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DEFUNTI OLTRAGGIATI: RITROVARE LE PAROLE DELLA FEDE

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Defunti oltraggiati: ritrovare le parole della fede.

– Quanto venuto alla luce al cimitero di Tropea nei giorni scorsi ha lasciato tutti sconvolti e suscitando commenti amari: una vergogna per la umanità, una offesa alla fede e al culto dei defunti; “una pagina buia che fa inorridire chiunque”, “disarmati e con gli occhi lucidi, ci si interroga su come si sia arrivati a tanto”; “l’amarezza nel cuore nel vedere scene terrificanti e ancor di più nel leggere commenti pieni di odio.
– Ma scoprire i limiti della nostra “umanità”, o meglio del come interpretiamo il “vivere quotidiano”, non deve indurci allo scoraggiamento, ma a ritrovare ciò che si era smarrito. “- Bisogna restare vigili e battersi, con rinnovata forza, per la legalità”; “difendere la memoria dei propri antenati”; “pregare per coloro che hanno profanato le salme perché si lascino illuminare da Dio”; “Dio parli di misericordia e di resurrezione alle coscienze: ognuno saprà ascoltare secondo l’intelligenza della propria anima”. – Occorre ritrovare, in semplicità, le parole della fede e la forza convinta della preghiera per un rinnovato suffragio ai defunti e di perdono a “coloro che non sanno quello che fanno”

Sepoltura dei defunti: opera di misericordia, professione di fede e atto di amore.
Le parole di Papa Francesco nella catechesi del 30 novembre 2016, a proposito dell’ultima opera di misericordia corporale “Seppellire i morti”.
“Per i cristiani, la sepoltura è un atto di pietà, ma anche di grande fede… Noi cristiani deponiamo nella tomba il corpo dei nostri cari, con la speranza della loro risurrezione”.
“È questo un rito che permane molto forte e sentito nel nostro popolo, e che trova risonanze speciali nel mese di novembre dedicato in particolare al ricordo e alla preghiera per i defunti…
Pregare per i defunti è, anzitutto, un segno di riconoscenza per la testimonianza che ci hanno lasciato e il bene che hanno fatto.
È un ringraziamento al Signore per averceli donati e per il loro amore e la loro amicizia”.
“La Chiesa prega per i defunti in modo particolare durante la Santa Messa… Un ricordo semplice, efficace, carico di significato, perché affida i nostri cari alla misericordia di Dio… Nella celebrazione eucaristica, infatti, preghiamo con speranza cristiana che siano con Lui in paradiso, nell’attesa di ritrovarci insieme in quel mistero di amore che non comprendiamo, ma che sappiamo essere vero perché è una promessa che Gesù ha fatto”.
Lo stesso vale per il rito della cremazione, fatta nello spirito di fede nella risurrezione.

La memoria dei nostri cari defunti resta un dolce dovere e una grata circostanza: nella preghiera di suffragio possiamo dire loro le cose più belle e sincere, le parole dell’amore, non dell’amore vuoto, ma dell’amore rivestito di fede e di speranza. Ed essi, che ormai sono nella luce di Dio, ce le restituiscono con la loro memoria.

Le parole della fede.
La morte di Cristo ha conferito alla nostra morte un carattere nuovo. Dio ha convertito la fine in un nuovo inizio, in passaggio alla vita nuova. Ecco perché dobbiamo gettare il nostro cuore oltre il muro della morte, certi della Risurrezione di Gesù e nostra.

Dice Gesù: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno”. (Gv 11,25-26)
Dice il Signore: “Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.
Gesù è morto ed è risorto; così anche quelli che sono morti in Gesù Dio li radunerà insieme con lui. E come tutti muoiono in Adamo, così tutti in Cristo riavranno la vita. (1Ts 4,14; 1Cor 15,22)
♥ Signore, invochiamo la tua misericordia per i nostri fratelli defunti; dona loro di partecipare alla pasqua eterna nella tua dimora di luce e di pace.
♥ Arrivederci in Paradiso!

Dai nostri manifesti di lutto.
♦ Con l’espressione: «È venuto a mancare all’affetto dei suoi cari» viene annunciata sui manifesti da lutto, la dolorosa realtà della sofferenza umana per la perdita di una persona cara.
♦ «Si è spento» indica la mancanza di vita, l’oscurità, il buio che accompagna la morte di qualcuno.
♦ «È ritornato alla casa del Padre» apre invece ad una prospettiva di fede nella quale il dolore per la morte di un congiunto, viene sostenuto dalla speranza cristiana. Colui che da Dio è stato donato alla terra ha fatto ritorno presso il Padre nei Cieli.
Nella certezza che il dolore verrà condiviso, spesso il manifesto termina con i ringraziamenti.
♦ «Non fiori ma opere di bene» è l’invito scelto da alcuni per donazioni in memoria. Non i fiori che appassiscono ma il bene che rimane, compiendo nella carità gesti concreti in ricordo di un defunto.

Le tre virtù teologali: fede, speranza e carità entrano, dunque, entrano nel linguaggio comunicativo dei manifesti.
– La pietà per i morti e i valori cristiani si tramandano per generazioni.
– I cristiani continuano ancora oggi a professare con coraggio la fede nella resurrezione di Cristo, principio della resurrezione di tutti coloro che credono in Lui.

E quante volte, purtroppo, una ferita viene inferta nel cuore degli affetti, quando i vandali prendono di mira i cimiteri e profanano le tombe. Dinanzi alla morte non può esistere diversità di razza di fede o di cultura o di ricerca di profitto.
Tutte le tombe danneggiate ed altri atti vandalici scuotono profondamente la coscienza collettiva, violando quella sfera di “sacralità” legata alla memoria.

A quanto venuto alla luce al cimitero di Tropea nei giorni scorsi circa le tombe di alcuni defunti, oltre a invocare verità e giustizia, occorre riproporre, in semplicità, le parole della fede e la forza convinta della preghiera per un rinnovato suffragio ai defunti e di perdono a “coloro che non sanno quello che fanno” – Dice Gesù: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno”. (Gv 11,25-26) – I cristiani fanno preghiere e gesti sacri per intercedere presso Dio per le anime di tutti coloro che li hanno preceduto nel segno della fede e si sono addormentati nella speranza della risurrezione. «La morte di Cristo ha conferito alla nostra morte un carattere nuovo. – Dio ha convertito la fine in un nuovo inizio, in passaggio alla vita nuova. Ecco perché dobbiamo gettare il nostro cuore oltre il muro della morte, certi della Risurrezione di Gesù.

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