Fede e dintorni

Come seguire Gesù

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Come seguire Gesù: il Beato Don Mottola.

– Il libro della Sapienza evidenzia la stima di Salomone per la sapienza divina, da lui preferita al potere, alla ricchezza, all’oro, all’argento, alla salute, alla bellezza fisica, alla luce. – Salomone nella preghiera chiede al Signore il dono della sapienza, ricchezza autentica e duratura che svela il senso profondo della realtà. – Ma mentre il saggio privilegia la conoscenza e l’amore a Dio rispetto al possedere ricchezze, il ricco vorrebbe poter seguire Gesù senza però staccarsi dai suoi beni. – “Vendi quello che hai e seguimi.”, dice Gesù al giovane ricco – A chi lascia tutto per seguirlo, il Signore promette il centuplo. – Per il cristiano è di vitale importanza amare sopra ogni cosa Gesù Cristo, perché, valutando con sapienza i beni di questo mondo, diventiamo liberi e poveri per annunciare e costruire il regno di Dio. – Impresa difficile? “Il nostro cuore è piccolo, ma la preghiera lo dilata e lo rende capace di amare Dio” (San Giovanni Maria Vianney).- Il nuovo Beato di oggi, don Francesco Mottola di Tropea, lo ha pienamente testimoniato.

Dal Vangelo di questa domenica (Mc 10,17-30)
♦ In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?».
♦ Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
♦ Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».
Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!».
♦  Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
♦  Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!».
♦  I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
♦ Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

Il giovane ricco.
♦ Quest’uomo sembrava avere tutto. Egli era ricco e, in più, obbediva ai comandamenti divini.
Si è rivolto a Gesù perché voleva anche la vita eterna, che desiderava fosse come una assicurazione a lunga scadenza, come quella che si ottiene da una grande ricchezza.
♦ Gesù aveva già annunciato che per salvare la propria vita bisognava essere disposti a perderla, cioè che per seguirlo occorreva rinnegare se stessi e portare la propria croce (Mc 8,34-35).
L’uomo era sincero e si guadagnò uno sguardo pieno d’amore da parte di Gesù: “Una sola cosa ti manca, decisiva per te. Rinuncia a possedere, investi nel tesoro del cielo, e il tuo cuore sarà libero e potrà seguirmi”.
♦ Ma né lo sguardo né le parole di Gesù ebbero effetto. Quest’uomo, rattristato, certo, ha tuttavia preferito ritornare alla sicurezza che gli procurava la propria ricchezza.
Non ha potuto o voluto capire che gli veniva offerto un bene incomparabilmente più prezioso e duraturo: l’amore di Cristo che comunica la pienezza di Dio (Ef 3,18-19).
San Paolo lo aveva capito bene quando scrisse: “Tutto ormai io reputo spazzatura, al fine di guadagnare Cristo.” (Fil 3,8-9).

Seguiamo Gesù Cristo, sapienza di Dio.
♦ La Sapienza coincide con la parola o legge di Dio, che ci fa conoscere il suo volere. La parola di Dio ci fa conoscere la sua sapienza. Sapienza di cui ha sempre bisogno il nostro cuore, ma che difficilmente si lascia guarire dalla parola del Signore. Occorre convertirsi e aprirsi a Lui che ci scruta e ci conosce, col desiderio di fare nuova la nostra esistenza per la nostra pace.
Nel Vangelo Gesù ci ricorda che per seguirlo non basta l’osservanza dei comandamenti, ma occorre dargli il cuore, amandolo più dei nostri beni, più dei parenti, più della nostra vita, perché egli è l’Amore che ci dona la vita bella.
Aderiamo a lui, unica cosa veramente necessaria, parte migliore che non ci sarà mai tolta.
Solo così si ha già il centuplo su questa terra – insieme a persecuzioni! – e la vita eterna nel futuro.
(don Francesco Dell’Orco).

Per la preghiera.
* O Dio, la tua Parola di Dio ci stimoli a riflettere sulle nostre abitudini e sicurezze e a non confidare soltanto nei beni materiali.
* O Dio, il nostro cuore rimanga sempre aperto alla tua Parola di Dio e disponibile ad affidarsi a Te.
* Signore, i tuoi pastori, vescovi e sacerdoti, sappiano dare esempio concreto di distacco dai beni materiali, scegliendo la via della povertà.
* Signore, le nuove politiche della nostra società non spingano soltanto alla difesa dei propri interessi e confini, ma sappiano invece valorizzare e stimolare l’economia e lo sviluppo dei Paesi più poveri.
* Spirito Santo, in questo tempo di crisi e di serie difficoltà economiche, suscita persone di buona volontà impegnate a superare le ristrettezze e la povertà.
* Spirito Santo, donaci la creatività di saperci organizzare con gesti concreti di solidarietà verso i fratelli e le sorelle in difficoltà, a cui manca un posto di lavoro o la possibilità di vivere con dignità.
* O Padre, non abbandonarci quando siamo tentati dalle cose materiali e facciamo fatica ad affermare i valori veri: l’onestà, la generosità, l’amore verso i piccoli. Donaci la forza di essere cristiani sinceri e uomini coerenti.

