grande è colui che serve. – Gesù disse: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me». Accogliendo i piccoli e gli ultimi, in loro possiamo riconoscere la misura del suo Regno. – Diventa vera dignità la possibilità offerta all’uomo di imitare l’umiltà del Verbo Incarnato.- Una conseguenza sconvolgente: il piccolo diventa il “sacramento” di Gesù e quindi in lui accogliamo il Padre.
Il tempo di Quaresima prepara il cuore al perdono di Dio e a perdonare a nostra volta come Lui: come? “dimenticando” le colpe altrui. Perdonare come perdona Dio: perdonare senza limiti, chiedendo al Signore che ci aiuti a dimenticare l’offesa ricevuta.
In questa atroce guerra tra Russia e Ucraina le Opere di misericordia (corporali e spirituali) possono essere la palestra in cui esercitare concretamente il senso della “misericordia” verso gli altri, specialmente verso i profughi. – Bisognerà amare con i fatti e non solo con le parole. E quando le compiamo, riusciremo a sentire le parole di Gesù, il quale ha detto: “Ogni volta che avrete fatto una di queste opere al più piccolo dei fratelli, l’avrete fatta a me!”