Rubriche

La bisaccia del pellegrino 16-2013

Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano

Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana10ott

 

 

Aprile 2013, terza settimana: 14-20 aprile.

1. Vangelo della domenica 14 aprile – Gesù ai discepoli:
«Venite a mangiare».
2. Aspetti della vita  – Papa Francesco: L’evangelizzazione è
testimonianza.
3. Le Opere di S. Alfonso = 1766 – Aspirazioni Divote.
4. Vivere la settimana con la liturgia =  15-20 aprile 2013.
5. Santi calabresi del passato  =  San Francesco di Paola (2
aprile).

1. Vangelo della domenica –  (Gv 21,1-19)
Gesù ai discepoli: «Venite a mangiare»
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

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La terza volta che Gesù si manifesta ai suoi, dopo la risurrezione, è densa di avvenimenti e di insegnamenti.
Egli si ferma sulla riva del lago a cuocere il pesce per loro, e a presentarsi ancora come uno che serve, perché il Risorto è tutto Amore, Spirito vivificante. Ed è sull’amore che interroga Pietro. Non è un esame, ma solo una triplice affettuosa richiesta, all’uomo che per tre volte l’aveva rinnegato e che ciò nonostante doveva essere la prima pietra della sua Chiesa.
Di fronte alla debolezza di Pietro, soggetto ad alti e bassi, come un po’ tutti noi poveri mortali, si erge maestosa e commovente la fedeltà adamantina di Gesù all’uomo che aveva scelto.
Ma a tutti noi quel dialogo umano fra Gesù e Pietro dice anche qualcosa di estremamente consolante. Ci dice cioè che, se erriamo, Gesù, una volta ravveduti, non ricorda il nostro sbaglio e vede in noi solo quello splendido disegno per il quale Dio ci ha creato. Questa è la misericordia di Dio! Pietro, forgiato dalle umiliazioni della tristissima prova fallita, si abbandona totalmente a Gesù. Come lui, anche noi esaminiamo il nostro cuore, per potergli dire e ripetere spesso: “Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo”.
(da Chiesa.it)

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Gesù ai discepoli: «Venite a mangiare» – E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si manifesta di nuovo ai discepoli. È la rivelazione del Risorto nella nostra vita ordinaria. Anche nel ritmo feriale dell’esistenza dobbiamo discernere la sua presenza, che dona fecondità ai nostri impegni – riempie le reti!
C’è un dettaglio del racconto significativo. Pietro trae da solo la sua rete mentre prima, in sette, non c’erano riusciti. Perché ora può? Il racconto risponde con linguaggio simbolico: perché si è gettato in mare e da esso è risalito. Sono due verbi battesimali: immergersi nelle acque è il segno della nostra partecipazione alla morte di Gesù, risalirne è il segno della nostra partecipazione alla sua risurrezione.
È il battesimo che dona fecondità alla vita, consentendoci di riconoscere il Signore risorto e di vivere in comunione con lui. Le altre due letture sottolineano due tratti di questa vita battesimale. Gli Atti ricordano che bisogna «obbedire a Dio invece che agli uomini». Dobbiamo cioè lasciarci guidare dall’ascolto della sua Parola, divenendo capaci, – ecco il secondo tratto ricordatoci dall’Apocalisse, – di rendergli lode e di adorare il suo mistero.
(Fr Luca Fallica, in La Domenica).

Una preghiera per restare vigili
Cristo insegna chiaramente che il pascere le pecore è una prova d’amore. Egli lo dice non solo ai ministri consacrati, ma ad ognuno di noi, anche se è piccolo il gregge a noi affidato… Ognuno di noi ha qualche pecorella… L’uomo non cerchi altro che rendere la propria casa maggiormente devota… La donna faccia in modo che tutta la sua famiglia sia intenta a quelle opere che sono indirizzate al regno dei cieli. (Giovanni Crisostomo, Commento a Matteo. A cura di L. Gambero)

 

 2. Aspetti della vita
Papa Francesco: L’evangelizzazione è testimonianza

papa Francesco risvolto ai giovani: «Andate e fate discepoli tutti i popoli», è rivolto a tutti noi, vale per ogni fedele. È l’invito a riscoprire una dimensione del cristianesimo senza confini: quelli geografici (e quindi l’apertura cattolica della Chiesa al mondo intero) ma anche quelli psicologici, economici o di altro ordine…
Quelli che ci portano a erigere barriere contro le persone che ci sono accanto.
Nell’udienza di mercoledì 3 aprile papa Francesco ha detto: «abbiamo il coraggio di “uscire” per portare questa gioia e questa luce in tutti i luoghi della nostra vita!». L’insegnamento del Papa ci riporta alle radici del Vangelo per poterne comunicare la bellezza.
È ciò che vuole fare l’Azione cattolica, stando da laici nei luoghi della vita quotidiana: raccontare la centralità del Signore. Egli è a fianco di tutti, non abbandona nessuno e cambia la vita. Un annuncio che è anche trasmissione della fede tra le generazioni: in famiglia e in ambito comunitario; dai grandi ai piccoli.
Mi ha colpito che il Papa abbia citato più volte la propria nonna. Ci ricorda che la trasmissione della fede inizia dalle cose semplici. Raccogliamo l’invito a pensare l’impegno educativo non come pura “tecnica”, ma quale testimonianza di vita che si fa provocazione. (Franco Miano, in Credere n.2).

