Fede e dintorni

Venerdì Santo in tempo di coronavirus

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Venerdì Santo in tempo di coronavirus.

– Anche questo Venerdì Santo è inedito. Lo vivremo in famiglia, seguendo una delle tante trasmissioni in TV o in diretta streaming. Non è la stessa cosa, ma come per ieri, beati noi se sapremo fare di necessità virtù.
– Il Venerdì santo può sembrare un giorno di lutto: infatti tutto sembra rivelare un senso di tristezza. Questo giorno ha il suo centro nella Croce. Le ore vengono scandite dalla crocifissione, morte e sepoltura del Signore Gesù.
– E’ il giorno in cui maggiormente fa bene ascoltare con fede il racconto della Passione e della morte del Signore e adorare con profonda gratitudine la Croce, nostra speranza.
– Ma dentro la morte di Cristo sulla croce, c’è il mistero di una vita nuova, liberante, redentrice. Perciò il venerdì santo diventa il giorno della speranza di una vita nuova. – – Oggi la Chiesa non celebra l’Eucaristia; la Comunione la si farà con il pane consacrato nella Messa dell’ultima Cena; tanti di noi faranno la Comunione spirituale. – I numerosi riti tradizionali, anche se oggi non possono essere messi in scena, a causa delle restrizioni imposte dal coronavirus, sono ancora vivi in tantissimi luoghi e il loro ricordo aiuterà a vivere la memoria di questo santo giorno.

1. Dal Vangelo di Giovanni (cap.18).
Gesù, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei».
  Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
  Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
  Vennero i soldati e spezzarono a quelli che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua… Un passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».

2. Una storia: un pezzo di legno.
C’è un uomo che nel suo salotto, al  posto d’onore, tiene appeso uno strano oggetto. Quando qualcuno gli chiede il perché di quella stranezza, egli commosso racconta:

♦ “Il nonno, una volta mi accompagnò al parco. Era un gelido pomeriggio d’inverno. Il nonno mi seguiva e sorrideva, ma sentiva un peso. Il suo cuore era malato, già molto malandato. Volli andare verso lo stagno. Era tutto ghiacciato, compatto! “Dovrebbe essere magnifico poter pattinare”, urlai, “vorrei provare a rotolarmi e scivolare sul ghiaccio almeno una volta!”. Il nonno era preoccupato. ♦ Nel momento in cui scesi sul ghiaccio, il nonno disse: “Stai attento…”.
Troppo tardi. Il ghiaccio non teneva e urlando caddi dentro. Tremando, il nonno spezzò un ramo e lo allungò verso di me. Mi attaccai e lui tirò con tutte le sue forze fino ad estrarmi dal crepaccio di ghiaccio. Piangevo e tremavo.
♦ Mi fecero bene un bagno caldo e il letto, ma per il nonno questo avvenimento fu troppo faticoso, troppo emozionante. Un violento attacco cardiaco lo portò via nella notte. Il nostro dolore fu enorme. Nei giorni seguenti, quando mi ristabilii completamente, corsi allo stagno e ricuperai il pezzo di legno. È con quello che il nonno aveva salvato la mia vita e perso la sua! Ora, fin tanto che vivrò, starà appeso su quella parete come segno del suo amore per me!

Per questo motivo noi cristiani oggi ci inginocchiamo dinanzi a quel legno, a cui si è appeso l’Amore-Gesù; per questo teniamo nelle nostre case un “pezzo di legno” a forma di croce… Per ricordare come si ama, e a chi dobbiamo guardare per amare senza stancarci! (Bruno Ferrero).

3. Un altro ladrone e assassino: Oggi stesso sarai con me in paradiso!
Il Vicario d’una parrocchia di New York, che si occupava dei negri, fu chiamato a portare i Sacramenti ad un giovane di colore, venticinquenne, il quale aveva assassinato la sua amica e doveva affrontare la sedia elettrica di lì ad un’ora. Era verso Pasqua.
♦ Il sacerdote lo confessò e gli diede la Comunione. Poi ci fu silenzio.
Ma ad un tratto il giovane condannato disse:
– Padre, ho sciupato tutta la mia vita, non ho saputo imparare niente; so fare soltanto una cosa: lucidare le scarpe… Mi permetta di lucidarle le scarpe: sono così contento del perdono di Dio, che non so come ricompensarlo, prima di andare a trovare la mia amica in cielo!
E, senza attendere risposta, si buttò in ginocchio, sputò sulle sue mani e si mise a strofinare vigorosamente sulle scarpe del prete.
Questi taceva sconvolto.
In quel momento si ricordò della Maddalena ai piedi di Gesù e delle sue parole: “Le sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha amato molto”! E ancora. Al ladrone che lo pregava: “Gesù, ricordati di me nel tuo regno!”, Gesù rispose: “Oggi stesso sarai con me in paradiso!”
(C. Journet)

4. Contemplare Gesù Crocifisso (di S. Alfonso).
Anima mia, alza gli occhi e contempla Gesù crocifisso.
• Guarda l’Agnello divino, sacrificato su un altare di dolore.
• Pensa che egli è il Figlio prediletto dell’eterno Padre e che è morto per amor tuo.
• Egli ha le braccia aperte per accoglierti, il capo chino per darti il bacio della pace, il costato aperto per accoglierti.
• Non merita forse di essere amato un Dio così buono e pieno d’amore? Dalla croce il tuo Signore ti dice: “Figlio, chi mai al mondo ti ha amato più di me, tuo Dio?”

Mio Dio e mio Redentore,
• tu sei morto di una morte infame e dolorosa, per guadagnarti il mio amore.
• Ma quale creatura potrà mai ricambiare l’amore del suo Creatore morto per essa?
• Adorato Gesù, amore dell’anima mia, come potrò dimenticarmi di te? Come potrò vederti appeso su questo legno e non amarti con tutte le mie forze?
• Gesù mio, io credo che tu mi hai amato fin dall’eternità, senza alcun merito mio, e che, pur prevedendo le mie ingratitudini, solo per la tua bontà mi hai dato di esistere.
• Tu sei il mio Salvatore, perché con la tua morte mi hai liberato dall’inferno tante volte da me meritato.
• Tu sei la mia vita, per la grazia che mi hai donato, senza la quale io sarei rimasto per sempre nella morte.
• Tu sei la mia speranza: da nessun altro io posso sperare del bene, giacché tu solo sei giunto a morire per me.
• Agnello di Dio, sacrificato sulla croce e vittima d’amore, vorrei morire per te, come tu sei morto per me! Amen.

5. Perdono senza confini
♥♥ «Se avesse guardato Gesù negli occhi, come fece (Lc 22,61), Giuda sarebbe stato l’amico della misericordia di Dio» (Santa Teresa di Calcutta).

La Via Crucis nella storia… La Via Crucis nella nostra vita… Via Crucis di sempre! – Ognuno ha modo di specchiarsi dentro e vivere la giusta via! – La croce ci ricorda come si ama, e a chi dobbiamo guardare per amare senza stancarci. La morte di Cristo sulla croce rivela il mistero duna vita nuova, liberante, redentrice. Perciò il venerdì santo diventa il giorno della speranza di una vita nuova. – Ingrandisci la foto.

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