Fede e dintorni

IL PASTORE CHE GUARDA LONTANO

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

 

Il pastore che guarda lontano

– Nella commedia di Eduardo De Filippo “Natale in Casa Cupiello”si vede bene che il presepe non si costruisce a caso e che ogni particolare ha il suo significato e ogni pastore scelto il suo messaggio da consegnare al visitatore.
– Perciò bisognerebbe mettersi a scuola dei pastori, quelli del presepe, perché essi sono depositari di una “teologia biblica” e di una esperienza umana vissuta che possono trasmettere a chi si ferma con la buona volontà di carpirne i segreti.
– Anche Papa Francesco una volta ha invitato a sostare in meditazione presso il presepe e lo fa tuttora, in questo tempo di pandemia del coronavirus, in cui nuovi simboli appaiono sulla scena tradizionale. Il presepe può indicarci orizzonti nuovi, perché sono orizzonti sempre squisitamente umani.

Nell’allestimento del presepe, ogni “esperto”, o cultore di questa arte, sa scegliere i suoi pastori per un messaggio da consegnare a chi ammirerà l’opera terminata.
Un pastore che ha sempre destato viva curiosità è quello che guarda ostinatamente in cielo. Quale significato e quale messaggio può consegnare?
Il riferimento biblico immediato è quello in cui Dio dice ad Abramo, quando lo invita a uscire dalla sua tenda per mettersi in viaggio: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle. Tale sarà la tua discendenza».(Gen 15,15).
Dio promette ad Abramo una discendenza superiore al numero delle stelle. Ma deve uscire dalla sua terra, andare dove Dio gli mostrerà. «Abramo ebbe fede in Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia». (Rom 4,1). E il pastore Abramo si mise in viaggio..
  Quel pastore nel presepe che guarda il cielo richiama la vocazione di Abramo: “Esci dalla tua terra…” e diventa un appello a tutti di mettersi in viaggio dopo aver scrutato con meraviglia i disegni di Dio, dove
il piccolo diventa immenso.
  Se il Natale non desta in noi questa meraviglia rimarremo immobili e non ci renderemo conto di rimanere chiusi nel nostro ristretto giro di cose, che poi si rovinano e finiscono con l’annoiarci.
♦ Anche il Vangelo parla di necessità di ‘vegliare’ , e l’invito sembra essere pressante, sia che si tratti di vergini stolte, di servi addormentati o pigri, o di discepoli oppressi dal sonno.
 L’avvento è l’annuale occasione che ci è data per scoprire il segreto delle stelle, vero fondamento della gioia stabile del cuore, promessa scritta nelle cose: c’è una Stella in arrivo, per cui vale la pena essere vigilanti.
Riposare è necessario solo per essere più pronti al cammino del giorno dopo.
La sofferenza di questo tempo di pandemia dovrà servire ad affrontare nuovi scenari in cui incontrarsi con atteggiamenti di vera solidarietà e fraternità universale.

Tutti possiamo percepire che il presepe non si costruisce a caso, ma che ogni particolare ha il suo significato e ogni pastore scelto il suo messaggio da consegnare al visitatore. Quel pastore nel presepe che guarda il cielo richiama la vocazione di Abramo: “Esci dalla tua terra…” e diventa un appello a tutti di mettersi in viaggio dopo aver scrutato con meraviglia i disegni di Dio, dove il piccolo diventa immenso.

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