Politica

Consiglio: il 106 mette tutti d’accordo

Tutti uniti per sottoscrivere un documento contro il decreto

Passa in secondo piano anche la questione tributi

Il consiglio del 5 novembre – foto Libertino

Dissidi e polemiche messi da parte, almeno per una volta, durante il Consiglio comunale di ieri sera. A mettere tutti d’accordo è stato il dissenso comune contro il famigerato decreto 106 sulla sanità elaborato dal governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, che metterebbe a rischio la sopravvivenza del reparto di Oncologia, fiore all’occhiello non solo della sanità cittadina ma dell’intera Asp di Vibo Valentia. La proposta del presidente del Consiglio Massimo Pugliese di discutere subito il punto inerente la questione è stata accolta da tutti. Il vicesindaco Massimo L’Andolina ha detto che «i motivi per cui il reparto di Oncologia di Tropea verrà chiuso sono oscuri» e di natura politica, in contrasto con il lavoro positivo del reparto. Anche il primo cittadino Gaetano Vallone ha definito il decreto «un massacro della sanità» e si è detto disponibile a partecipare alla protesta della comunità tropeana. Per il sindaco, che ha quindi rivolto un messaggio a Scopelliti e Bevilacqua, esponenti del suo stesso partito, tale protesta «non ha alcun colore politico, perché la salute non è politica». Il capogruppo di minoranza Adolfo Repice si è a sua volta detto favorevole a sottoscrivere un documento comune con la maggioranza per richiedere la rielaborazione del decreto 106, mentre il consigliere Rodolico ha auspicato il coinvolgimento dei vertici regionali. Al termine degli interventi, si è votato all’unanimità per la stesura del documento contro il provvedimento di Scopelliti.
Sulla questione riguardante la contestazione da parte del gruppo di minoranza “Passione Tropea” di sei consiglieri di maggioranza per cause d’incompatibilità, poiché morosi nel pagamento di alcuni tributi, il consigliere Repice, dopo aver ripercorso le tappe della vicenda ha parlato anche dei possibili risvolti penali nella vicenda, richiamando «il reato di cui all’art. 483 del codice penale qualora, nel contesto dell’autocertificazione indirizzata al segretario comunale si sia dichiarato contrariamente al vero di non trovarsi in alcuna delle condizioni di incompatibilità». Per tali motivi “Passione Tropea” ha chiesto al sindaco di dimettersi e ai sei consiglieri interessati di astenersi dalla votazione. È intervenuto dunque Vallone, il quale ha chiesto a Repice per quale motivo egli stesso, all’atto del suo insediamento, non avesse rilevato tali cause d’incompatibilità o la morosità per carichi tributari. Il sindaco ha quindi confermato di aver rifiutato le dimissioni dei suoi consiglieri e pur avendo riconosciuto la gravità del fatto ha però rilevato che «tale situazione non ha nulla a che vedere con l’evasione fiscale». La successiva votazione, alla quale hanno preso parte tutti i consiglieri di maggioranza, ha riso a quest’ultima, perciò si è passati alla votazione dell’ultimo punto all’ordine del giorno, inerente la mozione sollevata dalla minoranza sull’introduzione della tassa di soggiorno, che non è passata raccogliendo i soli voti della minoranza. Proprio in merito alla discussione scaturita su questo argomento, durante il pomeriggio è giunto un intervento da parte del coordinatore dell’Associazione albergatori Tropea Debora Valente, che contrariamente ad alcune affermazioni del sindaco ha ribadito di non aver «mai avuto alcun dubbio sull’assoluta inopportunità di tale tassa per l’anno 2012» e di aver «da sempre tenacemente combattuto tale proposito».

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Francesco Barritta
Docente ordinario di Lingua e letteratura italiana e Storia presso il Nautico di Pizzo (VV), è giornalista iscritto all'albo professionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria, elenco pubblicisti. Ha diretto varie testate giornalistiche, tra cui Tropeaedintorni.it