Fede e dintorni

Il compleanno di Margherita

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Il compleanno di Margherita.

I bambini quasi sempre riescono a sorprenderci con i loro gesti positivi. Ma i gesti positivi nascono in un contesto dove si vivono i valori veri.
– Ora la famiglia è il luogo dove generalmente si raccoglie ciò che si semina. Si raccolgono gesti di bene quando sono stati seminati i semi del bene. A volte capita i genitori si lamentano che non raccolgono ciò che seminano; e su questo sono essi i primi a dover riflettere. I bambini guardano, imparano e poi scelgono.
– E quando è il momento del confronto con i genitori per qualche “mancanza” fatta, proprio allora i bambini debbono trovare ascolto e comprensione per non restare delusi o fuorviati per il resto della vita.
– Questa piccola e semplice storia può risvegliare un po’ di ottimismo.

♦ C’era una volta una bambina di otto anni di nome Margherita che viveva in una povera casa di periferia.
♦ Venne il giorno del suo compleanno. Margherita si alzò ansiosa, ma nessuno diceva nulla!
Solo al momento della colazione, tutta la famiglia abbracciò la bambina e la mamma le fece un regalo. Aprì la scatola: erano un paio di scarpe molto belle. Le provò, le andavano benissimo.
Allora chiese alla mamma: “Posso andare a scuola con le scarpe nuove ?”
“Sì”, rispose la mamma.
♦ A scuola, appena i suoi compagni di classe la videro, furono felici delle sue scarpe nuove. Margherita disse: “Oggi è il mio compleanno!” e tutti l’abbracciarono.
All’improvviso, Margherita divenne triste. Vide una compagna scalza! Poverina! Poteva pungersi con un chiodo… e le chiese: “Perché sei scalza?”
Rispose la compagna: ” Perché non ho le scarpe e noi siamo poveri”.
♦  Giunta a casa, Margherita chiese alla mamma: “Posso donare le mie scarpe usate ad una compagna?
La mamma rispose: “Sì, ma prima puliscile e lucidale”.
Il giorno seguente, prima delle lezioni, chiamò la sua compagna e le diede le scarpe. La compagna le provò: andavano bene. Che bello! E Margherita ora era felice.
♥ Durante la ricreazione, ogni bambino mangiava lo spuntino portato da casa. Margherita notò che la compagna non aveva alcuna colazione. Allora condivise la sua con lei.
♥ Il giorno dopo, prima di andare a scuola, Margherita pensò: prenderò due colazioni, una per me e un’altra per la mia compagna.
E siccome la mamma era andata al mercato, lei stessa prese due panini, li tagliò nel mezzo, si avvicinò al fornello, scoprì la padella e mise la carne nei due panini.
♦ Quando tornò da scuola, lo disse alla mamma, e questa rispose: “Ah! sei stata tu? Pensavo fosse stato il gatto a mangiare la carne e gli ho dato botte!”
Margherita andò nel cortile, trovò il gatto triste, e lo accarezzò.
♦ Qualche minuto dopo, arrivò il padre per pranzo. Margherita era nella stanza e sentì la mamma che raccontava al marito: “Oggi stavo per fare la zuppa di carne, ma Margherita l’ha presa tutta per portarla alla compagna a cui ha dato le scarpe”.
♥  Il padre la chiamò, “Margherita, vieni qui!”
La bambina pensò: “Oggi prenderò una punizione”. Chinò la testa e si avvicinò al papà.
Egli le disse: “Hai fatto una cosa molto buona. Da ora in poi, ogni giorno porterai due spuntini a scuola. Uno per te e uno per la tua compagna”.
E l’abbracciò con calore.

♥  Quanti bambini, o quante persone sono come la piccola Margherita! Lei ha imitato Gesù.
Possa Maria Santissima aiutarci ad avere un cuore sensibile per coloro che vivono accanto a noi e sono nel bisogno.

(Fonte: Historinhas do Padre Queiroz, redentorista brasiliano).

I bambini quasi sempre riescono a sorprenderci con i loro gesti positivi. Ma i gesti positivi nascono in un contesto dove si vivono i valori veri. Ora la famiglia è il luogo dove generalmente si raccoglie ciò che si semina. Si raccolgono gesti di bene quando sono stati seminati i semi del bene. I bambini guardano, imparano e poi scelgono. E quando è il momento del confronto con i genitori per qualche “mancanza” fatta, proprio allora i bambini debbono trovare ascolto e comprensione per non restare delusi o fuorviati per il resto della vita

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