Attualità

Furto nella farmacia dell’ospedale di Tropea

Serrate le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Tropea

Un bottino, quello dei farmaci, che potrebbe rientrare in un’ottica legata al mercato nero

Ospedale di Tropea - foto Libertino
Ospedale di Tropea – foto Libertino

La farmacia dell’ospedale generale di Tropea è stato teatro di un furto durante la notte dell’10 Agosto scorso. Il colpo ha danneggiato la sanità calabrese, già fortemente in crisi per la coppia di miliardi di euro di debito accumulato, per oltre centomila euro e sono stati sottratti una serie di kit per la chemioterapia specifica del carcinoma alla mammella. Troppi sono gli interrogativi che rimangono sulla faccenda che rimane avvolta, oltre che nel riserbo d’indagine, anche nelle domande irrisolte sul motivo che ha spinto ad un atto così inconsueto. Questa situazione ha, infatti, poco a che fare con i furtarelli tipici del nostro territorio: troppo mirato e probabilmente compiuto da mani esperte. La domanda, però, che più incuriosisce coloro che ne vengono a conoscenza, è il motivo per il quale sono stati trafugati solo i kit specifici per la chemio mirata al carcinoma della mammella, tralasciando completamente gli altri materiali, anch’essi di ingente valore.
Le spiegazioni possono essere molteplici, innanzi tutto la destinazione verso il mercato nero estero; in nazioni in cui la previdenza non offre cure spesate, medicinali di questo genere possono fare effettivamente gola, ma questa spiegazione diventa fallace nel momento in cui si considera che non hanno trafugato null’altro rispetto a questi determinati kit.
La porta della farmacia dell'ospedale di Tropea - foto Barone
La porta della farmacia dell’ospedale di Tropea – foto Barone
Altra ipotesi è la destinazione al mercato interno, non certamente la vendita al minuto, perché la previdenza italiana offre questi medicinali al solo costo del ticket ospedaliero, ma il mercato dei fornitori, che potrebbe reimmettere in commercio i medicinali rivendendoli agli istituti ospedalieri privati. Un ultimo scenario immaginabile, anche questo come i precedenti non sostenuto da fonti ufficiali, potrebbe essere il caso di chi necessita di queste cure e non ha la possibilità di recarsi, magari per motivi di latitanza, in ospedale. In ogni caso questa è la dimostrazione di una cattiva gestione delle risorse già esigue, tra cui i pochi controlli e la totale assenza di sorveglianza: chiunque può, indisturbatamente e con la massima tranquillità, addentrarsi in qualsiasi orario all’interno della struttura ospedaliera e agire, ove la propria coscienza ed il rispetto per la cosa comune non lo fermasse, dolosamente.
Il nostro territorio è costretto a sopportare anche questo e purtroppo al fondo non c’è mai limite.

Condividi l'articolo