Politica

SOGNO O SON DESTO?

“Di buone intenzioni sono lastricate le vie del Signore”

“Che cos’è la cultura se non lo strumento di educazione e di formazione di una comunità indirizzato verso una inclusione…”

Dr. Tino Mazzitelli (Ex Direttore Sanitario P.O. Tropea) (Presidente Associazione “Sanità Bene Sociale”) – foto Libertino

Appresa la ferale notizia, in verità non del tutto inaspettata, relativa alla sonora bocciatura di Tropea quale capitale italiana della cultura 2022, non possiamo non essere costernati di fronte ad una decisione che vede la città fortemente penalizzata dopo che alcuni venditori di fumo attraverso una enorme diffusione mediatica avevano dato per certo che essa sarebbe entrata almeno tra le dieci città finaliste. Di buone intenzioni sono lastricate le vie del Signore, solo che per renderle realistiche non bastano voli pindarici, insulsa retorica e una dose abnorme di demagogia.
Nei mesi scorsi abbiamo assistito ad una serie infinita di annunci propagandistici tutti tesi a sensibilizzare e a convincere oltre all’opinione pubblica tropeana anche la commissione preposta che Tropea era in possesso di tutti i requisiti per diventare capitale della cultura 2022. Hanno chiosato politici e uomini di cultura che la città aveva risorse culturali tali da offuscare, addirittura, la
la capitale europea della cultura 2019, Matera. E’ vero! Peccato però che è priva delle risorse umane necessarie per renderle attuali; né ha una equipe che abbia i titoli per realizzare quanto declamato. Una politica all’insegna della cultura, difatti, non può essere fatta con chiunque, essa deve essere il prodotto di uno straordinario lavoro di squadra che non deve essere asservita al capo di turno, ma formata da competenze alte e dotata di autonomia intellettuale in grado di suggerire apporti creativi finalizzati ad un serio e concreto programma di sviluppo socio-culturale.
Che cos’è la cultura se non lo strumento di educazione e di formazione di una comunità indirizzato verso una inclusione sociale e caratterizzato da una visione d’insieme necessaria alla costruzione di una diversa e migliore realtà socio-politica? La parola “cultura” prevede consapevolezza di sé e del mondo, crescita morale e spirituale, una ricchezza che non si conta in soldi. Non è sufficiente quindi annunciare palingenesi epocali e ricette miracolose. Dietro la patina vellutata che si tenta ancora oggi di mostrare emerge una conduzione che non sa operare alcun rilancio strutturale, offende i cittadini che pagano sulla loro pelle i guasti di una politica fatta solo di esternazioni, di proclami che possono sedurre solo gli sprovveduti e gli ottimisti più disincantati.
Nessun pazzo può essere tanto pazzo di pensare sul serio che basti un bel centro storico, un mare verde smeraldo, la dolce cipolla, etc… o che sia sufficiente edulcorare con la retorica di qualche attestato di stima o di qualche sparuta iniziativa più o meno rilevante, o con il facile ragionamento gesuitico o addirittura con elucubrazioni manichee e sofiste, per far assurgere Tropea agli onori di città capitale della cultura.
La rivoluzione culturale propugnata non può essere il frutto illusorio di una fantasia alterata, il sogno
di una notte di mezza estate. Essa deve essere il prodotto di un insieme di progetti e di iniziative di alto profilo politico, sociale, culturale per sostenere agricoltura e artigianato, per promuovere l’educazione alla legalità e al rispetto delle istituzioni, per incrementare la lotta alla criminalità, per dare un concreto sostegno ai meno abbienti attraverso una più incisiva politica sociale, per la tutela dell’ambiente e per la formazione di una sensibilità ecologica, per sviluppare e riqualificare il decoro urbano e il centro storico, per sostenere l’arte e il folklore, per la tutela del diritto alla salute attraverso il potenziamento di strutture sanitarie territoriali e ospedaliere, per rimettere in sesto la scuola e la viabilità, per ripristinare la legalità e sradicare la criminalità. Tutto questo è cultura! Mentre i politici di rango pensano solo a quello che possono realmente dare, politici in erba come i nostri pensano solo a somministrare ricette miracolose che alla fine svaniscono, come nel caso in ispecie, nel marasma della loro stessa insussistenza e nel fittizio entusiasmo.
La situazione politico-culturale tropeana ha ormai raggiunto un livello tragicomico che solo attingendo al grande Cervantes possiamo tentare di dare una plausibile spiegazione, altrimenti si dovrebbe parlare di perdita delle capacità mentali. La storia che il grande romanziere racconta è lo specchio fedele di una situazione che può essere traslata e proiettata ai nostri giorni a Tropea; una storia che sublima il nostro subconscio con il surreale racconto di un eroe, don Chisciotte della Mancia, che esaltatosi alla lettura dei racconti sulle gesta dei cavalieri erranti decide di emularli. Armatosi di tutto punto, spalleggiato dal fido Sancio Panza, parte in cerca di quella gloria che può derivargli unicamente dal combattere per l’ingiustizia subita. Dopo aver percorso in lungo e largo l’agro tropeano ed aver distrutto tutti i mulini a vento trovati sul suo cammino, approda, carico di gloria, nel bel mezzo della tenzone politico-culturale e anziché ritornare al suo castello, palazzo S. Chiara, godere dei piaceri di un meritato riposo tra le braccia, nel caldo talamo dell’etere Dulcinea del Moboso, furioso si butta nell’agone con l’intento di fare piazza pulita dei nemici che infestano il feudo tropeano. Sguainato il gladio, vibrando fendenti a destra e a manca riesce ad avere il sopravvento.La sua città assurge agli onori e alla gloria che merita! Un nuovo ordine cala sulla vita politica e socio-culturale della città. Legalità, trasparenza e soprattutto una città rigogliosa che sprigiona un patrimonio di saperi, tradizioni, valori e usanze. Le lobby politico-affaristiche e gli intrecci del sistema di potere occulto di riferimento svaniscono come neve al sole, la democrazia, il rispetto, la solidarietà, l’amicizia trionfano, il desiderio di servire la collettività è irrefrenabile, il suo benessere è garantito con fermezza.
Berlusconi e Giorgia Meloni, Salvini e Alberto da Giussano tornano ad essere il faro e la luce. Si ha la sensazione mista a certezza di vivere in un’altra città, in un altro mondo. Tutto ad un tratto, madido di sudore, un sussulto, un interrogativo angoscioso: SOGNO O SON DESTO?

(Ex Direttore Sanitario P.O. Tropea)
Dr. Tino Mazzitelli

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Comunicato Stampa
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