Cultura e Società

Emigranti, orgoglio tropeano

“Il turismo a Tropea è nato anche grazie a loro”

Pubblichiamo la e-mail del sig. Francesco Angiò, figlio di emigranti e residente in Lombardia, che ricorda i tanti emigrati tropeani degli anni Cinquanta


Il sig. Francesco ci invita a ricordare gli emigranti che negli anni Cinquanta “hanno dovuto abbandonare col cuore spezzato la terra natia per un futuro migliore”. Parla di Tropea, delle sue radici, e ricorda che “tanti di loro si erano promessi che un giorno, arrivati alla pensione, dopo una dura vita lavorativa, avrebbero acquistato una casa per passare la vecchiaia a Tropea, nella loro terra”. Ricorda con orgoglio quegli anni, li rivive e li fa rivivere a chi non li ha vissuti, a chi non può capire cosa significhi dover lasciare la propria terra per poter avere un lavoro, per costruirsi un futuro e a chi lo sa già, li ha vissuti, ha vissuto la stessa esperienza. Con la sua mail ci suggerisce di scrivere qualche articolo “dedicato ai tanti figli di Tropea emigranti”. Naturalmente la redazione di Tropeaedintorni.it si era già occupata in passato tante volte dell’argomento. Ma stavolta noi pensiamo di non essere in grado di scrivere un articolo e riuscire a trasmettere le stesse emozioni che il sig. Francesco ha saputo dare con queste sue parole. Noi della redazione la salutiamo e la ringraziamo per averci scritto e anche perché è un nostro affettuoso lettore. Speriamo che questo suo scritto possa unire tutte le persone che vivono lontane dall’amata Tropea. Il suo pensiero è il nostro pensiero, il suo ricordo è il nostro ricordo. Accogliamo con gioia le sue parole, le sue emozioni e le facciamo nostre. Grazie.

“Buongiorno, sono Angiò Francesco, figlio di emigranti e residente in Lombardia. Da un po’ di tempo leggo gli articoli della vostra redazione, devo dire che sono molto interessanti, però mi sfugge una cosa: come mai non scrivete qualche articolo ricordando i tanti emigranti degli anni ’50 che hanno dovuto abbandonare col cuore spezzato la terra natia per un futuro migliore, visto che a quei tempi Tropea a livello lavorativo non offriva molto? Ora si celebrano le onorificenze acquisite dalla città di Tropea con la bandiera blu, l’entrata nell’elenco dei borghi più belli d’ITALIA, nel 2022 candidata a Capitale della Cultura, ma non vi chiedete come è nata la conoscenza di Tropea al nord e al resto d’Italia? Forse qualcuno non ricorda, ma negli anni tra il 1950 e il 1970 il turismo a Tropea è nato grazie agli emigranti, che dopo un anno di duro lavoro partivano dal nord per tornare a casa, nell’amata Tropea e ricongiungersi con i propri parenti e amici. Quando la gente del nord e di altre regioni che aveva accolto gli emigranti chiedeva a un tropeano: “Dove vai a passare le ferie?” Il tropeano, orgoglioso, rispondeva: “A Tropea, nella mia cittadina, dove ci sono le mie radici”. E così nacque il turismo, allora le agenzie turistiche erano poche e non conoscevamo Tropea. Non è per rimproverare qualcuno, ma se ci fosse qualche articolo dedicato agli emigranti di Tropea o qualche discorso da parte anche di qualche autorità comunale, sarebbe anche una gioia per gli emigranti e i loro discendenti ed anche un motivo di orgoglio. Ricordiamo che tanti di loro si erano promessi che un giorno, arrivati alla pensione, dopo una dura vita lavorativa, avrebbero acquistato una casa per passare la vecchiaia a Tropea, nella loro terra.
Niente, con questa mia mail volevo dare un suggerimento, disinteressato, per scrivere un articolo dedicato ai tanti figli di Tropea emigranti per necessità negli anni dopo il dopoguerra.
Aspettando un giorno di leggere un articolo dedicato agli emigranti.
Invio cordiali saluti”.

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Redazione
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