Cultura e Società

La bisaccia del pellegrino

Rubrica religiosa settimanale

a cura di P. Salvatore Brugnano

Ottobre 2010, quarta settimana: 24-30 ottobre 2010
1. Vangelo della domenica –  «Chi si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
2. Aspetti della vita – Giornata Missionaria Mondiale.
3. Un insegnamento di S. Alfonso – Il sogno missionario della Cina.
4. La settimana con la liturgia = 17-23 ottobre.
5. Saggezza calabrese  = Preghiere ai defunti. 

1. Vangelo della domenica – Lc 18,9-14
« Chi si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Dice Origene, nell’opera Contro Celso, che in linea di massima il peccatore non è da pre-ferirsi a chi non ha peccato. Nondimeno accade che un peccatore, cosciente della propria colpa, intraprenda un cammino di conversione umilian-dosi per i suoi peccati. Questi è da preferirsi a colui che si considera meno colpevole di lui e che, lungi dal considerarsi peccatore e pieno di orgoglio, si esalta a causa di qualche qualità che presume di possedere… Gesù infatti conclude la parabola con le parole: «Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».
Anche nella preghiera il primo ornamento è l’umiltà: essere convinti della propria povertà, della propria imperfezione e indegnità. Dio ascolta la preghiera del povero, soprattutto del povero di spirito, cioè di colui che sa e si dichiara senza qualità, come il pubblicano della parabola.
La preghiera del pubblicano, che Gesù approva, non parte dai suoi meriti, né dalla sua perfezione (di cui nega l’esistenza), ma dalla giustizia salvatrice di Dio, che, nel suo amore, può compensare la mancanza di meriti personali: ed è questa giustizia divina che ottiene al pubblicano, senza meriti all’attivo, di rientrare a casa “diventato giusto”, “giustificato”.
“La preghiera del fariseo è atea, senza Dio. Sta pregando davanti ad uno specchio, dove vede solo se stesso ma non il Signore della misericordia, e non vede nemmeno le fatiche del suo prossimo che è ridotto solo ad un ombra fastidiosa (“..non sono nemmeno come questo pubblicano”). Ma Dio per questo fariseo che può fare? Nulla. Nella preghiera il Signore è ridotto solo ad un inizio di facciata, “Dio ti ringrazio perché non sono come… ecc”, dove in realtà loda e ringrazia se stesso per quanto è bravo. E bisogna riconoscere che lo è veramente. Ma Dio? Che spazio ha Dio? Nessuno… Ma questo spazio non dato a Dio alla fine porta a un disprezzo verso chi non è bravo come lui, verso chi è diverso da lui. Il fariseo si sente misura della vera religione, tutti gli altri sono adulteri, ladri… da tenere distanti. E in questo modo la fraternità è finita.
Il pubblicano con la sua preghiera che si appoggia su una vita “ammaccata” e “difettosa” dimostra invece una fede profondamente vera. Rimane a distanza, e già con questo atteggiamento riconosce la distanza che c’è tra la sua vita e la vita di Dio immensamente grande e irraggiungibile anche con la vita religiosamente più perfetta. Ma nelle sue brevi parole (“Dio abbi pietà di me peccatore”) si vede tutta la sua fiducia che questa distanza tra lui e Dio sarà colmata da Dio stesso e dalla sua misericordia. Il pubblicano riconosce il suo limite ma riconosce anche la grandezza dell’amore di Dio”. (Giovanni Berti).

2. Aspetti della vita
Giornata Missionaria Mondiale
Domenica 24 ottobre si celebra la 84a Giornata Missionaria Mondiale.
Papa Benedetto XVI ha pubblicato il suo messaggio sul tema “La costruzione della comunione ecclesiale è la chiave della missione”, che incomincia così: “Cari fratelli e sorelle, il mese di ottobre, con la celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale, offre alle Comunità diocesane e parrocchiali, agli Istituti di Vita Consacrata, ai Movimenti Ecclesiali, all’intero Popolo di Dio, l’occasione per rinnovare l’impegno di annunciare il Vangelo e dare alle attività pastorali un più ampio respiro missionario”.
Lo scopo primario di questa Giornata Missionaria mondiale è di ricordare ai fedeli la “missione alle genti”, cioè l’annunzio di Cristo ai popoli che ancora non hanno ricevuto la “ Buona Notizia” del Vangelo; e di invitare i fedeli a pregare e ad aiutare i missionari fra i non cristiani. Ma poi  ha un significato più ampio e profondo: tutte le comunità cristiane (famiglie, parrocchie, istituti religiosi, movimenti e associazione laicali), debbono essere “missionarie”. Perché “la Chiesa è per natura sua missionaria” (Ad gentes, 2).  Cristo l’ha creata  così e se non fosse più missionaria non sarebbe più la Chiesa di Cristo. Marcello Candia diceva spesso: “Io sono missionario in forza del mio Battesimo”.
Nell’Annuario Pontificio 2008 si trovano i seguenti dati:
I cattolici nel mondo sono 1 Miliardo e 166 milioni; i sacerdoti sono 409:166; le religiose (monache, suore e istituti di vita consacrata sono 739.067; i seminaristi sono 117.024. – Sembrano tanti, ma sono ancora in numero insufficiente per la globalità della popolazione mondiale.

