Fede e dintorni

O Tannenbaum, o Albero di Natale

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

O Tannenbaum, o Albero di Natale.

– O Tannenbaum, conosciuta in italiano come “Oh albero di Natale”, o semplicemente “Oh albero”, è una canzone popolare tedesca e una delle canzoni tradizionali natalizie più famose di sempre.
– La canzone è un inno all’abete (in tedesco “Tanne”) e al suo essere sempreverde. La musica è quella di una canzone tradizionale natalizia, il cui autore è rimasto anonimo, mentre le parole sono state composte nel 1819 da Joachim August Zarnack (autore della prima strofa), mentre le altre strofe furono aggiunte nel 1824 da Ernst Gebhardt Anschütz.
– Da sempre e in tutte le culture l’albero è stato considerato il simbolo della vita. L’abete inoltre ha un particolare significato simbolico perché esso è verde e rigoglioso quando le altre piante sono spoglie e sembrano morte.
– L’albero di Natale inserito nel contesto religioso delle festività è quindi segno di pace e di speranza. L’abete sempreverde simbolicamente ci riconduce al Figlio dell’uomo, “il Vivente” (Ap 1,18). Gesù è l’autentico “Albero della vita” (Ap 2,7). Egli, rafforza e rinsalda la comunione tra Dio e l’uomo infranta da Adamo ed Eva nell’Eden, per aver mangiato i frutti dell’albero proibito (Cfr Gn 3,6).

Le parole della canzone.
Oh albero di Natale, come sono verdi le tue foglie.
Tu sei verde non solo d’estate; No, anche in inverno quando nevica.
Oh albero di Natale, Come sono verdi le tue foglie!

Oh albero di Natale, il tuo vestito mi vuole insegnare qualcosa:
la speranza e la costanza. Dammi coraggio e forza in ogni momento!
Oh albero di Natale, Il tuo vestito mi vuole insegnare qualcosa
Oh albero di Natale, come sono verdi le tue foglie!
(fonte: da metalgermania.it)

San Bonifacio e l’albero di Natale.
♦ Il Santo nacque in Inghilterra intorno al 680 ed evangelizzò le popolazioni germaniche. Si narra che egli, nella notte di Natale del 724, affrontò i pagani riuniti presso la “Sacra Quercia del Tuono di Geismar” per adorare il dio Thor.
Il Santo, con un gruppo di discepoli, arrivò nella radura dov’era la “Sacra Quercia” e, mentre si stava per sacrificare un bambino, gridò: «questa è la vostra Quercia del Tuono e questa è la croce di Cristo che spezzerà il martello del falso dio Thor». Presa una scure cominciò a colpire l’albero sacro. Un forte vento si levò all’improvviso, l’albero cadde e si spezzò in quattro parti.
♦ Dietro l’imponente quercia si trovava un giovane abete verde. San Bonifacio si rivolse nuovamente ai pagani:
«Questo piccolo albero, un giovane figlio della foresta, sarà il vostro sacro albero questa notte. È il legno della pace, poiché le vostre case sono costruite di abete. È il segno di una vita senza fine, poiché le sue foglie sono sempre verdi. Osservate come punta diritto verso il cielo.
Che questo sia chiamato l’albero di Cristo bambino; riunitevi intorno ad esso, non nella selva, ma nelle vostre case; là non si compiranno riti di sangue, ma doni d’amore e riti di bontà».
♦ Bonifacio riuscì a convertire i pagani e il capo del villaggio mise un abete nella sua casa, ponendo sopra ai rami delle candele.

Diffusione dell’Albero di Natale.
♦ L’usanza di avere un albero decorato durante il periodo natalizio si diffuse nel XVII secolo e agli inizi del secolo successivo era già pratica comune in tutte le città della Renania.
Per molto tempo la tradizione dell’albero di Natale rimase tipica delle regioni protestanti della Germania e solo nei primi decenni del XIX secolo si diffuse nei paesi cattolici.
A Vienna l’albero di Natale apparve ufficialmente nel 1816, per volere della principessa Henrietta von Nassau Weilburg, mentre in Francia fu importato dalla duchessa di Orléans nel 1940.

Albero di Natale a Piazza S. Pietro.
♦ Era il Natale del 1982 quando per la prima volta Papa Giovanni Paolo II fece collocare un abete ornato nel centro del colonnato del Bernini. Quell’abete era un dono di un contadino polacco, che lo trasportò fino a Roma sul suo camion.
Da allora in poi, per espresso volere del Santo Padre, puntualmente si ripete la tradizione a ricordo della Natività di Gesù: un presepe viene allestito ai piedi dell’obelisco e alla sua destra viene eretto l’albero di Natale, donato ogni anno da una regione montana diversa dell’Europa.

I Papi e l’Albero di Natale.

  • Significativo simbolo del Natale di Cristo, perché con la sue foglie sempre verdi richiama la vita che non muore”; “la forma svettante, il suo verde e le luci sui suoi rami sono simboli di vita”, che “rimandano al mistero della Notte Santa”. (Papa Benedetto XVI)
  • « Accanto al presepe, come in questa Piazza San Pietro, troviamo il tradizionale albero di Natale che “… è un’usanza anch’essa antica, che esalta il valore della vita perché nella stagione invernale, l’abete sempre verde diviene segno della vita che non muore». (Papa Giovanni Paolo II)
  • «Anche oggi Gesù continua a dissipare le tenebre dell’errore e del peccato, per recare all’umanità la gioia della sfolgorante luce divina, di cui l’albero natalizio è segno e richiamo» (Papa Francesco – 13/12/2014).

(fonte: santuariosantarosalia.it/)

L’albero di Natale è invocato in tedesco “O Tannenbaum”, ed è l’albero dalle foglie sempre verdi; è inserito nel contesto religioso delle festività natalizie come segno di pace e di speranza. L’abete sempreverde i simbolicamente ci riconduce al Figlio dell’uomo, “il Vivente”. Gesù è l’autentico “Albero della vita”: egli rafforza e rinsalda la comunione tra Dio e l’uomo infranta da Adamo ed Eva nell’Eden, per aver mangiato i frutti dell’albero proibito.  – Anche oggi Gesù continua a dissipare le tenebre dell’errore e del peccato, per recare all’umanità la gioia della sfolgorante luce divina, di cui l’albero natalizio è segno e richiamo» (Papa Francesco).

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