Fede e dintorni

IL PROFETA DELL’ADOZIONE A DISTANZA

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Il profeta dell’adozione a distanza.

– L’adozione a distanza, sebbene abbia sempre avuto una pratica implicita nelle relazioni religiose e scolastiche, tuttavia ha avuto il suo profeta esplicito e testimonial nella persona di un missionario del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere), Padre Mario Meda, morto lo scorso 9 gennaio a 93 anni, nella casa dei missionari anziani a Rancio di Lecco a seguito di complicazioni causate dal Covid.
– Fu l’”inventore” del sostegno a distanza, l’iniziativa di solidarietà che da tanti anni il Pime promuove in favore dei bambini, ma anche dei giovani, dei disabili e dei seminaristi, nelle sue missioni in tutto il mondo.
– Nato a Desio (Mi) nel 1927, ordinato sacerdote dal card. Schuster nel 1954, e nello stesso anno arrivato a Kengtung, nell’attuale Myanmar (una volta Birmania).
– Dalla Birmania, dove era missionario, lanciò nel 1958 l’idea, allora del tutto inedita, di affidare a una famiglia di benefattori lontani l’aiuto di un singolo bambino in un Paese straniero, con una sorta di “adozione” appunto a distanza. – Questo tipo di aiuto in forma strutturata partì dal Centro di Milano nel 1969 e fece da apripista in Italia a tanti altri enti, associazioni e Ong che ancora oggi adottano questa forma estremamente popolare di aiuto allo sviluppo. Oggi nel mondo ci sono milioni di genitori adottivi a distanza e ancora più numerosi gli adottati, cresciuti e formati con questa semplice e coinvolgente forma di solidarietà.

Fu P. Mario Meda, missionario del Pime, che inventò l’adozione a distanza, dopo che egli, insieme a tutti i religiosi stranieri, fu espulso dalla Birmania. Allora iniziò il grande progetto insieme al confratello padre Mezzadonna.
♦ Era il 1958 quando in quello che oggi è il Myanmar l’allora vescovo Ferdinando Guercilena aveva affidato a padre Mario i ragazzi della grande scuola intitolata a San Luigi a Kengtung. Questo missionario ebbe l’intuizione di affidare a una famiglia di benefattori il sostegno di un singolo bambino in un Paese lontano, creando così un legame.
♦ La prima fu una famiglia americana vicina alla comunità dei missionari del Pime a Detroit. Quando però per padre Meda nel 1966 arrivò la dura prova dell’espulsione dalla Birmania, decretata dal regime socialista per tutti i religiosi stranieri entrati nel Paese dopo il 1948, fu dal Centro di animazione missionaria di Milano che rilanciò la sua intuizione.

♦ In forma strutturata al Centro Pime, il Sostegno a distanza partì nel 1969: in un’epoca in cui non esistevano gli strumenti informatici di oggi per gestire i database, da Milano padre Meda insieme al confratello padre Mauro Mezzadonna (anche lui scomparso due anni fa) con le loro schedine cartacee arrivarono a mettere in relazione anche 17mila donatori con una bambina o un bambino segnalato dalle missioni del Pime in tutto il mondo.

“Adozioni d’amore a distanza”, le chiamavano allora: un impegno per il quale nel 2004 padre Mario Meda fu anche ufficialmente premiato con l’Ambrogino d’Oro, la massima onorificenza cittadina milanese, che gli fu consegnata dall’allora sindaco Gabriele Albertini. Ed è una forma molto concreta di fraternità che al Centro Pime continua tuttora, sostenendo non solo i bambini in missione, ma anche i giovani nei loro studi, i disabili, i seminaristi.

Padre Mario non poté mai tornare al suo apostolato in Birmania. Attraverso il Sostegno a distanza, però, continuò a spendersi in maniera particolare per le famiglie che era stato costretto a lasciare. E tra le sue gioie vi fu anche quella di poter vedere uno dei suoi ragazzi, Peter Louis Ca Ku, diventare il vescovo di Kengtung nel 2001.

A Milano intanto padre Meda viveva un’altra frontiera del tutto particolare della missione: quella della misericordia, come confessore nel Duomo.
E proprio in una lettera al direttore di “Avvenire” qualche anno fa aveva raccontato di quella volta in cui uno sconosciuto penitente gli aveva consegnato un pacchetto di lingottini d’oro: «Offro i miei risparmi per i poveri lebbrosi», gli aveva detto. Finirono a sostenere sette lebbrosari del Pime in Asia, uno in Africa e quello fondato da Marcello Candia in Amazzonia.
«Dio avrà riservato un posto in prima fila all’anonimo donatore in Cielo», commentava padre Mario.
(Fonte: Avvenire.it. mercoledì 13 gennaio 2021).

P. Mario Meda, missionario del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere), inventò l’adozione a distanza, dopo che egli, insieme a tutti i religiosi stranieri, fu espulso dalla Birmania. – “Adozioni d’amore a distanza”, le chiamavano allora: un impegno per il quale nel 2004 padre Mario Meda fu anche ufficialmente premiato con l’Ambrogino d’Oro, la massima onorificenza cittadina milanese ed ebbe la gioia di vedere uno dei suoi ragazzi adottati, Peter Louis Ca Ku, diventare il vescovo di Kengtung nel 2001.

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