Fede e dintorni

Un imperatore sfortunato e perdente tra i Beati della Chiesa

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Un imperatore sfortunato e perdente
tra i Beati della Chiesa.

– Si tratta del Beato Carlo I d’Asburgo Imperatore d’Austria e Re Apostolico d’Ungheria che viene ricordato il 21 ottobre.
– Di lui una recente biografia ha tracciato le linee della sua santità: “Carlo d’Asburgo il ‘santo patrono dei perdenti’. Affiora il sorriso sulle labbra.
– “La santità di Carlo, ultimo degli Asburgo e “patrono dei perdenti”, morto il 1° aprile del 1922, invocando ripetutamente il nome di Gesù e proclamato Beato il 3 ottobre 2004 da Giovanni Paolo II.
– Sfortunato, perdente, ma Beato. – Gli ingredienti ci sono tutti per affrontare una buona lettura al fine di capire che la grazia di Dio opera in chiunque apre il suo cuore. E il Beato Carlo d’Asburgo il suo cuore lo tenne bene aperto verso Dio e verso il prossimo.
– Nel contesto della “sacrilega guerra” in corso tra Russia e Ucraina, egli  può essere un esempio per per quanti oggi hanno la responsabilità politica della pace!.

Una biografia stuzzicante.
♦ È di Marco Andreolli il libro: “L’ultimo Imperatore d’Occidente. Carlo d’Asburgo il ‘santo patrono dei perdenti’ (San Paolo, pagine 176, euro 20).
♦ Santità di una vita lunga appena 35 anni. Beato Carlo I d’Asburgo Imperatore d’Austria e Re Apostolico d’Ungheria, nato a Persenburg, Austria, il 17 agosto 1887 – Morto in esilio a Funchal, Madeira, Portogallo, il 1° aprile 1922.
♦ Carlo d’Asburgo, era principe d’Austria. Il nonno suo era fratello dell’imperatore Francesco Giuseppe. Il papà era Ottone d’Asburgo, la mamma era Giuseppina di Sassonia. Una mamma, ricca di fede e di carità cristiana che sottrasse il piccolo agli istitutori dello Stato e lo educò personalmente e affidandolo ad ottimi maestri cattolici.
♦ Giovane brillante, splendido nella sua divisa, durante le manovre militari cavalcava agile sul suo cavallo bianco lungo la pianura del Danubio.
♦ Colto e affabile, era come un fratello per i soldati e ufficiali che tale lo sentivano. Al mattino e alla sera, i suoi uomini potevano trovarlo nella sua tenda o davanti al Tabernacolo, raccolto in preghiera con la fede semplice e forte di un bambino.
♦ L’imperatore muore nel 1922 in esilio, invocando ripetutamente il nome di Gesù. Non ha ancora compiuto 35 anni. Una vita breve, la sua, che, da un punto di vista puramente umano, è stata caratterizzata da un susseguirsi di fallimenti.
♦ Succeduto nel 1916 al vecchio sovrano Francesco Giuseppe sul trono dell’impero austro-ungarico, Carlo si trovò nel bel mezzo della tragedia della Prima guerra mondiale, non riuscendo a evitarla, come avrebbe ardentemente desiderato, né a vincerla. Dovette così assistere al dissolvimento dell’Impero degli Asburgo, che per secoli avevano dominato l’Europa.
(fonte: cf Avvenire.it, mercoledì 11 maggio 2022).

Una santità vissuta in tempo di guerra.
♦ Karl Franz Josef von Habsburg-Lothringen, figlio primogenito dell’arciduca Ottone d’Austria, Nel 1911 sposò la principessa Zita di Borbone-Parma, dalla quale ebbe otto figli. “Sub tuum presidium” venne inciso sulle loro fedi nuziali.
Carlo divenne erede al trono in seguito all’assassinio nel 1914 dello zio Francesco Ferdinando (episodio che contribuì a scatenare la prima guerra mondiale).
Due anni dopo, alla morte di Francesco Giuseppe, gli succedette automaticamente quale Imperatore d’Austria e Re Apostolico d’Ungheria: era il 21 novembre 1916, in piena guerra.
Per l’occasione fece questo proposito: “Farò tutto ciò che è in mio potere per bandire gli orrori ed i sacrifici della guerra il prima possibile, per ridare al mio popolo la benedizione della pace amaramente mancata”.
  Questo compito fu concepito dal giovane Carlo quale via per seguire Cristo e farsi santo, nell’amore per i popoli a lui affidati, nella cura del loro bene e nel dono della sua vita per loro.
Sostenne posizione del Papa Benedetto XV contrario all’ “inutile strage” della Grande Guerra.

  In seguito alla sconfitta nella prima guerra mondiale volle presenziare al solenne Te Deum alla vigilia del capodanno 1919. Gli chiesero perché mai volesse ringraziare il Signore nell’anno in cui perse tutto ed egli rispose: “l’importante è che i popoli abbiano ritrovato la pace” e per questo occorreva ringraziare Dio.
♦ Fu poi esiliato con la sua famiglia nell’isola portoghese di Madeira.
La sua salute andò peggiorando.
La moglie Zita raccolse una per una le ultime parole del suo sposo: “Ho sempre cercato di conoscere la volontà di Dio e di eseguirla nel modo più perfetto”. “Io devo ancora soffrire tanto affinché i miei popoli si ritrovino ancora tra loro”.

Il giorno della sua morte Carlo volle avere vicino il figlio Otto: “Desidero che veda come muore un cattolico”.
Il sacerdote espose l’Eucaristia nella stanzetta e Carlo esclamò: “Gesù, io confido in Te. Gesù, in Te vivo, in Te muoio. Gesù io sono tuo, nella vita e nella morte. Tutto come vuoi Tu”.

Nel proclamare Beato l’ultimo imperatore, il 3 ottobre 2004, Giovanni Paolo II disse che questi doveva rappresentare “un esempio per noi tutti, soprattutto per quelli che oggi hanno in Europa la responsabilità politica!”.
La sua memoria liturgica è celebrata il 21 ottobre, nell’anniversario del matrimonio con la Serva di Dio Zita.
(fonte: cf santiebeati.it, 21 novembre).

Un imperatore sfortunato e perdente tra i Beati della Chiesa. Si tratta del Beato Carlo I d’Asburgo Imperatore d’Austria e Re Apostolico d’Ungheria che viene ricordato il 21 ottobre. Di lui una recente biografia ha tracciato le linee della sua santità: Carlo d’Asburgo il ‘santo patrono dei perdenti’. Una santità straordinariamente moderna, con una dedizione totale per seguire Cristo e farsi santo, nell’amore per i popoli a lui affidati, nella cura del loro bene e nel dono della sua vita per loro. Carlo I d’Asburgo Sostene la posizione del Papa Benedetto XV contrario all’ “inutile strage” della Grande Guerra.- Nel contesto della “sacrilega guerra” tra Russia e Ucraina può essere un esempio per per quanti oggi hanno la responsabilità politica della pace!.

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