Fede e dintorni

DARE ANCHE LA VITA

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Dare anche la vita per recuperare chi è perduto.

– L’opinione pubblica è stata scossa dal crudele delitto commesso in una Casa di recupero di persone con problemi gravi. L’incendio appiccato non ha impedito ai carabinieri di ricostruire il fatto doloroso.
– Fratel Leonardo Grasso, 78 anni, fondatore della Casa-Comunità di recupero “Tenda di San Camillo” è morto tra le fiamme appiccate dolosamente. Gli accertamenti diranno successivamente che l’incendio è stato appiccato da un ospite della comunità per cancellare le tracce dell’omicidio del frate ucciso a bastonate e altro e poi fuggito con l’auto dello stesso frate. Fratel Leonardo sarebbe stato cosparso di alcol e dato alle fiamme. – La città di Riposto (CT), comune sul mare ai piedi del versante est dell’Etna, piange il frate ucciso, responsabile per quasi 30 anni della casa famiglia per tossicodipendenti e malati di Aids. – Questa comunità, fondata da Fratel Leonardo, era divenuta la sua vita e il suo impegno di uomo diventato “camilliano” in tarda età dopo la morte dei suoi genitori, lasciando la sua professione di agente di commercio. Una scelta simile a quella dello stesso san Camillo, che dopo una vita scapestrata dedicò tutto se stesso ad aiutare gli altri.”

La Tenda di San Camillo a Riposto (Catania)
♦ La storia di fratel Leonardo e quella della “sua “Tenda di San Camillo” sono da decenni intrecciate. La struttura è un punto di riferimento per tutta la zona e la morte del suo fondatore ha provocato dolore e sconcerto non solo a Riposto ma tra tutti coloro che, impegnati nell’assistenza ai tossicodipendenti, lo conoscevano. Una storia di solidarietà cominciata a 50 anni quando lui, agente di commercio dalla vita agiata e ben lontana dai canoni della carità cristiana e della solidarietà per gli ultimi, perse nel giro di una settimana entrambi i genitori.
♦ Una vera missione, quella di Fratel Leonardo Grasso, 78 anni, fondatore e responsabile della comunità per assistenza ai malati di Aids e di recupero per tossicodipendenti.

♦ Ad appiccare il fuoco è stato uno dei sei ospiti della struttura, tutti rimasti illesi. È la ricostruzione dei carabinieri i quali hanno identificato e bloccato il presunto autore: Paolo Bastianini, un 52enne originario di Genova, ospite della struttura che, secondo l’accusa, dopo aver appiccato il fuoco sarebbe fuggito con l’auto della vittima. Un particolare che lo ha reso individuabile grazie all’antifurto satellitare montato sulla vettura. I carabinieri lo hanno rintracciato e bloccato a Catania.
♦ L’allarme era scattato intorno alle 5 del mattino del 5 dicembre, quando qualcuno dalla struttura ha chiesto aiuto per l’incendio. Sul posto sono arrivate più squadre dei vigili del fuoco che hanno spento le fiamme e trovato, nella sua stanza, il corpo senza vita di fratel Leonardo Grasso.

Il dolore del vescovo di Acireale.
♦ “Di questa vicenda non conosciamo ancora bene i contorni, ma ci lascia sgomenti, siamo nel dolore. Esprimo le condoglianze della diocesi di Acireale ai frati e ai padri di San Camillo, perché sono stati esemplari così come lo è stato fra Leonardo. Nei prossimi giorni cercheremo di capire cosa è successo con l’aiuto degli inquirenti”.
♦ Così monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, recatosi nel luogo dove si è consumato l’incendio: “Fra Leonardo è stato sempre l’anima di questa opera di questa bella casa, tantissime persone sono passate da qui, alcune sono rimaste dentro per anni.
Fra Leonardo si è sempre dedicato con trasporto, con passione a queste persone che attraversano momenti difficile e che a volte sono aggressive”.

Chi era fra Leonardo.
  Fratel Leonardo Grasso aveva preso i voti a 50 anni per dedicare la sua vita ai sofferenti. La svolta della sua vita era arrivata dopo la morte di entrambi i genitori, deceduti a sei giorni di distanza l’uno dall’altro. Così da agente di commercio con un’attività avviata aveva cambiato radicalmente vita scegliendo di diventare camilliano.
Parlando della sua esperienza nel maggio del 2014 alla trasmissione “La vita in diretta” con Franco Di Mare per il quarto centenario della morte di san Camillo, fratel Grasso aveva confermato di essere felice nell’operare a fianco dei sofferenti e dei bisognosi, senza rimpianti per una vita ricca di divertimenti, ma che lo aveva lasciato vuoto e carico di domande.
  E in tv aveva ricordato come la sua parabola somigliasse molto a quella dello stesso san Camillo, che dopo una vita scapestrata dedicò tutto se stesso ad aiutare gli altri.

Il presunto assassino.
♦ Intanto resta in carcere Paolo Bastianini, il 52enne fermato per omicidio aggravato e furto da carabinieri, su disposizione della Procura di Catania, con l’accusa di essere l’autore del rogo della sede della comunità Tenda San Camillo, di cui era ospite, in cui è morto fratel Leonardo Grasso, di 78 anni. Lo ha deciso il Gip Pietro Currò che ha convalidato il fermo ed emesso, nei suoi confronti, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
♦ Fratel Leonardo è stato prima ucciso e poi cosparso di alcol e dato alle fiamme.

Un crudele delitto quello commesso in una Casa di recupero di persone con problemi gravi. L’incendio appiccato non ha impedito ai carabinieri di ricostruire il fatto doloroso. Fratel Leonardo Grasso, 78 anni, fondatore della Casa-Comunità di recupero “Tenda di San Camillo” è morto tra le fiamme appiccate dolosamente per coprire il suo omicidio. Alla Casa-comunità fondata da lui, Fratel Leonardo ha dedicato la sua vita e il suo impegno di “camilliano” diventato tale in tarda età dopo la morte dei suoi genitori e aver lasciato la sua professione di agente di commercio. Una scelta di vita simile a quella dello stesso san Camillo, che dopo una vita scapestrata dedicò tutto se stesso ad aiutare gli altri.

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