Fede e dintorni

Beatificati 127 martiri spagnoli

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Beatificati 127 martiri spagnoli.

– E’ sempre tempo di martiri. Lo scorso 16 ottobre sono stati beatificati 127 compagni martiri spagnoli della diocesi di Cordoba con a capo il beato Juan Elias Medina.
– L’evento apre uno spaccato di storia, la cui memoria potrà diventare luogo di evangelizzazione dentro contesti secolarizzati. – Questa la testimonianza dei martiri della guerra civile spagnola di inizio “900 nelle parole del cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi che giorno 16 ha presieduto la Messa di beatificazione nella Cattedrale di Cordoba.
– Furono uccisi in odio alla fede. E la fede che confessarono la portarono dentro al cuore fino al momento della morte esprimendola con gioia nelle parole “Viva Cristo Rey”, a cui cui unirono il perdono ai loro esecutori.- Luce, amore, verità, distacco dal peccato hanno segnato le vite di questi fratelli martiri. – All’odio scatenato dal mondo essi hanno testimoniato l’amore: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito».

Un evento atteso.
♦ La firma del Papa che autorizzava i decreti relativi a 127 martiri della guerra civile spagnola tra il 1936 e il 1939 era giunta nel novembre di un anno fa. Il 16 ottobre scorso la diocesi di Cordoba, che di quel martirio in odium fidei fu scenario, in tre Vicarie, ha salutato i nuovi beati nella Messa presieduta dal cardinale Marcello Semeraro.
♦ Erano sacerdoti, tra cui Juan Elìas Medina – Giovanni Elia Medina – ma anche religiosi e laici, le cui brutali esecuzioni si inseriscono nell’ambito del clima di persecuzione che, durante la guerra civile spagnola, i miliziani repubblicani instaurarono nei confronti di tutti quelli che si professavano membri della Chiesa cattolica.
Fu dunque l’odium fidei il motivo prevalente della loro morte: alcuni erano impegnati in attività ecclesiastiche o erano membri di associazioni come l’Azione Cattolica o l’Adorazione Notturna del Santissimo Sacramento. Lo stesso don Juan Elias nei giorni della prigionia portò conforto e assistenza spirituale ai suoi compagni.
E la fede che confessarono la portarono dentro al cuore fino al momento della morte esprimendola con gioia nelle parole “Viva Cristo Rey” cui unirono il perdono ai loro esecutori.

Gli eletti dal Signore.
Ma cos’è l’odio del mondo e chi sono questi martiri? – Pronunciando la sua omelia il cardinale Marcello Semeraro prefetto della Congregazione delle cause dei santi, ne parla come di “eletti” dal Signore, cioè “scelti” ma anche “tirati fuori dal mondo”, e proprio per questo odiati:
♦ Nell’odio del mondo, dunque, c’è come la gelosia e l’invidia di chi ha perduto la sua preda; di chi se l’è vista sottrarre. Ecco, allora, il duplice impegno, che la parola del Signore intende suscitare nella nostra volontà: la presa di distanza dal «mondo», che qui indica l’insieme di chi alla luce preferisce le tenebre, alla verità l’errore, all’amore l’odio; e poi, anche, l’attenzione a non lasciarci ammaliare dalla nostalgia del peccato.

Luce, amore, verità, distacco dal peccato ha dunque segnato le vite dei discepoli, come di questi fratelli, ma anche la “vicinanza a Dio”: “Lo scenario aperto dall’annuncio dell’odio del mondo è – afferma il cardinale nell’omelia- esattamente l’esatto contrario dell’altra parola confortante e colma di promesse: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito». Ci pare, allora, di sentire l’eco del canto pasquale: Mors et vita duello conflixere mirando … «La morte e la vita si sono battute in uno stupefacente duello: il Signore della vita, morto, vivo regna».
È la consapevolezza che animò i nostri martiri, molti dei quali, come sottolineò il vescovo di Cordoba Adolfo Pérez y Muñoz, mentre erano uccisi gridavano: «Viva Cristo Re»! Regnavit a ligno Deus.”

Odiati dal mondo perché appartenenti a Gesù.
♦ Attenzione però a non confondere – ha ammonito il cardinale – l’odio del mondo con “qualunque difficoltà” o con le avversità “che non provengono dal nostro essere veramente discepoli del Signore, ma che sono la conseguenza delle nostre infedeltà, del nostro essere entrati nella logica del mondo”.
Odio del mondo è la “violenza che si abbatte su di noi perché siamo del Signore. A causa del suo Nome. È per questa interiore certezza che un cristiano giunge perfino ad essere lieto di soffrire, come si legge negli Atti degli Apostoli”. ♦ Perciò, “l’odio del mondo è inseparabile dal discepolato di Gesù ed è pure la sua migliore apologia” se è vero che Gesù ha detto: “Prima di voi ha odiato me”.

Tanti martiri, tanti carismi, la stessa fedeltà a Cristo.
In questo contesto si inseriscono le vite e le vicende dei 127 martiri spagnoli, un”folto gruppo di martiri, che il 16 ottobre la Chiesa ha dichiarato beati: una così grande varietà di profili umani espressa nella molteplicità dei vissuti quotidiani, prima di raggiungere la vetta del martirio il quale sigilla con il sangue tutta l’esistenza”.
“Siamo di fronte – ha concluso il cardinale Semeraro – a uno spaccato di storia la cui memoria potrà diventare luogo di evangelizzazione dentro contesti secolarizzati.
  È la testimonianza di una Chiesa circondata dalla varietà dei carismi. È come l’esplosione della Pentecoste, la realizzazione della profezia di Gioele: Lo Spirito Santo irrompe su tutti: anziani e giovani, figli e figlie, e chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvo”.

(fonte: cf vaticannews.va/it/16 ottobre 2021).

Lo scorso 16 ottobre sono stati beatificati 127 compagni martiri spagnoli nella Cattedrale di Cordoba, con a capo il beato Juan Elias Medina. – – Furono uccisi in odio alla fede. E la fede che confessarono la portarono dentro al cuore fino al momento della morte esprimendola con gioia nelle parole “Viva Cristo Rey”, a cui cui unirono il perdono ai loro esecutori. – Chi è discepolo di Cristo verrà perseguitato e anche ucciso: “l’odio del mondo è inseparabile dal discepolato di Gesù che ha detto: “Prima di voi ha odiato me”. All’odio scatenato dal mondo questi martiri hanno testimoniato l’amore: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito».

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