3. Un insegnamento di S. Alfonso
Il sogno missionario della Cina.
Scriveva Alfonso nella sua opera sulla Verità della fede: “Dobbiamo noi cattolici  da una parte continuamente ringraziare Iddio per averci dato questo gran dono della vera fede, aggregandoci tra i figli della santa Chiesa, e dall’altra dobbiamo con umiltà sottomettere le nostre menti alle verità della fede, quali umili e semplici bambini.” Ed altre volte ripeteva: “La nostra santa fede è la vera, per questa io darei mille volte il sangue: ringraziamo sempre Iddio, che  ci ha fatto nascere cristiani.”
Questi sentimenti lo indussero a ritirarsi nella Congregazione dei Padri Cinesi di recente fondata in Napoli dal sacerdote D. Matteo Ripa, bramando di andare fino alla Cina a spargere tra gl’infedeli il lume del vangelo, nella speranza di dar la sua vita per la fede. Ma poiché fu assicurato dal suo direttore non esser questa la volontà del Signore su di lui, cooperossi almeno col suddetto padre Ripa al maggiore incremento di detta Congregazione, dimorandovi per alcuni anni, ed edificando coi suoi rari esempi quella virtuosa nascente famiglia. Dimostrava poi un amore tenerissimo ai giovani cinesi colà educati, gl’istruiva nelle scienze del ministero, e li confortava col suo fervore ad intraprendere con zelo e costanza l’importante missione, che loro veniva affidata.
Riputando il dono della fede come il più singolar beneficio del cielo, si recava Alfonso a somma gloria il recitare ogni dì gli atti cristiani con gran pietà, umiltà e divozione; il che praticò immanchevolmente per tutti gli anni di sua vita; ed essendo vescovo, non tralasciava di recitarli ogni sera unitamente ai suoi familiari dopo il rosario a Maria. (cf Berruti, Lo Spirito di S. Alfonso, pag. 90).

4. La settimana con la liturgia =  25-30 ottobre – Liturgia delle Ore: II settimana
 
25 ottobre (lunedì)Beato chi cammina nella legge del Signore. – L’unico vincolo che hanno i cristiani nella loro vita è l’amore che li esorta a fare il bene facendosi così imitatori di Dio.
Letture di oggi =  Ef 4,32 — 5,8; Sal 1,1-4.6; Lc 13,10-17.
Santi di oggi =  San Miniato; San Gaudenzio da Brescia.
 
26 ottobre (martedì)Beato chi teme il Signore. – L’amore di Dio per l’umanità trova figura concreta nell’amore tra uomo e donna, amore che rende presente e dilata il regno di Dio.
Letture di oggi  = Ef 5,21-33; Sal 127,1-5; Lc 13,18-21.
Santi di oggi =  Santi Luciano e Marciano; B. Damiano Furcheri.
 
27 ottobre (mercoledì)Fedele è il Signore in tutte le sue parole. – La vocazione cristiana all’amore trova attuazione fin dai rapporti familiari tra genitori e figli, rapporti che prefigurano la realtà escatologica del regno di Dio.Letture di oggi  =  Ef 6,1-9; Sal 144,10-14; Lc 13,22-30.
Santi di oggi =   Sant’Evaristo; San Gaudioso; B. Bartolomeo di Breganze.
 
28 ottobre (giovedì) –  Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio. – L’apostolo Simone, soprannominato “zelota”, aveva fatto sua l’idea teocratica degli ebrei, mentre Giuda, detto Taddeo, è colui che, nell’ultima Cena, domandò a Gesù il perché si fosse manifestato solo ai discepoli e non al mondo
Letture di oggi =  Ef 2,19-22; Sal 18,2-5; Le 6,12-19..
Santi di oggi =  Santi Simone e Giuda, apostoli. – San Ferruccio.
 
29 ottobre (venerdì) –  Grandi sono le opere del Signore. – La signoria di Gesù si manifesta nei gesti di guarigione corporale e spiri¬tuale di coloro che incontra: egli infatti ci vuole integri per il giorno della sua venuta.
Letture di oggi =  Fil 1,1-11; Sai 110,1-6; Lc 14,1-6.
Santi di oggi =  Sant’Onorato di Vercelli; Beato Michele Rua.
 
30 ottobre (sabato) L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente. – Tutte le nostre capacità non sono solo frutto del nostro impegno, ma anche e soprattutto dono di Dio per la realizzazione del suo Regno.
Letture di oggi =   Fil 1,18b-26; Sal 41,2-3.5; Le 14,1.7-11.
Santi di oggi =  San Germano di Capua; San Marciano di Siracusa.
 
5. Saggezza calabrese
Preghiere ai defunti
 
Animi santi, animi santi,
Nui simu suli e Vui siti tanti,
Jàti a li pedi di lu Ridenturi
E pregatilu u nostru favuri.
(cf Giuseppe Chiapparo, Etnografia di Tropea, Scritti demologici e storici, M.G.E. 2009).

Condividi l'articolo