Politica

Macrì invita a fare autocritica

L’intervento

“Le coste distrutte anche dagli ecomostri”

Le coste del nostro litorale sono state, violentemente, distrutte da chi ha costruito le proprie attività ricettive, praticamente, sulla spiaggia. Non usa mezzi termini Giovanni Macrì, consigliere provinciale di minoranza nelle fila del Pdl, che pur condividendo in parte il recente intervento di Pino Giuliano, presidente della sezione Turismo di Confindustria, in merito all’inerzia della politica sul tema erosione costiera, sostiene che è doveroso precisare quale sia la principale causa della scomparsa di interi tratti di arenile. “Non voglio giustificare le mancanze dell’attività politica – dichiara Macrì – comunque, non si può pretendere che le Istituzioni riescano a fermare la forza della natura che si riprende ciò che gli è stato sottratto. Le cause della scomparsa delle spiagge vanno trovate, necessariamente, anche nelle molteplici costruzioni che hanno cementificato e invaso il nostro litorale da decenni”. Basti pensare ai numerosi ecomostri, dei quali tanto si chiacchiera, che continuano a distruggere lo scenario naturale di cui la zona un tempo godeva. “Nel comprensorio di Capo Vaticano – aggiunge – si assiste, proprio in questi giorni, a escavatori che lavorano per ampliare, senza alcun freno, strutture che, in modo spudorato, espandono il proprio raggio a discapito delle bellezze naturali”. Macrì punta l’indice contro il cemento armato che è stato eretto ai danni della suggestiva baia di Riace. Che, ovviamente, non è sola in questo primato. Del resto, in quella di Santa Maria, dove i danni dei recenti temporali ancora si contano, alcuni tratti di spiaggia sono spariti a causa delle abitazioni e delle strutture ricettive costruite, praticamente, a ridosso della battigia. “E’ doveroso adottare politiche di salvaguardia e tutela del nostro patrimonio naturale – conclude Macrì – ma è, altrettanto, doveroso non costruire ecomostri a cui fanno seguito i relativi condoni”.

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