Fede e dintorni

Tempo di miericordia e di accoglienza

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Tempo di misericordia e di accoglienza.

– L’atroce guerra scatenata dalla Russia con l’invasione della Ucraina sta chiamando alla urgenza di impegnarsi concretamente nelle opere di misericordia e di accoglienza di un popolo in fuga dalle bombe..
– Ammirevole è la risposta sul piano internazionale. I cristiani ricordano le opere di misericordia che ci vengono presentate dal Vangelo di Gesù, il quale ha detto: “Ogni volta che avrete fatto una di queste opere al più piccolo dei fratelli, l’avrete fatta a me!”.
– Papa Francesco nelle sue catechesi richiama insistentemente i cristiani ad esercitare (mettere in esercizio, in pratica) le opere di misericordia, non a parlarne soltanto. E se non le facciamo, mancheremo di omissione, che è un peccato; e molti vi mancato: “… che ho molto peccato, in pensieri, parole, opere e omissioni”. E poi la quaresima è un’ottima occasione per praticare le opere di misericordia.

♦ Le opere di misericordia corporali con una breve spiegazione
1) Dare da mangiare agli affamati
2) dare da bere agli assetati
Queste due prime opere di misericordia corporale sono complementari e si riferiscono all’aiuto che dobbiamo dare in cibo e altri beni a chi più ne ha bisogno, a coloro che non hanno l’indispensabile per poter mangiare ogni giorno.
Gesù, come dice il vangelo di san Luca, raccomanda: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (Lc 3, 11).

3) Ospitare i pellegrini
Anticamente, dare ospitalità ai viaggiatori era una questione di vita o di morte, dati i disagi e i rischi dei viaggi. Oggi non è più così. Ma potrebbe comunque accaderci di ricevere qualcuno in casa nostra, non per semplice ospitalità verso un amico o un familiare, ma per un vero caso di necessità.

4) Vestire gli ignudi
Spesso ci viene richiesta la raccolta di indumenti che si fa nelle parrocchie o in altri centri di assistenza. Nel momento di donare i nostri indumenti, è bene pensare che possiamo dare cose per noi superflue o che non ci servono più, ma anche qualcosa che ci è ancora utile. San Giacomo ammonisce: «Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: “Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi”, ma non date loro il necessario per il corpo, che giova?» (Gc 2, 15-16).

5) Visitare gli infermi
Si tratta di una vera assistenza ai malati e agli anziani, sia in ciò che riguarda l’aspetto fisico, sia facendo loro compagnia per un po’ di tempo. L’esempio migliore della Sacra Scrittura è quello della parabola del buon samaritano, che si prese cura del ferito e, non potendo continuare a occuparsene direttamente, lo affidò alle cure di un altro, pagando di tasca propria (cfr. Lc 10, 30-37).

6) Visitare i carcerati
Consiste nel far visita ai carcerati, dando loro non soltanto un aiuto materiale ma un’assistenza spirituale, perché possano migliorare come persone e correggersi, magari imparando a svolgere un lavoro che possa essere loro di aiuto quando sarà terminato il periodo di detenzione…
Invita anche ad adoperarsi per liberare gli innocenti e chi è stato sequestrato. Anticamente i cristiani pagavano per liberare gli schiavi o si offrivano in cambio di prigionieri innocenti.

7) Seppellire i morti
Cristo non aveva un luogo dove posare il capo. Un amico, Giuseppe d’Arimatea, gli cedette la propria tomba. Non soltanto, ma ebbe il coraggio di presentarsi a Pilato e di chiedergli il corpo di Gesù. Partecipò anche Nicodemo, che aiutò a seppellirlo (Gv 19, 38-42).
Seppellire i morti non deve sembrare un ordine superfluo, perché, di fatto, tanti corpi vengono oltraggiati.

Le opere di misericordia spirituali con una breve spiegazione
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1) Insegnare agli ignoranti
Consiste nell’insegnare all’ignorante le cose che non sa: anche in materia religiosa. È un insegnamento che può avvenire attraverso scritti o con parole, con qualunque mezzo di comunicazione o a voce.

2) Consigliare i dubbiosi
Uno dei doni dello Spirito Santo è il dono del consiglio. Per questo colui che vuol dare un buon consiglio deve, prima di ogni cosa, essere in sintonia con Dio, perché non si tratta di dare opinioni personali, ma di consigliare bene chi ha bisogno di una guida.

3) Correggere colui che si sbaglia
Quest’opera di misericordia si riferisce soprattutto al peccato. Infatti, quest’opera si può formulare in un’altro modo: ammonire i peccatori. La correzione fraterna è spiegata proprio da Gesù nel vangelo di Matteo: “Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello” (Mt 18, 15).
Dobbiamo correggere il nostro prossimo con mansuetudine e umiltà.

4) Perdonare le offese
Nel Padrenostro diciamo: “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, e il Signore stesso preciserà: “Se voi perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi” (Mt 6, 14).
Perdonare le offese vuol dire superare la vendetta e il risentimento. Significa trattare con amabilità coloro che ci hanno offeso. Il più grande perdono è quello di Cristo sulla Croce, che ci insegna che dobbiamo perdonare tutto e sempre: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fan no” (Lc 23, 34).

5) Consolare gli afflitti
La consolazione dell’afflitto, di colui che attraversa qualche difficoltà, è un’altra opera di misericordia spirituale. Spesso sarà completata dal buon esempio, che aiuti a superare questa situazione di dolore o di tristezza. Rimanere vicino ai nostri fratelli in ogni momento, ma soprattutto in quelli più difficili, significa mettere in pratica il comportamento di Gesù che s’immedesimava nel dolore altrui.

6) Sopportare pazientemente le persone moleste
La pazienza, quando si è alle prese con i difetti altrui, è una virtù ed è un’opera di misericordia. Tuttavia, ecco un consiglio molto utile: quando sopportare i difetti degli altri causa più danno che bene, bisogna farli notare con molta carità e amabilità.

7) Pregare Dio per i vivi e per i morti
San Paolo raccomanda di pregare per tutti, senza distinzione, anche per chi ci governa e per le persone che hanno responsabilità. – I morti che si trovano nel Purgatorio dipendono dalle nostre preghiere. È una buona opera pregare per loro affinché siano assolti dai loro peccati (cfr. 2 Mac 12, 45).

In questa atroce guerra tra Russia e Ucraina le Opere di misericordia (corporali e spirituali) possono essere la palestra in cui esercitare concretamente il senso della “misericordia” verso gli altri, specialmente verso i profughi. – Bisognerà amare con i fatti e non solo con le parole. E quando le compiamo, riusciremo a sentire le parole di Gesù, il quale ha detto: “Ogni volta che avrete fatto una di queste opere al più piccolo dei fratelli, l’avrete fatta a me!”

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