Fede e dintorni

Condoglianze tra Papi

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Condoglianze tra Papi.

– Il 1° luglio scorso a Ratisbona, dove viveva, è morto a 96 anni Mons. Georg Ratzinger, fratello di Papa Benedetto di tre anni più giovane. Il mondo ha seguito commosso la visita che nei giorni scorsi Papa Benedetto ha fatto al fratello Georg nella casa dove era ammalato da tempo.
– Una visita che ha testimoniato la profonda relazione familiare tra i due fratelli sacerdoti. Cresciuti insieme, ordinati sacerdoti insieme, ciascuno ha seguito la sua strada, rimanendo legato strettamente l’uno all’altro.
– La notizia è stata subito diffusa da tutte le agenzie. Il mondo aspettava le parole di Papa Francesco che puntualmente sono arrivate con una lettera: parole di partecipazione, di conforto, di fede e di preghiera. Anche i Papi danno e ricevono condoglianze. e c’è da imparare da quanto riportano le varie agenzie.

La preghiera di Papa Francesco per Georg e le sue condoglianze a Benedetto XVI.
♦ Nella lettera indirizzata al papa emerito, Papa Francesco partecipa al dolore che ha colpito Benedetto XVI per la morte del fratello Georg. Esprime il suo cordoglio e assicura la preghiera di suffragio per il defunto, invocando anche sul Papa emerito il dono della consolazione divina. Ecco il testo integrale:
«Lei ha avuto la delicatezza di comunicarmi per primo la notizia del decesso del suo amato fratello Mons. Georg.
Desidero rinnovarLe l’espressione del mio più sentito cordoglio e della spirituale vicinanza in questo momento di dolore.
Assicuro la mia preghiera di suffragio per il compianto defunto, affinché il Signore della vita, nella sua bontà misericordiosa, lo introduca nella patria del cielo e gli conceda il premio preparato per i fedeli servitori del Vangelo.
E prego anche per Lei, Santità, invocando dal Padre, per intercessione della Beata Vergine Maria, il sostegno della speranza cristiana e la tenera consolazione divina.
Sempre uniti nell’adesione al Cristo risorto, sorgente di speranza e di pace».

Georg Ratzinger è morto mercoledì 1° luglio a Ratisbona, intorno alle 11. Malato da tempo, aveva 96 anni, tre in più del fratello, al quale era molto legato. Papa Ratzinger si era recato a visitarlo restando con lui dal 18 al 22 giugno.
Secondo quanto si apprende, i funerali del sacerdote musicista saranno celebrati mercoledì 8 luglio alle ore 10 nel Duomo di Regensburg. A presiederli dovrebbe essere il vescovo Rudolf Voderholzer.
(cf. Avvenire.it, 2 luglio) .

La vocazione sacerdotale dei due fratelli Ratzinger.
♦ Georg era nato nel 1924, ed era più grande di Joseph di tre anni. Un forte legame familiare caratterizzò la prima parte della loro vita.
♦ Georg era musicista e maestro di coro. Aveva guidato per anni il coro di voci bianche della cattedrale di Ratisbona ed aveva effettuato centinaia di concerti in tutto il mondo.
La vocazione sacerdotale dei due fratelli ha visto intrecciarsi strettamente i loro percorsi. Diceva Georg: «Non so se in qualche modo io sia stato di esempio per mio fratello. Sicuramente egli vedeva nella mia esperienza quella che sarebbe stata la sua, quando decise, di sua volontà, di seguirmi su questa via».
Una vocazione comune che rinsaldò, ancora di più, nella solidarietà l’intera famiglia, costretta a non pochi sacrifici per garantire ai due gli studi in seminario.

