Attualità Fede e dintorni

Il funerale di un senzatetto

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

 

Il funerale di un senzatetto.

La  morte è la comune eredità per ogni uomo e ci rende inesorabilmente tutti uguali: possono cambiare i contorni, ma la sostanza resta. La celebre poesia di Totò ” ‘A livella” è ormai diventata la pedagoga per tutti: non valgono a nulla le differenze di natali, di fortuna, di celebrità… Inesorabilmente restiamo tutti uguali. Ma c’è qualcosa che può impreziosire la morte. Un vero amore, carico di rispetto per chi muore, rende più umana la morte, anche se la vita non è stata benevole con lui. Con questo carico di amore, a Roma l’Elemosiniere di Papa Francesco ha potuto celebrare, dopo due mesi, il funerale di un senzatetto, un “invisibile” su cui  c’era il volto di Gesù.  

Nella parrocchia romana di Sant’Arcangelo al Trullo, nel pomeriggio del 3 marzo, l’Elemosiniere del Papa ha celebrato il funerale di un senzatetto polacco ucciso dal freddo lo scorso dicembre.
Nell’ora della Divina Misericordia, le tre del pomeriggio, mons. Konrad Krajewski ha celebrato nella chiesa di San Raffaele Arcangelo le esequie di Grzegorz Siejda.
♦ Il nome potrebbe non dire nulla, ma nel cuore di tanti del quartiere periferico di Roma, il Trullo, c’era anche questo uomo di 58 anni, polacco, che viveva in strada tra un distributore di benzina e le case popolari.
♦ Era stato trovato senza vita il 17 dicembre scorso, ad una settimana dal Natale, quando una straordinaria ondata di freddo aveva colpito la capitale. Coperto di cartoni, non era riuscito a sopravvivere al gelo.
♦ A due mesi dalla sua scomparsa e solo dopo il nullaosta delle autorità, ecco la celebrazione delle esequie animate dalla Comunità di Sant’Egidio, che nella zona è una presenza fissa ed un punto di riferimento per chi si trova in difficoltà.
Una messa “per pregare insieme per una città più umana”: si leggeva nell’annuncio della celebrazione.
Un modo per non restare imprigionati nella “globalizzazione dell’indifferenza” – come ama ripetere Papa Francesco – che lascia nel dimenticatoio i tanti invisibili che vivono in strada ma che sono “il volto di Gesù”.
(fonte. Radio Vaticana, 4 marzo 2017 ).

Un vero amore, carico di rispetto, per chi muore rende più umana la morte, anche se la vita non è stata benevole con lui. Con questo carico di amore, a Roma l’Elemosiniere di Papa Francesco ha potuto celebrare, dopo due mesi, il funerale di un senzatetto, uno dei tanti “invisibili”, su cui c’era il volto di Gesù.

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