 

3. Le Opere di S. Alfonso
1766 – Aspirazioni Divote
Sono brevi aspirazioni che accendono il cuore di amore di Dio:

  • Gesù mio, tu solo mi basti.
  • Amor mio, non permettete ch’io da voi mi separi.
  • Quando sarà che potrò dirvi: Mio Dio, non vi posso perdere più?
  • Signore, e chi sono io che tanto cercate d’essere amato da me?
  • E chi voglio amare, se non amo voi, Gesù mio?
  • Eccomi, Signore, disponete di me come vi piace.
  • Datemi l’amor vostro e niente più vi domando.
  • Fate ch’io sia tutto vostro prima ch’io muoia.
  • Eterno Padre, per amore di Gesù Cristo, abbiate pietà di me.
  • Mio Dio, voi solo voglio e niente più.
  • Oh potessi io fare che tutti vi amassero come voi meritate!
  • O volontà di Dio tu sei l’amor mio.
  • O Dio d’amore, datemi amore.
  • O Maria, tiratemi tutto a Dio.

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4. Vivere la settimana con la liturgia = III Settimana di Pasqua
(15-20 aprile) Liturgia delle Ore: III Settimana. 

15  aprile (lunedì)  – Colore liturgico bianco

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Beato chi cammina nella legge del Signore. – Cercare Gesù per le necessità terrene è certamente importante, ma anche altri potrebbero aiutarci. Il nutrimento per la vita eterna, invece, Gesù solo ce lo può dare, perché è lui stesso.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  At 6,8-15; Sal 118,23-24.26-27.29-30; Gv 6,22-29.
  • – Santi di oggi  =  San Marone; B. Damiano de Veuster.

16  aprile (martedì) – Colore liturgico bianco.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Alle tue mani, Signore, affido il mio spirito.  – «Io sono il pane della vita». Gesù non è solo il testimone “al quale” credere; Gesù è l’oggetto stesso della testimonianza, “nel quale” credere.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  At 7,51 – 8,1a; Sal 30,3-4.6-8.17.21; Gv 6,30-35..
  • – Santi di oggi  =  Santa Maria Bernardetta Soubirous; San Benedetto Labbre.

17  aprile (mercoledì) – Colore liturgico bianco

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Acclamate Dio, voi tutti della terra. – Poiché la volontà salvifica del Padre si realizza in Gesù, chi crede “in lui” possiede già la vita eterna, che Gesù stesso porterà a compimento nella risurrezione finale.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  At 8,1b-8; Sal 65,1-7; Gv 6,35-40.
  • – Santi di oggi  =  Sant’Innocenzo.

18  aprile (giovedì) – Colore liturgico bianco.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Acclamate Dio, voi tutti della terra. – La nostra conoscenza umana di Gesù si ferma alla sua paternità anagrafica; solo una particolare attrazione del Padre, ossia la fede, ci consente di riconoscere in Gesù il pane vivo disceso dal cielo.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  At 8,26-40; Sal 65,8-9.16-17.20; Gv 6,44-51.
  • – Santi di oggi  =  Sant’Eusebio; San Galdino.

19 aprile (venerdì) – Colore liturgico bianco.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo. – Il “pane vivo” disceso dal cielo, ossia Gesù, non è «come il pane mangiato dai padri» nel deserto; mentre costoro morirono, «chi mangia questo pane vivrà in eterno».
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  At 9,1-20; Sal 116,1-2; Gv 6,52-59.
  • – Santi di oggi  =  San Leone IX.

20  aprile (sabato) – Colore liturgico bianco.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto?–  Quanto dovrebbe essere grande la riconoscenza per avere ricevuto il dono della fede, che ci consente di conoscere l’identità di Gesù e la nostra. «Eppure, uno di voi è un diavolo!».
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  At 9,31-42; Sal 115,12-17; Gv 6,60-69.
  • – Santi di oggi  =  Sant’Aniceto; San Secondino.