♦ L’esperienza della guerra interruppe il percorso di formazione in seminario. E i due fratelli dovettero rispondere in modi diversi agli eventi che precipitavano. Nel 1942 Georg venne arruolato nelle Reichsarbeitsdienst, e in seguito nella Wehrmacht, con la quale combattè anche in Italia. Catturato dagli Alleati nel marzo 1945, resta prigioniero a Napoli per alcuni mesi prima di essere rilasciato e di poter far ritorno in famiglia.
♦ Un’esperienza che incise sui due fratelli, non solo per la lontananza fisica cui furono costretti, ma che li segnò anche in quello che potremmo definire il loro “cammino condiviso”.
Georg ne parlava così: «L’aver superato senza conseguenze le brutte esperienze della guerra rafforzò in me e in mio fratello la convinzione che Dio avesse dei progetti per noi. Le disavventure di quegli anni ci avevano fatto confrontare con la paura, un sentimento che fino ad allora non avevamo ancora provato. Eravamo stati costretti a vivere in un mondo che prima ci era completamente ignoto e che non avremmo mai immaginato così brutale. Avevamo letteralmente visto la morte in faccia. Tutto questo ci aveva cambiati profondamente, facendoci comprendere l’importanza di molte cose che prima consideravamo ovvie e confermandoci sempre più nella nostra intenzione di diventare sacerdoti».

♦ Ripresero tutti e due gli studi filosofici a Frisinga, dove i compagni, li chiamavano significativamente l’uno Bucher-Ratz (“il Ratz dei libri”) e l’altro Orgel-Ratz (“il Ratz dell’organo”).
Poi, completati i corsi di teologia (per questi Joseph si trasferì a Monaco), arrivò il giorno più importante della loro vita, vissuto uno accanto all’altro. Il 29 giugno 1951 i due fratelli vennero ordinati sacerdoti nella cattedrale di Frisinga dal cardinale Michael von Faulhaber. Una festa alla quale partecipò tutta la città. «Non appena entrammo nel duomo, l’organo iniziò a suonare, mentre il coro cantava. La nostra liturgia ci regala davvero momenti meravigliosi! (…)
♦ In noi si rinforzò la certezza che con l’imposizione delle mani cominciava un nuovo capitolo della nostra esistenza, che sarebbe stata colma della presenza di Dio e ricca di benedizioni».

Dopo l’ordinazione, i percorsi dei due fratelli imboccarono direzioni decisamente differenti, con Joseph, addirittura, portato nel tempo a lasciare definitivamente la Germania, destinazione Roma.
Ma sempre quel filo tenace che li univa, quel sentirsi “famiglia” anche a centinaia di chilometri di distanza, li ha richiamati spesso per trascorrere del tempo insieme. Erano i momenti in cui si rivedevano per qualche giorno di vacanza: lunghe passeggiate e chiacchierate nella natura.
Erano le feste, come il Natale, da passare tutti insieme, rivivendo in famiglia gesti e devozioni depositati nei ricordi bambini. Erano anche i momenti tristi, della condivisione del dolore, quando nel 1959 morì papà Joseph, quando, dopo le sofferenze della malattia, nel 1963 fu la mamma a essere chiamata dal Signore e quando scomparve l’amata sorella nel 1991.

E quando poi, il fratello divenne Benedetto XVI, fu Georg a raggiungerlo più volte in Vaticano o a Castel Gandolfo. Come sempre, cuore a cuore, condividendo la gioia e la ricchezza di essere famiglia. E pregando insieme.
Raccontava Georg sempre nel 2011: «Guida lui la preghiera: dopo la messa del mattino, di pomeriggio i vespri e la sera la compieta, perché io non riesco più da solo. Prima di coricarci, a volte mi chiede di eseguirgli qualche brano al pianoforte. Scelgo canti religiosi o popolari, come Im schönnsten Wiesengrund, ma anche brani come Der Mond is aufgegangen oppure Adieu zur guten Nacht, molto semplici. Invece nel periodo dell’Avvento, com’è normale, prediligo inni natalizi».
Come tanti anni prima ad Aschau, quando fuori c’era la neve, loro recitavano il rosario e mamma Maria addobbava l’albero…
(da L’Osservatore Romano, 02 luglio 2020).

Il 1° luglio scorso a Ratisbona, dove viveva, è morto a 96 anni Mons. Georg Ratzinger, fratello di Papa Benedetto di tre anni più giovane. Il mondo ha seguito commosso la visita che nei giorni scorsi Papa Benedetto ha fatto al fratello Georg nella casa dove era ammalato da tempo. Papa Francesco ha inviato al papa emerito una lettera: parole di partecipazione, di conforto, di fede e di preghiera. E rinnova l’augurio di poter restare sempre uniti nell’adesione al Cristo risorto, sorgente di speranza e di pace.

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