Beatificazione di Don Francesco Mottola (1901–1969).
Comunicato stampa
Domenica 10 ottobre, a Tropea, alle ore 10,00 si terrà la celebrazione eucaristica con il Rito di Beatificazione del Ven.le Francesco Mottola, sacerdote e fondatore degli Oblati e Oblate del Sacro Cuore.
La celebrazione sarà presieduta, a nome del papa, dal cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Come area della celebrazione è stato individuato il piazzale dell’Isola di Tropea dove si potrà accedere con il pass e muniti di green pass, per la prevenzione del contagio da covid 19 (come atto di responsabilità), a partire dalle ore 8.15.
A causa delle previsioni metereologiche, considerate attualmente sfavorevoli, si informa che la celebrazione potrebbe anche svolgersi all’interno della Concattedrale e in tal caso l’accesso sarà riservato, per motivi di sicurezza, solo al clero, ad una rappresentanza delle autorità e dei fedeli.

Breve biografia del nuovo Beato.
♦ Francesco Mottola nacque a Tropea il 3 gennaio 1901. La sua istruzione fu affidata al Seminario Vescovile di Tropea quando aveva dieci anni (1911). Nel 1913 la madre si tolse la vita.
♦ Dal 1917 proseguì i suoi studi nel Seminario Regionale di Catanzaro. Il fratello minore Gaetano morì nel 1922.
I suoi studi a Catanzaro proseguirono fino al 1924, anno in cui fu ordinato sacerdote.
♦ Cinque anni dopo gli fu conferita la carica di rettore del Seminario di Tropea.
♦ Nel 1930 fondò la Famiglia degli Oblati e delle Oblate del Sacro Cuore.
♦ Al 1931 è datata la sua nomina a penitenziere della Cattedrale tropeana.
♦ Fondò il circolo culturale “Francesco Acri” e diresse la rivista “Parva Favilla”.
♦ Intraprese alcune iniziative sociali: nel 1935 organizzò dei gruppi di aggregazione tra laici e sacerdoti in cui la preghiera e la contemplazione venivano affiancati all’impegno pratico di azioni caritatevoli.
♦ Affiancò alla Famiglia degli Oblati del Sacro Cuore un gruppo di oblati laici, che per la loro azione concreta furono definiti “certosini della strada”.
Grazie a lui a Tropea, Vibo Valentia, Parghelia, Limbadi (ma anche a Roma) venne fondata la Casa della Carità.
Questi luoghi furono destinati ad accogliere i disabili, che venivano assistiti dagli oblati.

Le sue attività di conferenziere, predicatore e di direttore del seminario di Tropea si interruppero a causa di un evento nel 1942, quando rimase colpito da una paralisi che lo rese inabile e gli tolse quasi del tutto l’uso della parola.
Mise per iscritto il suo pensiero (ad esempio nel “Diario dello Spirito”).
Nel giugno del 1968 riuscì a far riconoscere a livello diocesano l’Istituto della Famiglia degli Oblati e delle Oblate del Sacro Cuore dal vescovo di Nicotera e Tropea, Mons.Vincenzo De Chiara.
♦ Si spense all’età di 68 anni aTropea il 29 giugno 1969.
(fonte: Wikipedia).

“Vendi quello che hai e seguimi.”, dice Gesù al giovane ricco – A chi lascia tutto per seguirlo, il Signore promette il centuplo. – Per il cristiano è di vitale importanza amare sopra ogni cosa Gesù Cristo, perché, valutando con sapienza i beni di questo mondo, diventiamo liberi e poveri per annunciare e costruire il regno di Dio. -Il nuovo Beato Francesco Mottola con la vicenda spirituale e sociale mostra la verità delle parole di Cristo. Il Beato Mottola ha detto a Gesù che lo chiamava: “Eccomi tutto!”. E Gesù lo rese grande strumento della sua misericordia e della sua carità. La Calabria e tutta la Chiesa oggi accoglie con gioia la beatificazione di questo Sacerdote rimasto fedele alla sua consegna fino alla fine, nonostante che a 42 anni fu colto dalla paralisi che lo privò persino della parola per ben 27 anni.

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