Fede e dintorni

Il canto dei bambini colpisce sempre

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Il canto dei bambini colpisce sempre.

– C’è un incanto al quale non è facile sottrarsi: il canto dei bambini. Quando li sentiamo cantare è difficile rimanere impassibili: ti coinvolgono nella loro gioia, nella loro devozione, nel loro entusiasmo.
– Chi canta prega due vole, affermava S. Agostino. E un bambino che canta, prega e porta messaggi spontaneamente. La storia dello Zecchino d’oro, il fortunato e storico appuntamento annuale delle canzoni per i bambini è seguito molto dagli adulti, perché i messaggi proposti sono semplici e immediati. Anche (soprattutto) quelli religiosi.
– Il mistero di fede, che i bambini cantano, diventa attraente e irresistibile come dimostra la storia di oggi “La conversione di Paul Claudel” raccontata dallo stesso interessato.
– Quando vediamo e sentiamo i bambini che cantano insieme, conviene fermarsi e lasciarsi invadere dalle loro voci innocenti.

La conversione di Paul Claudel.
Paul Claudel (1868–1955) è stato un poeta, drammaturgo, filoso e diplomatico francese.
♦ Di lui si dice che fosse ostinatamente ateo.
Un giorno stava passando davanti a una chiesa cattolica e ascoltò una musica molto bella.
Entrò in chiesa. Era un coro di bambini che cantava il Magnificat.
Quella musica portò un cambiamento radicale nella vita di Claudel.
Successivamente, commentando il fatto, egli disse: “In un attimo il mio cuore fu toccato, ed io ho creduto. Ho creduto con tale forza di adesione, con tale slancio di tutto il mio essere, con una convinzione così potente e con tale certezza, che non ha lasciato spazio al minimo dubbio”.
♦ E questo avvenne dopo che Claudel aveva letto molti libri e cercato, da nord a sud, risposte ai suoi dubbi di fede.
Quei bambini avevano parlato al suo cuore. Tuttavia, né i bambini né il direttore del coro furono consapevoli di questo.
Della maggior parte delle testimonianze che noi diamo, non ci rendiamo conto di cosa succederà.
Le nostre chiese, alle messe di domenica, con le loro bellissime canzoni, danno una testimonianza unica, simile a quella che ha convertito Paul Clodel.

Il desiderio di Dio per noi è che siamo come Maria, pieni di grazia divina e ci sforziamo di non perderla mai, questa sua grazia. Dio vuole la nostra felicità.
(Fonte: cf Historinhas do Padre Queiroz, redentorista brasiliano).

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La storia della conversione di Paul Claudel, avvenuta il 25 Dicembre 1886.
Egli stesso racconta:
♦ “Ecco come era il giovane infelice che il 25 Dicembre si recò a Notre-Dame di Parigi per assistere all’Ufficio di Natale. Cominciavo allora a scrivere e mi sembrava che nelle cerimonie cattoliche, considerate con superiore dilettantismo, avrei trovato uno stimolo opportuno e la materia per qualche esercizio decadente. In queste condizioni, urtando a gomitate la folla, assistetti alla Messa solenne con poco piacere. Poi, non avendo nient’altro di meglio da fare, tornai al pomeriggio per i Vespri. I bambini del Coro, vestiti di bianco, e gli alunni del Seminario Minore di Saint-Nicolas-du Chardonnet stavano cantando ciò che più tardi ho saputo essere il Magnificat.
♦ L’evento centrale di tutta una vita
Io ero in piedi tra la folla, vicino al secondo pilastro rispetto all’ingresso del Coro, a destra, dalla parte della Sacrestia.
♦ In quel momento capitò l’evento che domina tutta la mia vita. In un istante il mio cuore fu toccato e io credetti. Credetti con una forza di adesione così grande, con un tale innalzamento di tutto il mio essere, con una convinzione così potente, in una certezza che non lasciava posto a nessuna specie di dubbio che, dopo di allora, nessun ragionamento, nessuna circostanza della mia vita agitata hanno potuto scuotere la mia fede né toccarla.
♦ Improvvisamente ebbi il sentimento lacerante dell’innocenza, dell’eterna infanzia di Dio: una rivelazione ineffabile!
Cercando – come ho spesso fatto – di ricostruire i momenti che seguirono quell’istante straordinario, ritrovo gli elementi seguenti che, tuttavia, formavano un solo lampo, un’arma sola di cui si serviva la Provvidenza divina per giungere finalmente ad aprire il cuore di un povero figlio disperato: ‘Come sono felici le persone che credono!’.
Ma era vero? Era proprio vero! Dio esiste, è qui. È qualcuno, un essere personale come me. Mi ama, mi chiama. Le lacrime e i singulti erano spuntati, mentre l’emozione era accresciuta ancor più dalla tenera melodia dell’”Adeste, fideles” […].

♦ La stessa sera di quel memorabile giorno vissuto a Notre-Dame, dopo essere entrato a casa per vie piovose che mi sembravano del tutto estranee, presi una Bibbia protestante che un’amica tedesca aveva regalato a mia sorella Camilla e, per la prima volta, intesi l’accento della voce così dolce e così inflessibile che non ha più cessato di risuonare nel mio cuore.
♦ Conoscevo la storia di Gesù solo per mezzo di Renan, fidandomi di questo impostore, mentre ignoravo persino che Egli si era detto “Figlio di Dio”.
Ogni parola, ogni linea smentiva, con maestosa semplicità, le impudenti affermazioni dell’apostata [Renan] e mi spalancavano gli occhi.
È vero – lo confesso con il Centurione romano -, che Gesù era il Figlio di Dio.
Era a me, Paul, che egli si rivolgeva e mi prometteva il suo amore. Ma, nello stesso tempo, se non lo seguivo, mi lasciava la dannazione come unica alternativa. Ah, non avevo bisogno che mi si spiegasse che cosa era l’Inferno: vi avevo trascorso la mia stagione.
Quelle poche ore mi erano bastate per farmi capire che l’Inferno è dovunque non c’è Cristo.
Che me ne importava del resto del mondo, davanti a quest’Essere nuovo e prodigioso che mi si era svelato?”.

(fonte: cronicasdepapafrancisco.com/2019/04/15/il-magnificat-di-paul-claudel-a-notre-dame)

C’è un incanto al quale non è facile sottrarsi: il canto dei bambini. Quando li sentiamo cantare è difficile rimanere impassibili: ti coinvolgono nella loro gioia, nella loro devozione, nel loro entusiasmo. I messaggi proposti sono semplici e immediati, soprattutto, religiosi. – Il mistero di fede, che i bambini cantarono la sera di Natale diventò attraente e irresistibile per Paul Claudel, e ne provocò la conversione, come ammette lo stesso interessato – Il 25 dicembre 1886, egli entrò ateo nella Cattedrale di Notre-Dame a Parigi e ne uscì cantando il Magnificat con la gioia esuberante di un bambino che ha appena ritrovato il babbo e la mamma.

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