Fede e dintorni

Coronavirus, anche i preti esempi di eroicità

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Coronavirus, anche i preti esempi di eroicità.

– Il triste sviluppo del coronavirus Covid-19, tra le grandi sofferenze arrecate sta facendo emergere storie di autentica umanità e molti esempi di eroicità.
– Papa Francesco nella messa a Santa Marta di qualche giorno fa ha menzionato i medici, preti e infermieri morti come esempi di eroicità. “Ho avuto la notizia che in questi giorni sono venuti a mancare alcuni medici, sacerdoti, non so se qualche infermiere, ma si sono contagiati, hanno preso il male perché erano al servizio degli ammalati. Preghiamo per loro, per le loro famiglie. E ringrazio Dio per l’esempio di eroicità che ci danno nel curare gli ammalati”.
– Gli ultimi dati,che sono in continuo aggiornamento, parlano di 67 sacerdoti italiani morti, ognuno con la sua storia. E, tra le tante storie, quella di don Giuseppe Berardelli ha toccato vivamente l’opinione pubblica.

Sono 67 i sacerdoti morti vittime del virus Covid-19, strappati alle loro comunità. Una contabilità che pare non vorrebbe aver fine.
♦ Nell’elenco dei preti morti a Bergamo più di una settimana fa compare il nome don Giuseppe Berardelli, 72enne sacerdote di Casnigo (Bergamo). E poi si viene a conoscenza della sua storia eroica: don Giuseppe Berardelli ha rinunciato al respiratore per donarlo a una persona più giovane.
“Il respiratore datelo a uno più giovane”. E’ morto dopo essere risultato positivo al coronavirus, ma anche perché ha scelto di rinunciare al respiratore e di sacrificarsi per un’altra persona.
“Il sacrificio di Don Giuseppe” è un titolo di un servizio web. Don Giuseppe Berardelli è morto sul campo, da prete. “Il respiratore datelo a uno più giovane”. Don Giuseppe Berardelli ha rinunciato al respiratore (che i suoi parrocchiani gli hanno donato) per darlo a un malato più giovane di lui. Un gesto di grande cuore che ha commosso l’intera comunità bergamasca prima e italiana poi.
♦ Infatti Don Giuseppe era risultato positivo al coronavirus ed era già sofferente per altri acciacchi che andavano avanti da tempo. La comunità parrocchiale aveva acquistato un respiratore proprio per lui ma il parroco 72enne ha fatto il possibile affinché potesse andare a qualche altro paziente più giovane di lui. Qualcuno che neppure conosceva. Don Giuseppe è poi deceduto lo scorso 16 marzo all’ospedale di Lovere.
  “Don Giuseppe è morto da prete. E commuove profondamente il fatto che lui, arciprete di Casnigo, abbia rinunciato al respiratore di sua volontà per destinarlo a qualcuno più giovane di lui”, ha raccontato un operatore sanitario della casa di riposo San Giuseppe al periodico “Araberara”.

♦  Sembra una frase fatta, “morto sul campo”. Don Giuseppe era arciprete di Casnigo ormai da quasi quattordici anni e avrebbe concluso la sua missione a Casnigo. Ma l’ha conclusa prima, in un ospedale, a Lovere, colpito dal coronavirus.
♦ Già lo scorso anno aveva avuto problemi di salute. Il suo sorriso perenne, la sua disponibilità, ma anche il suo attivismo nella realizzazione di opere importanti e costose, quel sorriso nascondeva le preoccupazioni.
“Era una persona semplice, schietta, di una grande gentilezza e disponibilità verso tutti, credenti e non credenti. Il suo saluto era ‘pace e bene’.
Per lui, come per tanti altri morti, non c’è stato funerale. Ma i casnighesi lo hanno salutato a modo loro, a mezzogiorno di lunedì 16 marzo si sono affacciati sul balcone di casa e lo hanno salutato con un applauso. “Il suo è un arrivederci – dice una parrocchiana – non ci lascia soli, da lassù veglia su di noi e… chissà quanti progetti sta facendo lassù, anche per noi”.

♦ ♦ Dall’inizio della pandemia di Coronavirus sono almeno 67 i preti morti in Italia, tra questi almeno 22 sono della diocesi di Bergamo. I fedeli restano ammutoliti perché il virus li ha strappati all’affetto delle comunità. Ma poi le loro storie di servizio alla Chiesa e ai fratelli, stanno facendo emergere quell’amore di cui ha bisogno l’umanità.
♦ Ai sacerdoti diocesani morti per il virus vanno aggiunti quelli religiosi appartenenti ad Istituti, suore, diaconi, personale delle Curie diocesane, responsabili di uffici e collaboratori.

I preti si ammalano e muoiono come gli altri, insieme agli altri. I preti italiani stanno in mezzo alla gente, da sempre, per missione, ma prima ancora per la natura popolare del clero italiano. Perciò non è una sorpresa trovarli nell’elenco delle vittime mietute da questa spaventosa epidemia del virus Covid-19.

Coronavirus, anche i preti esempi di eroicità – Il triste sviluppo del coronavirus Covid-19, tra le grandi sofferenze arrecate sta facendo emergere storie di autentica umanità e molti esempi di eroicità. Papa Francesco ha menzionato i medici, preti e infermieri morti come esempi di eroicità, ringraziando Dio per l’esempio della eroicità nel curare gli ammalati”. I preti italiani si ammalano e muoiono come gli altri, insieme agli altri, perché stanno in mezzo alla gente. Perciò nn è una sorpresa trovarli nell’elenco delle vittime mietute da questa spaventosa epidemia del virus Covid-19. Tra le tante storie di preti morti per il virus, quella di don Giuseppe Berardelli ha toccato vivamente l’opinione pubblica.

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