Attualità

Morelli al Rotary sulle cause del dissesto

Il geologo si è soffermato sul ruolo del porto

“La costruzione ha influito in maniera decisiva sull’ecosistema della costa”

Veduta aerea del porto di Tropea - foto Morelli
Veduta aerea del porto di Tropea – foto Morelli
Veduta aerea del porto di Tropea - foto Morelli
Veduta aerea del porto di Tropea – foto Morelli

“La costruzione del porto ha influito in maniera decisiva sull’ecosistema della costa di Tropea”. Con queste parole ha intrapreso il suo resoconto il geologo Enzo Morelli durante l’appuntamento organizzato dal Rotary club della cittadina tirrenica.
L’area costiera considerata è interessata da vistosi fenomeni di erosione, evidenziati anche nel P.A.I. Calabria, con perdita di larghezze di spiagge comprese tra i 20 e i 40 metri. In molti punti del litorale la spiaggia è completamente sparita e la situazione di progressivo degrado rischia di compromettere la principale attività economica legata al turismo balneare.

Veduta aerea del porto di Tropea - foto Morelli
Veduta aerea del porto di Tropea – foto Morelli

“Nel tratto costiero in esame – chiarisce il geologo – le cause dell’erosione costiera vanno ricercate tra cause naturali come il paraggio sfavorevole esposto alle mareggiate di libeccio e di maestrale che “spazzano” il litorale movimentando le sabbie presenti soprattutto verso il largo ed il regime pluviometrico ridotto negli ultimi 20 anni che non ha favorito l’apporto solido a mare dai torrenti. Tra le cause artificiali – prosegue –  legate allo sviluppo delle attività umane, lungo il litorale vanno indicate invece  la regimentazione dei torrenti e l’antropizzazione degli alvei che hanno ridotto i versanti erodibili, la costruzione del molo di sopraflutto del porto, l’urbanizzazione dei litorali con riduzione delle larghezze di spiagge utili al frangimento delle onde e la costruzione di opere di difesa rigide che hanno aggravato l’erosione attraverso il fenomeno di riflessione delle onde”. Il geologo si è soffermato in particolare sul ruolo del porto e sui cambiamenti che è riuscito ad apportare alla costa: “la realizzazione della struttura portuale – spiega Morelli – oltre ad aver modificato l’apporto solido ha inoltre variato l’assetto del letto dei torrenti Burmaria e La Grazia, che sfociano adesso in un punto diverso da quello originario e naturale e che, dopo gli eventi che si sono susseguiti in questi mesi, hanno creato un nuovo corso delle acque torrentizie; inoltre il braccio del porto influenza moltissimo l’erosione della costa situata alla sua destra”. Il professionista è stato invitato dal club per discutere sul ruolo del geologo nelle catastrofi naturali con particolare riferimento ai cambiamenti meteo-climatici e ai conseguenti dissesti nel comprensorio comunale di Tropea. Morelli, in questi mesi molto impegnato nella cittadina tirrenica e nei comuni limitrofi, in conseguenza dei gravi dissesti apportati al territorio dopo la stagione invernale che si è rivelata inclemente, ha illustrato le cause principali del dissesto idrogeologico, esaminando gli episodi più significativi degli ultimi mesi che hanno colpito la costa e l’entroterra. “La causa principale degli straripamenti dei torrenti – spiega Morelli – situati in prossimità dell’area portuale di Tropea e l’origine degli squilibri ambientali, avvenuti nei comuni adiacenti durante la scorsa stagione invernale, non è imputabile soltanto all’abbondanza delle piogge, che è addirittura inferiore agli anni passati, semmai alla loro concentrazione; tuttavia esistono tutta una serie di cause e concause – continua – che sono invece ascrivibili all’azione scellerata dell’uomo, allo sfruttamento inverosimile delle falde acquifere, alla cementificazione inarrestabile, alla quasi totale assenza dell’agricoltura che un tempo, attraverso le coltivazioni, sovrintendeva all’erosione dei terreni”. A ciò si aggiunga inoltre la mancata manutenzione dei fossi e delle strade, un tempo compito dei cantonieri, il sottodimensionamento delle opere ingegneristiche, più in generale l’incuria dell’uomo nei confronti dell’ambiente che lo circonda. Con particolare attenzione agli eventi che hanno interessato i torrenti La Grazia, Burmaria e Lumia, Morelli ha mostrato attraverso una lunga serie di immagini, i cambiamenti ai quali la perla del tirreno è stata sottoposta in questi anni, evidenziando alcuni punti di criticità, le cosiddette “zone di attenzione”, sulle quali è necessario intervenire tempestivamente. Al contempo, puntando l’attenzione sulla rupe, soggetta a frane e cedimenti quasi giornalieri, Morelli ha sottolineato l’importanza di interventi complessivi che riguardino tutta la zona costiera che si dipana da Briatico a Nicotera: “gli interventi – afferma – devono essere legati tra loro: operare soltanto in alcuni punti che si ritengono in quel momento più urgenti non risolve il problema del dissesto idrogeologico, anzi, non fa altro che peggiorarlo. È fondamentale intervenire presto e con operazioni mirate all’intera costa.”

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