Fede e dintorni

Davanti alla corona d’Avvento

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Davanti alla corona d’Avvento.

– Siamo già quasi a metà cammino dell’Avvento e la nostra attenzione si posa sulla corona di avvento che troviamo in chiesa o nelle famiglie o anche in ambienti sociali. E cerchiamo di percepire  i messaggi che essa ci manda.
– Da tempo la corona di avvento ha trovato alto gradimento presso i fedeli, nonostante la sua origine sia avvenuta in ambiente protestante. Essa scandisce le settimane che mancano al Natale.
– Le quattro candele vengono accese ciascuna in una domenica di Avvento: portano un nome e contengono un messaggio specifico. Ecco perché nel cammino verso il Natale, la corona d’Avvento ne indica i punti essenziali e con praticità richiama il Cristo che nascerà.
– Tra le tante varianti, preferiamo fermarci alla forma basica. Le quattro candele della corona di avvento sono il simbolo dell’attesa; la sua forma circolare rimanda al ritorno del Signore; i rami verdi evocano la speranza e la vita che non finisce. – E lo spirito dell’Avvento ci ricorda: Dio è qui, non si è ritirato dal mondo, non ci ha lasciati soli. Anche se non lo possiamo vedere e toccare come avviene con le realtà sensibili, Egli è qui e viene a visitarci in molteplici modi.

Il rito del lucernario.
♦ Durante le domeniche di Avvento i fedeli sono invitati a compiere il rito del lucernario, ossia ad accendere le quattro candele – una per ogni settimana – che formano la corona dell’Avvento.
♦ Come spiega il Direttorio su pietà popolare e liturgia, «la disposizione di quattro ceri su una corona di rami sempre verdi, in uso soprattutto nei Paesi germanici e nell’America del Nord, è divenuta simbolo dell’Avvento nelle case dei cristiani. La corona circolare è il segno dell’attesa del ritorno di Cristo; i rami verdi richiamano la speranza e la vita che non finisce».

Il progressivo accendersi delle quattro candele, dedicate a quattro figure tipiche dell’attesa messianica (i profeti, Betlemme, i pastori, gli angeli), è «memoria delle varie tappe della storia della salvezza prima di Cristo e simbolo della luce profetica che via via illuminava la notte dell’attesa fino al sorgere del Sole di giustizia».

Nelle chiese e anche in famiglia.
♦ La corona può essere realizzata anche in famiglia. Ma si trova soprattutto nelle chiese, ben visibile ai fedeli. È opportuno che sia collocata davanti all’altare o all’ambone, senza però disturbare la celebrazione.
Se l’accensione viene compiuta durante i primi Vespri, il rito può iniziare con la chiesa semi-buia in cui uno dei ministranti porta all’altare una candela accesa. Dopo l’accensione della corona la chiesa verrà tutta illuminata.

L’origine dell’Avvento.
♦ Il termine Avvento deriva dalla parola “venuta”, in latino adventus. Il vocabolo adventus può tradursi con “presenza”, “arrivo”, “venuta”.
♦ Nel linguaggio del mondo antico era un termine tecnico utilizzato per indicare l’arrivo di un funzionario, la visita del re o dell’imperatore in una provincia. Ma poteva indicare anche la venuta della divinità, che esce dal suo nascondimento per manifestarsi con potenza, o che viene celebrata presente nel culto.
I cristiani adottarono la parola Avvento per esprimere la loro relazione con Cristo: Gesù è il Re, entrato in questa povera “provincia” denominata terra per rendere visita a tutti; alla festa del suo avvento fa partecipare quanti credono in Lui.
Con la parola adventus si intendeva sostanzialmente dire: Dio è qui, non si è ritirato dal mondo, non ci ha lasciati soli. Anche se non lo possiamo vedere e toccare come avviene con le realtà sensibili, Egli è qui e viene a visitarci in molteplici modi.

La liturgia dell’Avvento.
♦ L’Avvento inizia con i primi Vespri della prima domenica di Avvento e termina prima dei primi Vespri di Natale.
♦ Il colore dei paramenti liturgici indossati dal sacerdote è il viola; nella terza domenica di Avvento (ossia, la domenica Guadete) facoltativamente si può usare il rosa, a rappresentare la gioia per la venuta di Cristo.
♦ Nella celebrazione eucaristica non viene recitato il Gloria, in maniera che esso risuoni più vivo nella Messa della notte per la Natività del Signore.

Nomi tradizionali e riferimenti delle domeniche di Avvento:
sono tratti dalle prime parole dell’Antifona di ingresso alla Messa.
♦ 1- La prima candela è detta “del Profeta”, poiché ricorda le profezie sulla venuta del Messia. Antifona di ingresso della prima domenica è detta del Ad te levavi («A te elevo», Salmo 25).
♦ 2- La seconda candela è detta “di Betlemme”, per ricordare la città in cui è nato il Messia. – Antifona di ingresso della domenica è chiamata del Populus Sion («Popolo di Sion», Isaia 30,19.30).
♦ 3- La terza candela è detta “dei pastori”, i primi che videro ed adorarono il Messia. Antifona di ingresso della domenica è quella del Gaudete («Rallegratevi», Filippesi 4,4.5); – La Liturgia permette al sacerdote di utilizzare i paramenti rosa al posto di quelli viola. Questa candela può avere un colore diverso dalle altre tre.
♦ 4-La quarta candela è detta “degli Angeli”, i primi ad annunciare al mondo la nascita del Messia.- Antifona di ingresso della quarta domenica è quella del Rorate («Stillate», Isaia 45,8).

(fonte: cf Avvenire.it,sabato 4 dicembre 2021 e altro web).

Da tempo trovato alto gradimento presso i fedeli la corona dell’Avvento, nonostante la sua origine sia avvenuto in ambiente protestante. Essa scandisce le settimane che mancano al Natale: le quattro candele vengono accese ciascuna in una domenica di Avvento: portano un nome e contengono un messaggio specifico. – Ecco perché nel cammino verso il Natale, la corona d’Avvento ne indica i punti essenziali e con praticità richiama il Cristo che nascerà. Intanto Dio è qui, non si è ritirato dal mondo, non ci ha lasciati soli, e presto il suo Figlio sarà in mezzo a noi.

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