Fede e dintorni

Una missionaria laica italiana uccisa in Perú

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Una missionaria laica italiana uccisa in Perú.

–La luce della Pasqua di Cristo avvolge le storie dei martiri di ieri e di oggi: una missionaria laica uccisa in Perú… ; l’assalto e il ferimento di Padre Christian Carlassare, vescovo eletto della diocesi di Rumbek in Sud Sudan prossimo ad essere consacrato.
– Martiri perché portavano i poveri nel cuore.
– La missionaria laica italiana Nadia De Munari, 50 anni, è stata aggredita a colpi di machete nella sua abitazione di Nuevo Chimbote, in Perú, mentre dormiva ed è morta in ospedale.
– Di origini vicentine, lavorava come volontaria e missionaria laica nel Paese sudamericano dal 1995 con l‘Operazione Mato Grosso. Aiutava i poveri delle baraccopoli e gestiva gli asili destinati ai bambini. L‘aggressione è avvenuta mercoledì 21 aprile nella sua casa a Nuevo Chimbote, sulla costa centro-settentrionale ed è morta dopo quattro giorni di agonia, sabato 24 in seguito alle gravi ferite riportate.

Dalle cronache del web.
♦ “Assalita forse durante tentativo di rapina” Missionaria laica italiana uccisa in Perù. Giunta nel Paese andino nel 1995, gestiva sei asili, una scuola elementare con 500 bambini sorta in una baraccopoli e una casa famiglia dove accudiva alcune ragazze disagiate, attività rientranti nei programmi di Operazione Mato Grosso.
♦ Nella casa famiglia di cui era responsabile, il centro ‘Mamma mia’ di Nuevo Chimbote, viene fornito cibo gratuito a minori e madri bisognosi della zona.
♦ Una collega missionaria riesce appena a dire: “Non avevano mai assistito a tanta barbarie, siamo increduli e scioccati, chiediamo si faccia luce”.
Le indagini vanno avanti… Ma è importante scendere dentro la storia di Nadia De Munari.

Il cuore per il prossimo.
«La sensibilità e delicatezza di Nadia De Munari non avevano confini, era sempre attenta ai bisogni degli altri, soprattutto dei bambini, che contavano più di ogni altra cosa nel suo cuore». Sono parole di Massimo Casa, membro di Operazione Mato Grosso e amico da oltre trent’anni della missionaria laica cinquantenne morta sabato scorso in seguito alle gravi ferite riportate.
Giunta nel Paese andino nel 1995, gestiva sei asili, una scuola elementare con 500 bambini sorta in una baraccopoli e una casa famiglia dove accudiva alcune ragazze disagiate, attività rientranti nei programmi di Operazione Mato Grosso.
Era tutta la sua vita, la sua vocazione, sorta a 16 anni, quando iniziò a maturare interesse per l’attività del movimento di volontariato di ispirazione cattolica fondato dal salesiano Ugo De Censi nel 1967.
Maestra elementare, si recava spesso nelle case a portare aiuti alimentari e si occupava della formazione delle insegnanti, «attenta alle esigenze che ogni situazione familiare richiedeva, cercando sempre soluzioni per risolvere i disagi dei più piccoli, ben consapevole dei rischi cui andava incontro».
In questo periodo aiutava le maestre mandando i programmi via telefono ai bambini che non potevano recarsi a scuola a causa del lockdown.

In un luogo ad alto rischio.
♦ Nuevo Chimbote, sulla costa centro-settentrionale del Perú, è conosciuto in tutto il Paese per l’alto tasso di pericolosità. Si tratta infatti di una baraccopoli cresciuta a dismisura e senza regole con l’arrivo continuo di disperati in cerca di fortuna dai poverissimi villaggi delle Ande.
Quegli stessi disperati che difese con coraggio anche Giulio Rocca, missionario laico, anche lui di Operazione Mato Grosso, che fu barbaramente assassinato nel 1992 dai guerriglieri di Sendero Luminoso: nel taschino della sua camicia allora venne trovato un biglietto della spesa con, da una parte, la lista delle vettovaglie e viveri da comprare per sfamare i poveri, e dall’altra a chiare lettere il nome «Gesù».

Il ricordo della sua città.
Nella serata di sabato 24 aprile si è tenuto a Schio, la cittadina in provincia di Vicenza dove la missionaria era nata, un momento di preghiera nel quale tutti hanno ricordato la sua instancabile dedizione verso il prossimo.
«Siamo stretti al dolore della famiglia di Nadia che da trent’anni lavorava in prima linea a fianco dei poveri», ha dichiarato il vescovo di Vicenza, Beniamino Pizziol.
♦Messaggi di cordoglio sono arrivati anche dal vescovo di Chimbote, Ángel Francisco Simón Piorno, che ha auspicato giustizia di fronte al dolore di un popolo.
(fonte: cf Osservatore Romano, 26 aprile 2021 e altro web).

La luce della Pasqua di Cristo avvolge le storie dei martiri di ieri e di oggi: una missionaria laica uccisa in Perú… ; l’assalto e il ferimento di Padre Christian Carlassare, vescovo eletto della diocesi di Rumbek in Sud Sudan prossimo ad essere consacrato. Martiri perché portavano i poveri nel cuore. – La missionaria laica italiana Nadia De Munari, 50 anni, è stata aggredita a colpi di machete nella sua abitazione di Nuevo Chimbote, in Perú, mentre dormiva ed è morta quattro giorni dopo in ospedale. – Di origini vicentine, lavorava come volontaria e missionaria laica nel Paese sudamericano dal 1995 con l‘Operazione Mato Grosso. Gestiva sei asili, una scuola elementare con 500 bambini sorta in una baraccopoli e una casa famiglia dove accudiva alcune ragazze disagiate.

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