Attualità

Il bancomat della discordia

Mario Lorenzo si oppone all’installazione

Il presidente della Pro loco si oppone alla possibile coabitazione

Pro loco Tropea – foto Libertino

Si alzano i toni della querelle tra il Comune e la Pro Loco per la vicenda dello sportello  Bancomat, da installare nei locali dell’Antico Sedile dove hanno sede gli uffici dell’associazione, con l’invio di una lettera del presidente  Mario Lorenzo al commissario prefettizio Giovanni Cirillo nella quale si evidenzia che “il contratto concluso tra Comune e Banca Popolare del Mezzogiorno è incompatibile con il contratto di comodato in essere tra Pro Loco e comune di Tropea per cui, non potendo coabitare, dovrà essere effettuata una scelta di campo”. La richiesta di scegliere come locatario dei locali solo uno dei due soggetti, che ha il sapore di un ultimatum, giunge in risposta all’invio di un fax del commissario Cirillo indirizzato a  Lorenzo nel quale si comunica che “stamattina, giorno 14  ottobre, alle ore 10 si presenteranno  i tecnici della Banca Popolare per l’installazione dello sportello Bancomat”. Sul punto il presidente dell’associazione ha le idee chiare: come ha già fatto precedentemente impedirà ai tecnici d’installare la macchinetta. Questo nonostante la formale diffida fatta pervenire alla Pro loco  , per conto del Comune,  dall’avvocato Maria Limardo che in due lettere, datate il 14 e il 22 di ottobre, ha precisato  che “l’atteggiamento illegittimo ha già provocato  e sta provocando consistenti danni al Comune che sono stati richiesti dalla banca (si  parla di 1milione di euro per il mancato guadagno per il periodo della durata del contratto stabilita in 6 anni ndr) e per i quali si formula espressa riserva di rivalsa”. Si specifica  inoltre nelle lettere che se non sarà consentita l’installazione entro sette giorni “il Comune sarà costretto a tutelare la sua posizione innanzi la competente magistratura”. Ma Lorenzo è ben determinato a non ottemperare alla richiesta spiegandone le ragioni. Ribadisce le motivazioni dell’impatto estetico negativo sull’antico palazzo del ‘700 di grande pregio storico-architettonico e i notevoli disagi per l’agibilità oltre che i potenziali rischi per la sicurezza degli operatori della Pro Loco e dei numerosi utenti durante le operazioni di carico e scarico del Bancomat che vengono effettuate da agenti armati, previo lo sgombero del locale. A questo si aggiunge il fatto che nessuna menzione che il locale è sede della Pro Loco è stata fatta nel contratto di locazione stipulato tra Comune e Banca e di cui il Lorenzo ha potuto avere visione solo dopo che la Limardo glielo ha inviato dietro sua esplicita richiesta. Infine evidenzia il problema delle chiavi dell’ufficio che non è disposto a fornire agli addetti della Banca per evidenti motivi di tutela della privacy dei documenti, delle attrezzature informatiche e di tutto ciò che è contenuto dentro la stanza “né, puntualizza, siamo disponibili a fare gli uscieri per aprire e chiudere secondo le esigenze della Banca”. Lorenzo infine, ribadendo che  il Commissario dovrà scegliere tra “noi o la Banca”,  ricorda che “il  locale del piano terra con entrata piazza Ercole della prestigiosa struttura è stato  dato in comodato d’uso alla Pro Loco dall’allora sindaco Peppino Romano nel  1986; nel 1993 poi è stato il sindaco Gaetano Vallone a concedere anche la stanza con entrata  dal Corso Vittorio Emanuele, concessione legittimata nel 2005 da una delibera del successivo sindaco Mimma Cortese che, facendo riferimento al fatto che la Pro Loco aveva sede nella stanza adiacente, concedeva in comodato  l’altra stanza per consentire l’attuazione del progetto CISP Calabria, denominato “Internet Social Point”, cioè una postazione informatica ad uso  gratuito per turisti e residenti (cosa che non si è poi realizzata ndr).

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