Fede e dintorni

Avvicinarsi a Dio con cuore purificato

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Avvicinarsi a Dio con cuore purificato.

– Mosè aveva dato al popolo norme che dovevano aiutarlo a servire Dio e a restare nella libertà ricevuta in dono. Ma senza una vera conversione e con una osservanza solo esteriore queste norme divennero presto una nuova forma di schiavitù.
– Infatti il rapporto con Dio restava sull’aspetto formale dell’osservanza e non sulla sincerità di un cuore desideroso di incontrarlo nell’amore: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”.
– I farisei non avevano capito che l’attaccamento alla Legge deve significare attaccamento a Dio e che la Legge è santa non soltanto perché proviene da Dio, ma perché conduce a lui. – «I puri di cuore che vedranno Dio» (Mt 5,8) non sono i puritani, cioè gli ossessionati e scrupolosi osservanti di tutte le leggi morali della Sacra Scrittura e della Chiesa…
– I veri «puri di cuore» sono quei credenti che riescono a invocare la vicinanza di Dio invocandolo con la sincerità del loro cuore, avendo riconosciuto la loro fragilità e la situazione esistenziale del loro essere peccatori. – E tutti siamo peccatori. ma già perdonati nella morte e risurrezione di Cristo.

Dal Vangelo di questa domenica. (Mc 7,1-8.14-15.21-23).
♦ In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
♦ Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
♥ Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».
♥ E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Fuggire l’ipocrisia e portare a compimento quanto già rivelato.
♦ Gesù condanna le pratiche dei farisei, ma senza introdurre una nuova divisione del mondo: non dichiara cattivo ciò che, prima di lui, era considerato buono e viceversa. Afferma infatti: «Non sono venuto per abolire, ma per dare compimento» (Mt 5,17).
♦ I farisei non avevano capito che l’attaccamento alla Legge doveva significare l’attaccamento a Dio e che la Legge è santa non soltanto perché proviene da Dio, ma perché conduce a lui. È solo quando cerca la presenza di Dio che il cuore sperimenta l’intelligenza autentica delle cose.
“Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”. Nella discussione tra Gesù e i farisei si percepiscono forti tensioni. Oggetto del dibattito è la “religione pura”. Gesù pone al centro di essa il cuore dell’uomo e la sua liberazione dal male, mentre i farisei difendono il rituale esteriore della religione venuta da Dio.
“Il suo cuore è lontano da me”. Tutti dobbiamo ammettere questa verità: noi non controlliamo il nostro cuore. Quanti vorrebbero smettere di bere troppo e non lo possono fare? Quanti vorrebbero disfarsi dell’invidia e dell’orgoglio e, invece, si sorprendono a fare il contrario? “Non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto” (Rm 7,15).

Spesso ci rendiamo conto di questo per la prima volta quando cominciamo a prendere più seriamente la nostra fede e a seguire più da vicino un modo di vita cristiano. Ci stupiamo della nostra tendenza a ripetere gli stessi errori e a ricadere nello stesso peccato. Cominciamo a capire il grido di san Paolo: “Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?” (Rm 7,24).
Spesso ci rendiamo conto di questo per la prima volta quando cominciamo a prendere più seriamente la nostra fede e a seguire più da vicino un modo di vita cristiano. Ci stupiamo della nostra tendenza a ripetere gli stessi errori e a ricadere nello stesso peccato. Cominciamo a capire il grido di san Paolo: “Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?” (Rm 7,24).

Siamo peccatori già perdonati.
«Il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo» (Dt 4,7). La vicinanza del Padre si è manifestata concretamente nei nostri confronti grazie alla morte e risurrezione del Figlio suo, Gesù Cristo, agnello di Dio che toglie il peccato del mondo.
Grazie alla morte e risurrezione di Gesù noi siamo peccatori già perdonati, siamo cioè già stati riscattati e recuperati dal fondo del pozzo delle nostre azioni incoerenti con il bene che vogliamo fare; siamo già stati rivestiti della dignità di figli amati del Padre e ci è stato fatto il dono dello Spirito Santo per farci vivere la conversione da una vita secondo la carne ad una vita secondo lo Spirito.
 Solo con le nostre forze umane non riusciamo ad essere giusti, ma l’aiuto dello Spirito Santo in noi permette che «non siamo più noi a vivere, ma che Cristo viva in noi» (Gal 2,20).
Siamo peccatori, ma già perdonati grazie alla morte e risurrezione di Gesù e al dono meraviglioso dello Spirito Santo effuso nei nostri cuori.

Per la Preghiera.
♦  Signore, donaci un cuore sincero,
♦  Signore, purifica la tua Chiesa da tutti i pesi che soffocano la Parola, perché essa risplenda nel mondo come luce di libertà e verità.
♦  Signore, libera tutti i cristiani da ogni osservanza puramente formale ed esteriore della tua legge e dona loro di essere veri e sinceri con te, con sé stessi e con il prossimo.
♦ Signore, ispira in noi un atteggiamento responsabile e di cura nei confronti del creato. Donaci di riconoscere la tua presenza nella bellezza della terra e nei suoi doni.
♦ Signore, il mondo intero riconosca che anche il nostro è tempo di grazia, sebbene provato da problemi ardui che richiedono soluzioni spesso difficili.
♦  Padre di misericordia, la tua legge è luce sul nostro cammino e la tua volontà guida i nostri passi verso l’incontro con te. Accogli la nostra preghiera e fa’ che, purificata dal tuo Spirito, sia sempre bene accetta a te. – Amen.

«I puri di cuore che vedranno Dio» (Mt 5,8) non sono i puritani, cioè gli ossessionati e scrupolosi osservanti di tutte le leggi morali della Sacra Scrittura e della Chiesa… – I veri «puri di cuore» sono quei credenti che riescono a invocare la vicinanza di Dio invocandolo con la sincerità del loro cuore, avendo riconosciuto la loro fragilità e la situazione esistenziale del loro essere peccatori. – E tutti siamo peccatori. ma già perdonati nella morte e risurrezione di Cristo. – Viviamo in un mondo inquinato dalla ipocrisia, a tutti i livelli; nessuno può ritenersi esente. E’ un inquinamento che parte dal cuore e non si può guarire se non scendendo con sincerità nel proprio cuore. Se la lotta all’inquinamento fisico e la cura dell’igiene è un segno di progresso e di civiltà al quale non si può a nessun costo rinunciare, lo stesso impegno deve manifestarsi nell’inquinamento del cuore. – L’ipocrisia non è il linguaggio di Gesù”, né deve esserlo dei cristiani, giacché “l’ipocrita è capace di uccidere una comunità”. L’ipocrisia uccide le comunità, fa tanto male alla Chiesa.

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