Fede e dintorni

Portare frutti di vita

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Portare frutti di vita.

Dice Gesù: “Chi rimane in me ed io in lui fa molto frutto”. – L’invito è fin troppo chiaro: se “rimaniamo” in Cristo, portiamo frutto; staccati da lui, siamo come tralci vecchi, destinati solo al fuoco. Lo sperimentiamo, guardando i fallimenti dei nostri buoni propositi, che non bastano. Portare soprattutto frutti di vita, e di quella vera. La nostra società fa ogni giorno i conti con le sue ambiguità: è capace di fare leggi per proteggere gli animali, anzi di conviverci con essi, e poi si mostra incapace a trovare il modo di concedere una ulteriore possibilità di vita al piccolo Alfie Evans, nonostante le proteste, gli appelli, le offerte di aiuto. Una ambiguità tragica, che segna la sconfitta dell’uomo. Cristo ci offre la possibilità di portare frutti veri, se rimaniamo in Lui. E allora la preghiera: “Signore Gesù, perché senza di te la nostra vita è sterile. Ispiraci il desiderio di vivere intimamente uniti a te per portare frutto per la salvezza dell’umanità”.

Dal vangelo di questa domenica (Gv 15,1-8).
♦ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

♥ Significativa è la parabola della vite e i tralci. Essere e rimanere uniti a Cristo è fondamentale per ricevere da Lui la linfa vitale che ci permette di produrre i frutti. Senza l’adesione piena a Cristo si è improduttivi.
♦ Paolo, subito dopo la conversione, appare isolato ed emarginato nella comunità di Gerusalemme. Egli, che in modo sconvolgente era venuto alla conoscenza del Cristo, deve fare i conti con la diffidenza che lo circonda. Ma alla fine trova posto nella comunità che lo riconosce come uno degli evangelizzatori più coraggiosi.
♥ Siamo peccatori, ma ugualmente amati da Dio in Cristo Gesù, morto e risorto per noi. Dalla comunione con Cristo-Verità nascono frutti copiosi. È una gioiosa certezza che dissipa ogni timore e ci dispone al servizio, al perdono reciproco, alla carità.
Aderendo totalmente a Cristo con fede e amore, portiamo frutti di santità e di grazia, di vitalità interiore e di impegno per l’evangelizzazione. (Domenico Brandolino, ssp, in ladomenica.it)

Il piccolo Alfie Evans è morto alle 2.30 del 28 aprile 2018.
♦ Lo hanno annunciato i genitori Tom e Kate su Facebook. “Il mio gladiatore – scrive il padre – ha posato lo scudo e ha spiccato il volo alle 2.30“.
Tom Evans si dice “completamente distrutto” e aggiunge “ti amo, ragazzo mio”.

♦ Il bambino, 23 mesi, finito al centro di una disputa fra i genitori e la giustizia inglese, era affetto da una grave malattia neurodegenerativa. E’ spirato all’ospedale Alder Hey di Liverpool, dove era ricoverato.
♦ Tre giorni fa i giudici della Corte d’Appello di Londra avevano respinto il ricorso avanzato dalla coppia per portare il bimbo in Italia, reputando inutile il trasferimento viste le condizioni del piccolo.
♦ Alfie era quindi rimasto in Gran Bretagna nonostante il Consiglio dei ministri italiano gli avesse concesso la cittadinanza. Numerosi appelli a intervenire nella vicenda erano stati lanciati dai genitori di Alfie al Papa. Il mondo intero aveva risposto con una solidarietà impressionante.

La vicenda del piccolo Alfie Evans, morto alle 2.30 del 28 aprile 2018, ha messo a nudo le ambiguità della nostra società: essa è capace di fare leggi per proteggere gli animali, anzi di conviverci insieme, e poi si mostra incapace a trovare il modo di concedere una ulteriore possibilità di vita al piccolo malato, nonostante le proteste, gli appelli, le offerte di aiuto giunte generosamente e le preghiere fatte in ogni parte del mondo. Una ambiguità tragica, che segna la sconfitta dell’uomo. Cristo ci offre la possibilità di portare frutti veri, se rimaniamo in Lui.

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