Attualità

14 giugno giornata mondiale del donatore di sangue

Riflettori accesi sui municipi dei comuni della nostra provincia

L’iniziativa è stata promossa dall’Avis Provinciale di Vibo Valentia, in occasione della giornata mondiale del donatore di sangue (World Blood Donor Day)

Tanti i comuni che hanno aderito alla manifestazione, da Nicotera a Serra San Bruno, da Vazzano a Limbadi, Rombiolo, Filadelfia e tanti altri. Luci rosse che hanno illuminato le case comunali per unirci nel fil rouge rouge che ci tiene uniti nella solidarietà, affinché sempre più persone si possano avvicinare alla pratica del dono.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha scelto quest’anno il nostro Paese per ospitare l’evento globale che ogni anno, il 14 giugno, celebra i donatori di sangue di tutto il mondo, in occasione della nascita di Karl Landesteiner, che nel 1900 identificò i gruppi sanguigni A, B e 0.
Lo slogan del WBDD 2021 è “Dona il sangue e fai battere il mondo”, e mira a sensibilizzare soprattutto i giovani dai 18 ai 45 anni alla cultura del dono
Quest’anno si desidera rivolgere particolare attenzione alle giovani generazioni e al loro ruolo di guida. I giovani possono contribuire ad un forte cambiamento culturale verso la consapevolezza del valore del dono e della sua gratuità, perché il dono va inteso come elargizione disinteressata e come adesione ai forti ideali di vita ad esso correlati: la solidarietà, il volontariato, la tutela della salute. Obiettivo è focalizzare l’attenzione sulla donazione di sangue che, oltre a essere un gesto volontario prezioso socialmente, è indispensabile per garantire cure e terapie necessari a chi ne ha bisogno.
Occorre sensibilizzare, soprattutto a scuola, per educare alla solidarietà e alla condivisione umana che sono i valori cardine su cui dovrebbe basarsi la vita in comunità. La donazione rientra in questi valori, ecco perché è importante che i giovani che abbiano compito 18 anni si avvicinino a questo mondo per dare il proprio contributo per la salute di tutti».  
Infine il concetto di sangue e plasma come beni pubblici a disposizione del nostro Sistema sanitario nazionale: in Italia esiste una norma precisa (la legge n°219 del 21 ottobre 2015) che disciplina le attività trasfusionali e la produzione nazionale degli emoderivati e che è espressione della volontà di un Paese di mantenere la donazione come un gesto non remunerato.
Laddove la donazione rimane solidale c’è maggiore disponibilità dei donatori anche in fase di emergenza, a differenza di quei Paesi dove, anche di fronte a un contributo economico in cambio, in molti decidono di rinunciare per tutelare la propria salute. E il Covid-19 ha ribadito questo concetto ancora una volta. Autosufficienza e farmaci derivati da plasma etico sono le garanzie più importanti per tutti i pazienti.

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Redazione
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