Fede e dintorni

S. ALFONSO CANTORE DEL NATALE

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

S. Alfonso cantore del Natale.

– Sembre che la prima rappresentazione del Natale nella storia risale al 1223. E’ stata realizzata “in forma vivente” da San Francesco a Greccio, borgo in provincia di Rieti.
– San Francesco aveva incaricato il castellano Velita di scegliere una grotta, dove avrebbe fatto costruire una mangiatoia, e di condurvi un bue ed un asinello.  Il desiderio di rievocare la nascita di Gesù maturò nel 1223, dopo il viaggio che San Francesco fece in Palestina.
– Da allora è stato un crescendo continuo per realizzare plasticamente l’evento della Natività. Sorsero “presepi” in ogni località allestiti da poveri artigiani o nobili devoti, perfino dei re, come a Napoli nel 700.
– Su questo fervore di sacro artigianato S. Alfonso nella sua “Novena del Natale”, pubblicata a Napoli nel 1758 “per fare comprendere il grande mistero di amore del Figlio di Dio nell’Incarnazione… fa scendere la sua meditazione, invitando i fedeli a fare del proprio cuore un presepe dove accogliere Cristo che viene sulla terra e fa cantare di gioia i cuori. – S. Alfonso resta il cantore più eccellente del Natale per i suoi canti: Tu scendi dalle stelle, Quanno nascette Ninno a Bettalemme, Fermarono i cieli.

Tre canzoncine immortali.
1. Ancora oggi al credente che si prepara spiritualmente al Natale il canto di S. Alfonso “Tu scendi dalle stelle” rivela una squisita ricchezza teologica di contenuti oltre che la dolcezza della melodia. Facendo rivivere la tenerezza che gustava S. Francesco davanti al primo presepio di Greccio. Ma in prospettiva il Santo già vede la Croce, che è il punto di arrivo del Bambino che nasce.
Essa fu composta nella città di Nola, mentre era in predicazione, ospite della famiglia Zambadelli, come affermano gli studiosi Celestino Berruti (Lo Spirito di S. Alfonso, Ed. III, Prato 1896, a pag. 328) e Oreste Gregorio (Canzoniere alfonsiano. Studio critico estetico con testo, Angri 1933, p. 136). S. Alfonso la diede alle stampe nel 1755; la ripubblicò nel 1768 dopo averla in parte ritoccata.
Ascolta la canzoncina.

2. La seconda composizione pastorale è in dialetto napoletano “Quanno nascette Ninno a Bettalemme, era notte e pareva miezo juorno”. Fu composta dal Santo verso il 1779; essa è molto apprezzata dai cultori e studiosi del dialetto napoletano, perché contiene arte, lirismo, freschezza di immagini, armonia e suono.
Ascolta la canzoncina.

3. La terza pastorale è anche molto conosciuta dal popolo cristiano “Fermarono i cieli la loro armonia”; fu scritta da S. Alfonso nel 1738: contemplazione, canto amoroso alla Madonna in estasi davanti a Gesù Bambino, rapimento per il cuore umano.
Ascolta la canzoncina.

♦ Gli studiosi sono concordi che il ciclo natalizio ha trovato in S. Alfonso il santo missionario, lo scrittore, il poeta, il mistico cantore dell’amore di Dio per l’uomo e dell’uomo per Dio. Il nome di S. Alfonso rimane legato a questo mistero principale della nostra fede.

Tu scendi dalle stelle e Giuseppe Verdi – In occasione del Natale del 1880 il grande musicista Giuseppe Verdi che si trovava nel Palazzo Doria, a Genova, volle assistere alla Messa di mezzanotte. Celebrava D. Colombara, assistito da tre chierichetti e cantava Landolfo, valente soprano. Col maestro Verdi vi era la signora Strepponi, il signor De Amicis ed altri. Dopo la consacrazione, il soprano Landolfo con i tre chierichetti intonò la pastorale alfonsiana: Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo… Il maestro G. Verdi con tutti i presenti si congratulò vivamente per la esecuzione del canto, aggiungendo: “Senza questa pastorale di S. Alfonso, il Natale non sembra Natale!”

Tu scendi dalle stelle in Vaticano – S. Alfonso nel comporre la sua pastorale non avrà certamente pensato che questa un giorno sarebbe entrata nel Vaticano e cantata dallo stesso Vicario di Cristo.
Il 14 dicembre 1955 alcuni zampognari calabresi, nei loro tipici costumi, furono ammessi nell’aula delle benedizioni con i loro strumenti musicali. Con entusiasmo suonarono e cantarono la pastorale alfonsiana Tu scendi dalle stelle. Ci fu un momento di intensa commozione. Il Santo Padre Pio XII si alzò in piedi e con lui tutta l’assemblea e tutti cantarono la pastorale.
Al termine, il Papa si intrattenne cordialmente con gli zampognari calabresi incoraggiandoli a collaborare con la loro arte musicale alla preparazione del Natale.

Livio Tempesta e Tu scendi dalle stelle – Il nome di Livio Tempesta (1941-1951), in Italia, è legato al premio per l’opera della bontà nelle scuole, con la quale si cerca di inoculare nei bambini il senso della generosità silenziosa. Infatti Livio, morto il 7 gennaio, a soli 10 anni, era caritatevole con tutti e amava rallegrare i bambini anche col canto e specie con “Tu scendi dalle stelle”. Ecco perché negli anni passati gli scolari di Guagnano (LE), ogni anno il 7 gennaio si portavano al cimitero e sulla tomba di Livio cantavano, in delicato omaggio, la pastorale “Tu scendi dalle stelle” da lui preferita.

La culla e la croce – “O Gesù mio, per chi tanto patir? per amor mio!.. O mio Signore, tu piangi non per duol, ma per amore. Tu piangi per vederti da me ingrato, dopo sì grande Amor, sì poco amato”. – Figlio di Dio fatto uomo, permettici di avvicinarci al tuo cuore. Donaci di non crederci grandi nelle nostre esperienze. Donaci, invece, di diventare piccoli come te affinché possiamo esserti vicini e ricevere da te umiltà e mitezza in abbondanza. Noi e il mondo tutto non troveremo né salvezza né pace, se non torniamo a incontrarti di nuovo nella mangiatoia di Betlemme (particolari della tela di Giuseppe Grimaldi nella chiesa del Gesù in Tropea (VV).

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