Fede e dintorni

Il Santo Patrono dei malati di tumore

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Il Santo Patrono dei malati di tumore.

– Nella vigilia della Giornata dell’ammalato che si celebra domani, 11 febbraio, giorno della Madonna di Lourdes, questa rubrica presenta il il Santo Patrono dei malati di tumore in Italia: si tratta di San Leopoldo Mandić, cappuccino, il cui santuario è a Padova.
– La proclamazione di questo nuovo Patronato è di questi giorni. A darne l’annuncio è stato il vescovo Claudio Cipolla, insieme all’ex Generale dei Frati Cappuccini, Fra Mauro Jöhri e a Fra Flaviano Gusella, rettore del santuario padovano che ne conserva le spoglie.
– Il Santo Cappuccino finora è stato venerato e invocato quale testimone della riconciliazione e promotore dell’ecumenismo. Ora, essendo morto anche lui a causa di un tumore all’esofago, è ufficialmente invocato patrono dei malati di tumori in Italia. In verità i fedeli privatamente già  lo invocavano per chiedere sostegno nella brutta malattia che colpisce un gran numero di persone.

San Leopoldo Mandić, frate cappuccino, è il Santo Patrono dei malati di tumore in Italia.
♦ A darne l’annuncio, dopo che la Congregazione per il culto divino e i sacramenti l’ha decretato, è stato il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, insieme all’ex generale dell’ordine dei cappuccini, fra Mauro Jöhri, a fra Flaviano Gusella, rettore del santuario padovano che ne conserva le spoglie, e a numerosi altri rappresentanti dei frati cappuccini e di quel comitato di medici padovani che diede inizio nel 2016 a una raccolta firme, giunta ora a circa 70mila.

♦ Un iter complesso, che ha richiesto costante attenzione da parte dei cappuccini, sollecitati dalla forza della devozione popolare e che ha portato la Congregazione ad accogliere la “supplica” che da tanti fedeli arrivava, sostenuta dal placet del vescovo di Padova prima, dei vescovi del Triveneto e dei vescovi italiani successivamente (fu il cardinale Gualtiero Bassetti a darne conferma nel comunicato finale della 72° assemblea generale del 2018).

L’annuncio arriva per felice coincidenza, a ridosso della Giornata mondiale del malato, che si celebra l’11 febbraio. Una serie di coincidenze che sottolineano il valore della solidarietà e della vicinanza, quella vicinanza umana alla sofferenza che è propria della Chiesa, come ha sottolineato don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale di Pastorale della Salute:

«Quando arriva la diagnosi di tumore la vita della persona e dei suoi familiari è sconvolta. È lì che c’è bisogno di una dimensione che va oltre la scienza, è quella della relazione. La persona malata vive un momento estremamente difficile, di particolare solitudine e la Chiesa nel momento della vulnerabilità si fa vicina ai malati. Non basta la terapia, c’è bisogno anche di vicinanza, di un sostegno relazionale. Ci piace immaginare che come la Chiesa si fa prossima al malato, così i malati possano trovare in padre Leopoldo una “figura accanto».

  «Avere un patrono presso Dio significa che l’uomo nella sua fragilità ha comunque una grande possibilità di sentirsi sostenuto, anche da un intervento che viene da Dio, significa aprire una finestra di speranza là dove noi e le nostre forze non possono arrivare. Dove noi dobbiamo constatare il nostro limite, per Dio c’è ancora possibilità e questa è un’esperienza che arricchisce la nostra umanità».

  Vicinanza è la parola delicata e immensa che rappresenta questa possibilità di ricorrere a san Leopoldo.
– ♦ Affidarsi al Santo confessore è in qualche modo cogliere la vicinanza di Dio all’uomo in quello spazio di mistero e sapere che c’è “qualcuno” a cui affidare pensieri, paure e dolore: «è un segno che la santità parla ancora all’uomo» ha ricordato fra Mauro Jöhri.
– ♦ E’ avere la percezione «della vicinanza di Dio a ciò che noi sperimentiamo», ha sottolineato il ministro provinciale fra Roberto Tadiello, una vicinanza ai più fragili, come ha ricordato fra Flaviano Gusella, che sta alla base anche della nascita stessa dei Cappucini 500 anni fa.

(fonte: cf. Avvenire.it, 8 febbraio 2020).

     Preghiera del malato di tumore

  • O caro san Leopoldo, tu hai sempre aiutato e consolato quanti ricorrevano a te nelle loro necessità spirituali e materiali.
  • Animato da grande confidenza, anch’io ricorro a te, così ricco di benevolenza e generosità.
  • Nella tua vita hai provato il turbamento e la fatica di vivere con il tumore: stammi vicino.
  • Tu conosci la mia angustia e trepidazione: vieni in mio aiuto.
  • Sorreggi la mia fede, rafforza la mia speranza, ottienimi la grazia di affrontare la sofferenza e le cure del mio male, superando positivamente questa prova.
  • Intercedi presso il Padre affinché il mio cuore trovi la pace e la serenità vera.
  • Fa’ che io possa, con animo riconoscente, ringraziare quel Dio misericordioso che tu stesso proclamavi “medico e medicina”. Amen.
Perché avere un Santo Patrono dei malati di tumore? – «Avere un Patrono presso Dio significa che l’uomo nella sua fragilità ha una grande possibilità di sentirsi sostenuto, anche da un intervento che viene da Dio. Significa aprire una finestra di speranza là dove noi e le nostre forze non possono arrivare. Perché dove noi constatiamo il nostro limite, per Dio c’è ancora possibilità e questa è un’esperienza che arricchisce la nostra umanità».

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