5. Santi calabresi del passato o venerati in Calabria
San Francesco da Paola (2 aprile)

Nacque il 27 marzo 1416 a Paola da Giacomo Alessio e Vienna da Fuscaldo, i quali lo chiamarono così poiché secondo alcuni biografi, essendo in età avanzata, la sua nascita avvenne per intercessione di san Francesco d’Assisi; secondo altri biografi invece il piccolo nacque con una malformazione ad un occhio.
I genitori, profondamente devoti di san Francesco d’Assisi, fecero voto al Santo, promettendo che, se avessero ottenuto la guarigione del figlio, avrebbero imposto il suo nome e lo avrebbero rivestito del saio francescano. Tutto ciò avvenne e Francesco venne accompagnato al convento di San Marco Argentano dai frati minori conventuali per sciogliere il voto. Qui manifestò la sua preferenza per la preghiera e la meditazione arricchite da manifestazioni soprannaturali.
Al termine della permanenza, i confratelli desideravano che rimanesse, ma Francesco, volendo conoscere le diverse forme di vita religiosa, compì insieme ai genitori un pellegrinaggio: Assisi, Montecassino, Roma, Loreto furono le mete, ma Roma lo colpì profondamente; qui conobbe il cardinale Giuliano Cesarini e lo ammonì severamente per il lusso che ostentava, con queste parole: “Nostro Signore non andava così!” Ormai era evidente come nelle intenzioni di Francesco vi era la volontà di una riforma della vita religiosa, basata sulla più assoluta povertà.
Tornato in Calabria volle condurre vita eremitica fuori dal centro di Paola; l’austerità della condizione attirò ben presto molte persone che volevano condividere la vita con l’eremita. Questo Ordine venne approvato da Sisto IV nel 1474 come “Congregazione eremitica paolana di S. Francesco d’Assisi”. Oltre quello di Paola nacquero anche romitori a Paterno Calabro, Spezzano e Corigliano.
Per gli abitanti di Paola e del circondario, Francesco divenne un fondamentale punto di riferimento per ogni tipo di necessità o per consigli; a lui si presentavano potenti e semplici che venivano accolti senza alcuna distinzione: Galeazzo di Tarsia, barone di Belmonte, si recò più volte dal Santo per ottenere la guarigione di una piaga cancrenosa ad una gamba; fu esaudito solo dopo aver trasportato assieme agli operai le pietre per costruire il convento. Francesco fu definito da tutti un grande taumaturgo, in particolare a favore dei più bisognosi; questa virtù lo caratterizzò per tutta la sua vita.

A questo proposito si ricordano alcuni miracoli: un giovane di Paola su un braccio aveva una piaga che non si rimarginava, a nulla valsero le visite cui si sottopose presso illustri specialisti. La madre, conoscendo le virtù taumaturgiche di san Francesco, consigliò al figlio di rivolgersi all’eremita, sicura della sua guarigione. Dopo aver descritto tutto quanto al religioso, il giovane si vide consegnare dallo stesso un ciuffo d’erba con il suggerimento di bollirla e di porla poi sulla parte malata; questa affermazione stupì tanto il giovane quanto il sacerdote, entrambi ignari delle proprietà di quell’erba. Francesco rassicurò entrambi dicendo che non sono le erbe a compiere miracoli, ma Dio; a chi serve con umiltà Dio ed osserva scrupolosamente i suoi comandamenti, anche le erbe mostrano le loro virtù.

Molti miracoli del Santo stupirono letterati ed artisti che li raffigurarono nelle loro opere; sublime fu il miracolo compiuto nell’attraversare lo Stretto di Messina da Catona alla città siciliana sul mantello steso sul mare in compagnia di un confratello.

Oltre che nella nostra nazione, le virtù di san Francesco si diffusero anche all’estero, in modo particolare in Francia alla corte del re Luigi XI gravemente malato, il quale chiese al papa Sisto IV di poter usufruire dell’aiuto del Santo. Trascorsero però molti mesi prima di attuare il viaggio, poiché Francesco partì solo quando il Papa glielo richiese.
Fu questa un’obbedienza difficile poiché aveva già 67 anni, la sua congregazione si diffondeva sempre più e lui aveva molta riluttanza ad abitare in un luogo sontuoso, dopo aver abitato in un eremo per più di trent’anni. Durante il tragitto venne accolto con molto onore a Napoli, lo stesso trattamento gli tributò il Papa, affidandogli delicati incarichi.

Giunto in Francia, al castello di Plessis- les- Tours, il re si prostrò davanti a lui invocando la sua benedizione, ma non ottenendo la guarigione. Tuttavia fu sempre benvoluto da tutti, rimanendo fra i transalpini per ben 25 anni fino alla morte avvenuta il 2 aprile del 1507. Dopo la morte il suo culto si diffuse per tutta l’Europa consentendo al suo ordine di internazionalizzarsi e a lui di venire beatificato dopo soli 6 anni dalla morte, il 7 luglio 1513, e di venire canonizzato l’1 maggio 1519 dopo 12 anni dalla morte.

Venne proclamato patrono dei marittimi da Pio XII nel 1943 e patrono della Calabria da Papa Giovanni XXIII nel 1963. Oltre che nel centro cosentino, San Francesco è venerato anche a Reggio nell’omonima chiesa sul Corso Garibaldi e nella frazione di Catona, dove sorge un santuario che ricorda la miracolosa traversata dello Stretto che contiene una statua suggestiva, portata processionalmente dai fedeli la domenica dopo Pasqua..
(da Calabriaecclesia2000.it).

Papa-bambini
Anche i bambini sentono l’attrazione irresistibile di Papa Francesco: la logica della bontà!

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