Fede e dintorni

Il doodle di Google per Ruth Pfau

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Il doodle di Google per Ruth Pfau.

E’ davvero gratificante venire a conoscenza del bello e del bene che si fa da sempre nella nostra umanità. Ma non possiamo conoscere tutto.
– E allora bisogna essere grati a chi il bello e buono ce lo fa conoscere.
– Google Doodle, ovvero la versione speciale del logo di Google, è l’immagine nella pagina iniziale del suo motore di ricerca; annuncia tempestivamente quali eventi, persone, luoghi ecc. faremmo bene a commemorare.
– La parola doodle significa letteralmente “scarabocchio, appunto…” per sollecitare l’interesse dei naviganti del web.
– In particolare il doodle di Google del 9 settembre ha celebrato Ruth Pfau, in occasione dei 90 anni dalla nascita. Ruth , una suora medico tedesca, ribattezzata la ‘Madre Teresa pachistana’ per la sua instancabile lotta contro la lebbra. La religiosa, morta in Pakistan il 10 agosto 2017 all’età di 87 anni, è stata fra le fondatrici del Centro per lebbrosi Marie Adelaide, e ha contribuito all’annuncio nel 1996 da parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità del Pakistan come ‘Paese libero dalla lebbra’. Davvero felici di averla conosciuta grazie ad un semplice doodle di Google: uno scarabocchio che ha aperto la porta su di un bene immenso per una parte dell’umanità.

Google il 9 settembre scorso ha omaggiato Ruth Pfau, la «Madre Teresa» del Pakistan.
♦ Una vita spesa a fianco degli ultimi in un Paese, il Pakistan, dove è vissuta per 55 anni, dove è morta nel 2017 a 87 anni e dove è sepolta.  Per tanti, quella di suor Ruth Pfau è un’immagine simile a quella di Madre Teresa.
♦ Della santa che aveva fatto di Calcutta la propria casa suor Ruth aveva non solo i tratti fisici nascosti sotto un velo bianco e azzurro, ma anche la determinazione fino alla cocciutaggine.
♦ Il 9 settembre scorso Google ne ha ricordato la figura e la nascita esattamente 90 anni fa a Lipsia, in Germania, dedicandole significativamente il doodle, l’immagine nella pagina iniziale del suo motore di ricerca. Un segnale del rilievo che l’opera della religiosa, ha avuto e continua ad avere, diventando esempio di impegno contro la lebbra ma ancor più contro la discriminazione che l’accompagna.

♦ Di famiglia protestante fuggita nel dopoguerra dalla Germania Est a quella Ovest e studente di Medicina, dopo la conversione al cattolicesimo nel 1953, nel 1857 Ruth era entrata a Parigi nella Società delle Figlie del Cuore di Maria, particolarmente attenta all’educazione dei giovani.
Dopo brevi esperienze in India e Afghanistan, inviata in Pakistan nel 1960 con l’incarico di concretizzare un servizio di assistenza medica e coordinare un servizio medico per gli studenti pachistani.
Doveva essere un incarico temporaneo, ma ella decise di restare e proseguire la sua opera a favore dei pachistani colpiti da una malattia assai allora diffusa, curabile ma in sé garanzia di emarginazione.

Per il suo impegno Ruth  Pfau è stata ribattezzata la ‘Madre Teresa del Pakistan’, con la fondazione di 157 cliniche che hanno trattato oltre 56 mila pazienti malati di lebbra.
Fu anche per questo suo contributo se nel 1996 il Pakistan divenne ufficialmente libero dal morbo di Hansen. Ma sicuramente fu essenziale il suo impegno per garantire uguale dignità a circa 56 mila persone altrimenti costrette a una vita stentata in colonie isolate dalla società.

A riconoscimento della sua opera, nel 1988 il governo pachistano le concesse la cittadinanza pachistana e dopo la sua morte il 10 agosto 2017 la onorò con funerali di stato.

(fonte: Avvenire.it, 9 settembre 2019).

Il 9 settembre scorso Google col suo doodle di apertura, ha ricordato la figura e la nascita avvenuta 90 anni prima a Lipsia di Ruth Pfau. Un segnale per sottolineare il rilievo che l’opera della religiosa ha avuto e continua ad avere, diventando esempio di impegno contro la lebbra ma ancor più contro la discriminazione che l’accompagna. Ruth , una suora medico tedesca, ribattezzata la ‘Madre Teresa pachistana’ per la sua instancabile lotta contro la lebbra. Davvero felici di averla conosciuta grazie ad un semplice doodle (scarabocchio, appunto) di Google: uno scarabocchio che ha aperto la porta un bene immenso che ha illuminato una parte di umanità. Nel 1988 il governo pachistano le concesse la cittadinanza pachistana e dopo la sua morte, avvenuta il 10 agosto 2017, la onorò con funerali di stato.

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